Il cinquantenario del Museo Fernand Léger a Biot, Costa Azzurra


– del Guardiano del Faro –

Cinquantesimo anniversario passato da qualche mese , era infatti maggio 1960 quando venne inaugurato il Museo Fernand Léger a Biot, villaggio provenzale collocato  tra  Nizza e Antibes.

 

 

 

50 anni, e quindi potrebbero essere in molti ancor oggi a poter dire : quel giorno eravamo li con Georges Braque, Marc Chagall e Pablo Picasso a tagliare il nastro ed entrare finalmente nel museo dedicato a Léger.

Fu poco dopo la morte dell’artista che Nadia Léger e Georges Bacquier decisero autonomamente di costruire un edificio dedicato esclusivamente all’esposizione delle opere del artista, all’interno o in plein air sulla collina nei pressi del Mas St.Andrè.

Fu il progetto di André Svétchine quello prescelto per presentare l’opera di Léger in uno spazio ampio e luminoso, aperto al sole , alla luce e all’aria provenzale, in una cornice di alberi e raggiungibile tramite una lieve salita che porta alla vasta terrazza che anticipa l’ingresso al severo edificio.

I volumi interni liberano la sincera espressione dei colori e delle forme delle opere presentate nelle tre grandi sale illuminate naturalmente dalle enormi vetrate colorate che consentono alla luce naturale di filtrare e riproporsi in maniera differente nei diversi momenti della giornata.

La facciata sud è integrata da un grande mosaico in ceramica, ideale collegamento con lo storico artigianato peculiare del villaggio di Biot. L’edificio passò allo stato francese nel 1969 e diversi furono gli interventi fatti per ammodernare e ampliare quello che è uno dei musei meno intendibile nel senso comune al quale si è abituati ad attribuire quel termine.

Il percorso si declina in senso storico ripercorrendo le origini, gli anni 20 e 30 e la successiva evoluzione verso il ritorno della figura e l’epilogo naturale di una ispirazione artistica durata mezzo secolo.

Sensazione generale di serenità e di benessere come succede in pochissimi luoghi dedicati alla cultura. Per i dettagli c’è il sito del Museo, mentre, a seguire altre immagini scattate, manco a dirlo in una splendida giornata di sole e di luce provenzale.

http://www.musee-fernandleger.fr/

 

 

foto gdf

5 Commenti

  1. Opere molto belle. Tanti grandi nomi del cubismo che apprezziamo ancora oggi per la modernità che esprimono pur essendo lontani nel tempo. I francesi hanno questo e noi abbiamo …. Cattelan (chi sta meglio?)

  2. Bellissimo ricordo di questo museo. Lo visitai nel 1997 con il bimbo di 7 mesi che, alzandosi dal passeggino, rischiava più volte di danneggiare i quadri e per questo venimmo rimproverati dai guardiani :-) poi pranzammo in un bel ristorante di Biot (non mi ricordo il nome) gustandoci per dessert un notevole gelato alla lavanda.

    1. Probabilmente era Les Terraillers, amatissimo anche da Maffi che ci abitava a due passi.

      1. Si, amatissimo tuo zio. Uno dei ristoranti stellati piu’ bidoni della Francia ,compreso i territori d’oltremare. Il piccolo ciomei aveva capito tutto gia’ allora e tentava di di struggere tutto. Di leger ti rimaneva solo il portafogli:-(

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