Il Pallagrello del Principe


In Campania è l’anno del bianco. Finalmente, visto che la reale vocazione di gran parte del territorio è stata un po’ offuscata dalla rincorsa spesso esclusivamente commerciale dei produttori verso il rosso. Greco di Tufo e Fiano di Avellino si presentano in grande spolvero con la loro prima vendemmia docg (denominazione di origine controllata e garantita) mentre le aziende delle colline caiatine propongono con forza il Pallagrello bianco. Ci sono quelli di Castello Ducale, Fattoria Selvanova, Cantina di Hesperia a Castel Campagnano, Masseria Piccirillo a Caiazzo e Crapareccia a Castel di Sasso. E ci sono i due di Terre del Principe, Fontanavigna e Le Sèrole. La nuova azienda di Peppe Mancini e Manuela Piancastelli, Luigi Moio li ha ha voluti seguire in questa nuova avventura dopo la dolorosa separazione dalla Vestini, punta ancora sui vitigni auctoni recuperati pochi anni fa e che hanno avuto grande successo di critica: oltre al bianco, il Pallagrello nero e il Casavecchia, ripresi con una operazione filologica che ha i suoi precedenti storici in Antonio Mastroberardino per fiano, greco e aglianico e in Leonardo Mustilli e Gennaro Martusciello per la falanghina.Terre del Principe si estende su dieci ettari ben esposti di fronte al Taburno, la bottaia è sistemata, caso unico in Campania, al primo piano a vista. L’ennesima dimostrazione di come un vitigno autoctono valorizzato possa cambiare il paesaggio agrario di una zona altrimenti destinata all’abbandono. Ora il risultato di questo sforzo è soprattutto nelle Sèrole dove il legno appare ben dosato, non incide sulle freschezza e regala morbidezza al palato anche se l’elevamento in bottiglia regalerà ulteriore equilibrio. La barrique non ha piallato il frutto come pure era avvenuto in precedenza, né lo ha stancato, ma gli ha regalato eleganza e complessità olfattiva; l’equilibrio si rivela con il giallo paglierino, al naso è intenso e persistente, in bocca abbastanza fresco e abbastanza morbido, persistente. Un grande bianco di stoffa, aspettando il Casavecchia.