Ischia, dal Pescatore: per i suoi dolci arrivano da tutta Europa


Ristorante dal Pescatore a Ischia
Borgo di Sant’Angelo, Serrara Fontana
Tel.: 081 999206

dal Pescatore

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di Mariangela Barberisi

Casette bianche che dal mare si inerpicano fino alla collina, l’isolotto che sembra galleggiare sull’acqua e che si unisce alle stradine del vecchio borgo di pescatori dove le auto sono bandite: parliamo di Sant’Angelo un piccolo angolo di paradiso a quaranta minuti da Ischia porto. Tra il porticciolo, una sottilissima striscia di sabbia, le Fumarole e le costruzioni dai colori pastello che ricordano isolotti della Grecia, centralissimo da oltre cinquant’anni c’è il ristorante “dal Pescatore”. Le torte preparate qui hanno attirato e attirano turisti e appassionati da ogni parte del mondo.

dal Pescatore

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Una tradizione quella degli Iacono oggi portata avanti da Paolo che ha dato un tocco personale al menu portando elementi innovativi utilizzando sempre ingredienti legati alla terra e al mare. Fin dagli anni ’70 star internazionali fanno tappa fissa qui, tra i tavolini in vimini, le maioliche bianche e una cucina che ricorda quella di casa. «Mamma cucinava la parmigiana di melanzana solo per Lucio Dalla – racconta Paolo, oggi alle redini del locale – lui era celiaco e si faceva preparare i piatti solo da lei. Per l’attenzione e la gentilezza che gli riserbava, Dalla le dedicò una delle sue più celebri canzoni “Caruso” e non è la cosa più incredibile che ci è capitata. Il tenore Bocelli durante la messa in occasione della festa liturgica dedicata a San Michele ha cantato L’Ave Maria di Schubert proprio insieme a mia mamma».

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La donna di cui ci parla Paolo è Lucia De Martino che ancora oggi si siede all’ingresso del locale e si dedica alla pulizia delle verdure e prima di rientrare a casa assaggia le creme per i dolci. «Tutto nasce con mia nonna Assunta – ricorda Paolo – nel 1963 chiama sull’isola verde il figlio Ernesto che aveva avuto un’esperienza a Capri nel mondo della ristorazione. In quel periodo protagonisti assoluti della cucina erano i dolci tipici tedeschi, come lo strudel, proprio per la presenza di un turismo soprattutto termale che durava da aprile a giugno e che desiderava ritrovare un po’ di casa a Sant’Angelo.

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Tutto cambia con mia mamma Lucia». Ed è proprio con la sua mamma che Paolo inizia la sua gavetta: «avevo otto anni, dovevo tagliare almeno trenta mele gialle sottilissime al giorno e metterle in una conca azzurra, era molto faticoso e guai se sbagliavo il taglio. Poi a quindici anni passai alle insalate. I ristoratori di Ischia in quel periodo tendevano a trascurare il menu dei dolci. Noi siamo stati i primi a portare il tiramisù e la caprese sull’isola.

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E piano piano siamo diventati punto di riferimento della pasticceria isolana. A me e a mio fratello Federico fu affidata la gestione della pizzeria, che accoglie gli avventori al primo piano su ‘La Terrazza” ed oggi sforniamo le pizze più buone di Sant’Angelo anche perché abbiamo Mario con noi che ha una straordinaria esperienza del mondo pizza e fa parte dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani». Per i piatti Paolo sceglie tutto a chilometro zero: «il pesce lo scelgo direttamente dalle paranze dei pescatori che portano tutto fresco sul porticciolo. Ortaggi e verdure sono di stagione e per quanto possibile appartengono al mio orto personale».

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La famiglia è un tratto distintivo di questo luogo iconico, al mattino spesso c’è ancora la signora Lucia che seleziona la frutta per le ‘cremolate’.

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DOPPIA RIVOLUZIONE.
In primis i lavori che hanno portato alla creazione del primo piano dove si servono soprattutto pizze. Ma prima di ogni cosa i dolci. Oltre al tiramisù e alla caprese, nascono piccole creazioni ispirate alla storia di Sant’Angelo e del suo isolotto. “Cavagrado” è un bignè gigante farcito con crema chantilly e mandorle tostate. Il nome?
Richiama appunto la zona di Cava Grado dove c’è una spiaggetta tipica santangiolese. E ancora il dolce ischitano con nocciole campane e gocce di cioccolato. L’esperienza e la creatività di Paolo hanno richiamato anche tanti americani che si lasciano guidare nella scelta del menu e del vino, ma per loro sono stati creati abbinamenti tra piatti e cocktail. «Questo è il futuro – rilancia Paolo – stiamo studiando cocktail da abbinare alle pizze e ai piatti di pesce.

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Il bello di lavorare con dedizione e passione ti mette sempre in gioco. Noi diamo la possibilità a tutti di scoprire le nostre eccellenze, mettendo in evidenza le risorse che la nostra terra e il nostro mare ci regalano, ma c’è qualcosa che va oltre e che riesce a trasmettere energia: dare vita sempre a nuovi piatti, iniziare nuovi progetti. Suggestioni trasmesse dai nostri clienti che ci donano nuova linfa. E noi siamo sempre pronti a innovarci restando pur sempre legati alle nostre tradizioni».

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