La ricetta della domenica di Pinuccio alia| Il biondo tardivo di Trebisacce ed i gamberetti rosa dello Jonio


Il biondo tradivo di Trebisacce ed i gamberetti rosa dello Jonio

Il biondo tradivo di Trebisacce ed i gamberetti rosa dello Jonio

di Pinuccio Alia

Sdraiarsi al sole, in riva al mare, in una calda giornata di Luglio e ristorarsi mangiando una succosa e profumata arancia, che ti offrono dopo essere stata appena raccolta. Mi è capitato Domenica a Trebisacce. Nella ridente cittadina dell’alto Jonio cosentino impazzava la festa del Biondo Tardivo, un’arancia buonissima che si produce solamente negli aranceti di Trebisacce.

In questo lembo, non vasto del Cosentino, (non so se in altre parti della Calabria si producono varietà cosiddette tardive), il Ministero delle Politiche Agricole  ha riconosciuto “il biondo tardivo di Trebisacce” già dal 2012 tra le eccellenze agroalimentari italiane. Ancora non ha ricevuto la IGP, ne è diventato Presidio slow food , riconoscimenti  che gli permetterebbe scenari più appetibili nella collocazione sul mercato.

Ho chiesto al mio Ospite di conoscere come si riesce a trasformare il frutto più pregiato dell’inverno in una leccornia estiva e mi sono stati spiegate con orgoglio le tecniche di coltivazione.

A Trebisacce ci sono questi splendidi storici aranceti  che localmente sono chiamati “vigne” o “ giardini” e questa varietà chiamata “biondo” è diventata pregiata perché ha trovato sia il terreno  con una bassa percentuale di argilla che il microclima particolarmente favorevole.

Il clima dell’Alto Jonio, viene mitigato dalla presenza del Massiccio del Pollino che fa da scudo alle correnti più gelide e  gli consentono una maturazione che inizia a marzo e finisce ai primi di giugno.

I “biondi”  sono lasciati sulla pianta e raccolti solo al momento dell’uso.

Una pratica che è esattamente all’opposto di quella usata normalmente, che consiste nel raccogliere le arance quando sono appena mature  per poi conservarle nelle celle frigorifere per essere vendute solo al momento della richiesta commerciale.

Lasciarli  sulla pianta fino a completa maturazione  permette loro di raggiungere un perfetto equilibrio tra acidità e dolcezza. Grazie a questa consuetudine  mangiare un “biondo tradivo” è un vero privilegio.

Ed allora organizziamo una bella gita a Trebisacce, prendiamo un bel bagno nelle acque limpide di questo mare Jonio, attrezziamoci, perchè la spiaggia ha le pietre ma i lidi sono confortevoli.

Una gita nella parte alta di Trebisacce, il vero centro storico, è particolarmente suggestiva. Vi affacciate su un balcone naturale che permette di vedere con una vista mozzafiato tutto l’arco dello Jonio. Percorrendolo vi perderete in un dedalo di strette viuzze pittoresche e suggestive

Se vi rimane tempo è d’obbligo mangiare in una trattoria aperta negli anni 60 nel corso principale per poi trasferirsi in periferia negli anni 80. L’insegna recita “da Pasquale al Piatto d’oro”. I figli, Marcello in cucina  e Patrizia in sala vi accoglieranno con grande cordialità e con una cucina semplice ma di grande qualità e soprattutto senza fronzoli.

La zuppa di pesce, una prelibatissima zuppa di pesce, ricca, abbondante e saporita  dovete necessariamente prenotarla qualche giorno prima; ne vale la pena.

Tutto quello che vi viene offerto ha il sapore dell’amore e del rispetto per la materia prima, per i doni del mare. Che dire della frittura di paranza? Leggera e poco unta, ne mangereste fino a farvi male.

Procuriamoci per quattro persone tre arance biondo tardivo. Priviamole della buccia   e con l’aiuto di un coltello bene affilato tagliamo gli spicchi a vivo e teniamoli da parte

Abbiamo necessità di recuperare una sessantina di gamberetti rosa che hanno ancora le loro uova blu, se ne trovano frequentemente nelle tante pescherie di Trebisacce .

I vecchi pescatori, se ne conoscerete qualcuno  vi racconteranno, che questi gamberetti femmine li pescano  solamente se usano le antiche nasse in giunco. Non so dirvi se sia vero ma crederci costa esattamente quanto non crederci.

Privateli del carapace  con delicatezza avendo cura di recuperare le uova e di porle in una tazzina.

Vi necessita anche un filo olio di uliva di grandissima qualità  che porrete nella tazzina contenente le uova e che con cura molta, moltissima, mescolerete per ottenere una salsina.

Preparate quattro piatti individuali , disponete qualche foglia di insalata riccia  e poi le arance  e ponete sopra un mucchietto  di gamberetti crudi, nappate con la salsa blu delle uova ed un giro di macinasale. Completate il tutto con qualche zesta di limone per dare  un profumo di freschezza.

Sia lodata la Calabria e tutti coloro che la vivono con l’orgoglio dell’appartenenza.