Invecchiato Igp. Fiano di Avellino 2009 Colli di Lapio di Clelia Romano in Magnum


Fiano di Avellino 2009 docg

Fiano di Avellino 2009 docg

di Luciano Pignataro

Non so se è giusto inserire un Fiano di Avellino di undici anni in  questa rubrica. In realtà prove e controprove, studi scientifici anche,  verticali e orizzontali, hanno ampiamente dimostrato che questo bianco  non solo resiste al tempo ma migliora, si evolve, ed è questa la ragione  per cui chi dimentica un Fiano di Avellino in cantina non sbaglia mai  perchè lo ritroverà migliorato sempre.
Ormai sono sempre più numerosi i produttori che ci credono e lo  presentano ad un anno dalla vendemmia, finalmente la docg ha ammesso la  dizione “riserva”, alcuni dopo due come Marsella, altri puntano ormai su  tempi più lunghi di uscita come Mastroberardino, Di Meo, Tenuta del  Cavalier Pepe.
Uno dei riferimenti di questa docg è sicuramente Colli di Lapio di  Clelia Romano. Anche questa azienda,  con un po’ di ritardo, ha deciso di lanciare un Fiano dopo un anno dalla vendemmia, il Clelia.
La verità è che la purezza della frutta coltivata in Contrada Arianello  del Comune di Lapio ha sempre messo questa azienda un passo avanti alle  altre creando un vero e proprio club di appassionati che aspettano  diversi anni prima di stappare queste preziose bottiglie in grado di  competere con qualsiasi bianco nazionale e internazionale in  degustazioni cieche. Ecco perchè durante un pranzo estivo fra amici è  spuntata questa magnum assolutamente perfetta. Dodici anni dalla  vendemmia, il formato aiuta nella conservazione e nella evoluzione, il  Fiano di Lapio si conferma essere assolutamente ricco e pieno. Oltre  alla frutta ben evoluta, spezie dolci, note di macchia mediterranea e  soprattutto la tipica evoluzione fumè che esalta al naso e in bocca  odori e sapori. Al palato la frechezza domina assoluta e rende la beva  elegante, pulita, la chiusura è lunghissima, passando dalla sensazione  olfattiva tendente al dolce all’acidità rinfrescante sino all’amaro.
Insomma, un vino, lavorato solo in acciaio, che non sta mai fermo e,  proprio come un grand epiatto, si muove in continuazione generando nuove  sensazioni. Spettacolare anche considerando il fatto che la 2009 non è  stata un’annata particolarmente eccezionale, ma è proprio in queste  circostanze che si vede il manico dell’enologo.
Infine, una bottiglia che avrebbe potuto ancora resistere per molti  anni.

www.collidilapio.it

Un commento

  1. Nulla da aggiungere se non un consiglio ai “collezionisti “di grandi vini.Per una buona conservazione serve una discreta cantina dove le escursioni termiche tra estate ed inverno siano minime.Mantenere i vini al buio e sopratutto farli viaggiare il meno possibile e quando necessario sempre nelle stagioni temperate.Infine,ma forse è la più importante,comprate direttamente dal produttore e almeno una cassa per tipologia in modo da poterlo testare negli anni e da lì, nel minor tempo possibile, direttamente nel vostro caveau personale FM

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