Il nuovo Corvo e altre perle di Cantine Duca di Salaparuta


Il nuovo Corvo

Il nuovo Corvo

di Marina Betto

Il vino Corvo rinasce o meglio si presenta più snello e beverino in questa estate 2018. In realtà è molto antico, classe 1824 e tutti in Sicilia lo conoscono tanto da essere diventato un vero e proprio brand- mito di Cantine Duca di Salaparuta. L’azienda fondata nella prima metà dell’ottocento dal Principe Giuseppe Alliata di Villafranca e Duca di Salaparuta produceva vino in misura di circa 100.000 bottiglie l’anno che venivano esportate in tutta Europa e in America che presero il nome Corvo da una contrada di propietà a Casteldaccia ( PA).

Cantina di Casteldaccia

Cantina di Casteldaccia

Il figlio Edoardo ebbe un piglio più imprenditoriale ma il vero salto di qualità si avrà con Enrico, un vero maestro di enologia, uomo eclettico che si occupava di esoterismo, era vegetariano e aveva una filosofia di vita molto rigida. L’intuizione dei Duchi di Salaparuta fu  quella di creare un vino semplice e raffinato non troppo alcolico, antesignano di un gusto fresco e fruibile quotidianamente. Per la moglie  che amava tanto il cioccolato Enrico creerà l’Ala Amarascato mentre sarà Topazia sua figlia a ideare il Colomba Platino, vino bianco da vitigni autoctoni che nasce per essere abbinato ai crostacei e ai frutti di mare. Nel 1961 l’azienda è venduta alla Regione Sicilia tramite l’ESPI, anni in cui nasce il vino Duca Enrico da Nero d’Avola il cui padre è il grande enologo Giacomo Tachis che ha lanciato questo vitigno come il più rappresentativo tra i  siciliani a bacca rossa.  Negli anni “90 avviene l’ acquisizione da parte del gruppo privato Illva di Saronno. Il gruppo Duca di Salaparuta riunisce oggi tre brand storici Corvo, Duca di Salaparuta e Florio acquistate dalla Illva Saronno Holding, un’unica realtà che  rappresenta il primo gruppo viticolo privato in Sicilia. Lo stabilimento per la trasformazione, stabilizzazione e affinamento dei vini Corvo si trova ad Aspra frazione di Bagheria( Pa) dove si producono milioni di bottiglie secondo un rigido controllo per riuscire a dare un prodotto fresco imbottigliato al momento e per garantire una elevatissima salubrità enologica che passa attraverso rigidi sistemi già in campagna  a partire dalla filiera produttiva. Nel 2001  l’acquisizione di tre tenute: Risignolo nella zona di Salemi da Inzolia e Grillo, Suor Marchesa siamo a Gela da cui proviene il Nero d’Avola e Vajasindi sull’Etna dove crescono Nerello Mascalese e Pinot Nero le  cui uve sono per la linea Duca di Salaparuta mentre per il Corvo le uve arrivano da tutta la Sicilia opportunamente refrigerate con uno shock termico per scongiurare la fermentazione di certe sostanze sulle uve durante il trasporto e preservare soprattutto i profumi. I vitigni autoctoni Inzolia, Grillo e Catarratto provengono prevalentemente dalla Sicilia occidentale mentre il Nero d’Avola  dalla Sicilia orientale vicino Gela. Il metodo di lavorazione e la gestione della cantina assumono una grande importanza per questi vini destinati alla grande distribuzione dove vige un rigido controllo di qualità. Ogni serbatoio in cantina viene gestito singolarmente e inizia la fermentazione a temperatura controllata, i lieviti sono rimessi in circolo grazie ad una sorta di batonnage alimentato direttamente nel serbatoio ma deciso dall’operatore. I questo stabilimento produttivo una moderna tecnologia  amplifica la parte artigianale dove rimane fondamentale l’intervento dell’uomo. La forza dei vini siciliani è data dal blendaggio, garantito da una profonda conoscenza delle uve e delle loro caratteristiche e un’enologia di precisione. Per la linea Duca di Salaparuta c’è un affinamento secondario che si fa nelle cantine di Casteldaccia per ottenere vini dalla grande longevità e piacevolezza; qui  si utilizzano barrique di rovere di Allier per cinque anni poi le stesse vengono mandate alla Florio. I vini Corvo sono i più venduti e sono legati ad un ricordo emotivo, ci sono sempre stati sulla tavola dei siciliani e cambiarne il volto può non sempre essere apprezzato. La buona beva, la piacevolezza di frutto ora sono più marcati e traghettano questi vini verso quella serbevolezza tanto attuale.

Stabilimenti di Aspra e Casteldaccia

Stabilimenti di Aspra e Casteldaccia

Se il Duca Brut ( Grecanico e Chardonnay) è conosciuto come lo spumante metodo classico dell’azienda a questo  dal 2016  si affianca Florio Spumante Brut da sole uve Grillo. Si mette così in evidenza il vitigno autoctono  che è ricco di acidità per valorizzare il territorio siciliano capace di dare uve molto diverse e peculiari. Una bollicina semplice senza troppe pretese prodotta con metodo Charmat che non affina sui lieviti che porta netti profumi al naso tanta acidità e poco retrogusto.

Linea Corvo, Duca di Salaparuta e Florio

Linea Corvo, Duca di Salaparuta e Florio

Corvo Bianco IGT Terre Siciliane 11,5% – 125 vol.  la cui prima bottiglia prodotta risale al 1824 è un blend di vitigni a bacca bianca Inzolia, Grecanico e Chardonnay, Muller Thurgau. Riverberi citrini e verdi colorano il bicchiere. Propone un bouquet fruttato con una mineralità nelle note di fondo che evoca il mare.  Morbido in bocca è un vino pieno, corposo con retrogusto ammandorlato. Si è voluto accentuare nel nuovo Corvo l’aromaticità di questo vino diminuendo la presenza dell’Inzolia e favorendo le bacche più aromatiche.

Colomba Platino IGT Terre Siciliane 12% – 12,5% vol. è 100% Inzolia proveniente dai comuni di Salemi,Gibellina, Tenuta di Risignolo. Quasi 60 anni per questo vino prodotto per la prima volta nel 1959. Un’Inzolia fresca, d’altura che gode di importanti escursioni termiche, che sosta lungamente sui lieviti. L’impatto è decisamente floreale di ginestra, fiori di campo e zagare, poi viene il limone che si avverte anche in bocca con un allungo sapido che lo fa vino da pollame, da pasta asciutta condita con sugo di gamberi.

Kados IGT Terre Siciliane 12,5% – 13% vol. è Grillo in purezza ed è uno tra gli ultimi nati in casa Duca di Salaparuta. Ha note verdi , minerali, marine e meno frutto in evidenza che si allungano nelle sensazioni di frutta secca e nocciole. Il mosto fiore fa una sosta in tonneau che contribuisce ha dare rotondità al vino rendendolo perfetto con i sapori forti del pesce siciliano dai ricci al tonno.

Duca di Salaparuta

Duca di Salaparuta

Bianca di Valguarnera 2013 IGT  13,3 % vol. è Inzolia 100% allevato ad alberello proveniente da Salemi tenuta di Risignolo. E’ del 1987 il primo Bianca di Valguarnera ed è un vino vinificato in barrique con lunga sosta sui lieviti. Note fumé e speziate, refoli di idrocarburi, sale e gomma pane si mescolano ai fiori bianchi mentre il sorso complesso ci fa pensare alla torbatura di un whisky e alla sua salinità equilibrata da accenti morbidi. Vino da tonno affumicato.

Corvo Rosso IGT Terre Siciliane 12,5% – 13% in vol. ha nel suo blend Nero d’Avola e Merlot proveniente dalla Sicilia centrale di Caltanissetta e Agrigento. Dopo una macerazione sulle bucce per 6/8 giorni svinatura e fermentazione malolattica la maturazione avviene in cemento e in botti di quercia. Nasce per accontentare palati diversi con sensazioni fruttate di ciliegia e mora, gelsi neri  sia al naso che in bocca, gusto fresco con tannino delicato e sottile. Vuole dei formaggi accanto ma mediamente stagionati.

Passo delle Mule IGT Terre Siciliane 13 % – 13,5% vol. è un Nero D’Avola in purezza con uve provenienti da una delle zone più vocate siciliane cioè il Golfo di Gela che pure ha risentito dei cambiamenti climatici diventando molto calda. Il frutto ha una bassa longevità che si avverte con note di frutta in marmellata e sottospirito, medicinale. Ad una seconda olfazione appaiono sentori caldi di uva passa,chinotto e carruba. Il sorso è fresco e sapido con un tannino più presente rispetto al Corvo Rosso e  finale che ricorda il laccio di liquerizia. Trascorre 10 mesi in barrique di rovere e dopo l’imbottigliamento 6/8 mesi in bottiglia. Un vino da caponata.

Lavico 2014 IGT Terre Siciliane 13% – 13,5% vol. è 100% Nerello Mascalese. Le sue uve nascono alle pendici dell’Etna sul versante della Valle dell’Alcantara nella Tenuta di Vajasindi. Dopo la raccolta manuale,la macerazione per circa una settimana e la fermentazione malolattica la maturazione dura un anno in botti di rovere. L’affinamento sei mesi in bottiglia. Rosso rubino trasparente porta al naso sentori di tostatura e caffè, mineralità e una pungenza che sa di vegetale e arancia. Bocca fresca e sapida con tannino integrato e sottile a fare da sfondo. Spesso lo si paragona al Nebbiolo forse per delicatezza ed eleganza ma il Nerello Mascalese oltre la delicatezza tira fuori una forza rampante che gli deriva dal suolo vulcanico. Perfetto vino da zuppa di pesce.

Nawari 2015 IGT Terre Siciliane 13% – 13,5% vol.  è Pinot Nero 100%. Vitigno borgognone per eccellenza che si adatta ad un suolo vulcanico. Anche qui la terra si esprime marchiando la sua provenienza con sentori minerali spiccati, frutta nera in marmellata. Buona astringenza e mineralità sottile che esprime eleganza anche tannica peccato non abbia un grande allungo e rilasci note un po’ cotte.

Duca Enrico 2011 Sicilia IGT  13,5% – 14% vol. è un Nero d’Avola in purezza. Le uve provengono dalla tenuta di Suor Marchesa nella Sicilia del centro – sud tra Butera e Gela. Nato nel 1984 è figlio di Giacomo Tachis un vino che ha segnato la storia dell’enologia siciliana  traghettandola verso un modo di concepire il vino senza cercare la concentrazione bensì  la persistenza. Matura almeno 18 mesi in rovere francese e dopo l’imbottigliamento altri 18 mesi prima della commercializzazione. Suo è un bouquet di rose secche e frutta secca, frutti rossi disidratati mirtilli e ribes. Rotondo e strutturato è un vino aristocratico che trova esaltazione con la carne rossa.

Concludo questa  ampia degustazione con tre vini di  Cantine Florio provenienti da Marsala che non sono necessariamente dei vini da dessert o da fine pasto.

Morsi di Luce IGT Sicilia  15,5% vol.  è un vino liquoroso da uve Zibibbo provenienti da Pantelleria. Questo vino fortificato è un concentrato sia al naso che in bocca di albicocca matura e marmellata, profuma e sa di miele, di zagare e brioches. In bocca il suo incedere è lento quasi oleoso, la morbidezza non è mai stucchevole grazie a lampi di acidità. Può accompagnare le crostate e il gelato anche di ricotta.

Baglio Florio 2001 Doc Marsala 19% vol.  nasce da uve Grillo. Dopo la pressatura delle uve e la fermentazione la preparazione della concia con l’aggiunta al vino ottenuto del solo distillato di vino per comporre questo Marsala Vergine che matura per almeno 10 anni in caratelli di rovere da 300 litri e affina un anno in bottiglia. Color caramello evoca arance candite mescolate a  note eteree. In bocca è fresco e ha una pungenza quasi da distillato con finale di pepe bianco. Servito freddo può fare da aperitivo con una manciata di mandorle bianche alla moda greca.

Donna Franca DOC Marsala 19% vol. è composto da uve Grillo provenienti da alberello marsalese. Dopo la lenta fermentazione a primavera avviene la preparazione della concia ottenuta aggiungendo al vino, mistella,mosto cotto e distillato di vino. Il blend è fatto con Marsala invecchiati dai 15 ai 30 anni, poi 6 mesi di bottiglia prima della commercializzazione. Colore che ricorda l’ambra porta note di frutta cotta, cacao bianco e carruba. Sorso vellutato ha un contenuto zuccherino più basso del Morsi di Luce e un estratto maggiore come da  vino rosso. La ricchezza glicerica ne fa un vino da formaggi erborinati oltre che da perfetto compagno ad un dessert assolutamente siculo come la cassata.

Cantine Duca di Salaparuta
via Nazionale s.s. 113 90014 Casteldaccia ( PA)
Tel.+ 39 091945201
[email protected]

Cantine Florio
via Vincenzo Florio 1   91025 – Marsala (TP)
Tel.+ 39 0923781111