La Basilicata migliore è quella che trovate su Slow Wine 2014
In soli quattro anni la produzione della Basilicata si è praticamente dimezzata, passando dai 208.000 ettolitri del 2008 ai 110.000 dello scorso anno, di cui solo il 10 per cento a Doc o Igt. Segno “meno” (di ben due zeri) anche per la superficie vitata. Insomma, guardando i dati sembra di essere in presenza di un crisi strutturale: la grande tradizione vitivinicola potrebbe ridursi a una mera “testimonianza”. Le nostre visite in effetti confermano uno stato d'animo spesso rassegnato, o quasi.
Due, a nostro giudizio, gli elementi che hanno rafforzato questa tendenza: la decisione di consentire la produzione Doc anche al fuori delle aree originarie, nella speranza di fare “cash” ma, di fatto, determinando l'abbassamento dei prezzi e dunque del reddito contadino. È avvenuto così che l'Aglianico sia stato svenduto alle ditte imbottigliatrici operanti fuori regione. Il secondo aspetto negativo sta nell'incapacità ancora radicata di organizzarsi e stare insieme: quando c'erano condizioni più favorevoli per farlo, si è preferito affidarsi agli enti pubblici per la promozione. Scelta che non ha dato frutti.
Ma non mancano gli spunti positivi che fanno ben sperare, primo fra tutti il cambio di stile, maggiormente centrato sulla bevibilità del vino e sull'espressività territoriale. Una svolta che registriamo abbastanza decisa proprio a partire dall'annata 2009: meno effetti speciali, più fiducia nelle capacità dell'Aglianico di elevarsi nel tempo. Dal punto di vista economico, poi, non è certo indifferente la determinazione con la quale grandi aziende come il Giv e i Feudi di San Gregorio stanno investendo in viticoltura pulita e riqualificando i migliori vigneti. Non mancano le piccole aziende impegnate nella qualità e capaci di offrire spunti molti interessanti in bottiglia. Infine assistiamo con piacere alla crescita di realtà molto ben impostate nel Materano, sicuramente l'area più dinamica e vivace della Lucania.
La Basilicata è il grande polmone verde del Sud: la bellezza del paesaggio, dei suoi borghi e dei castelli federiciani, il turismo della costa e di Matera, la qualità del suolo vulcanico del Vulture, la presenza di una diffusa e interessante biodiversità sono la cornice nella quale è possibile sviluppare un progetto vitivinicolo di ampio respiro.
Diverse verticali dimostrano come l'Aglianico, pur nella diversità di interpretazione, sia un vino capace di regalare forti emozioni nel tempo. Non solo: il frutto del Primitivo nel Materano ha perso quel sentore omologante di “cotto” degli anni scorsi, sostituendolo con freschezza e bevibilità; i bianchi dal canto loro, soprattutto quelli a base fiano e moscato, mostrano spunti sorprendenti. Insomma, siamo impazienti di vivere presto nuove emozioni e avventure di viaggio.
Vini Slow
Aglianico del Vulture Il Repertorio 2010 – Cantine del Notaio
Aglianico del Vulture Teodosio 2011 – Basilisco
Grandi Vini
Aglianico del Vulture 400 Some 2011 – Carbone
Vini Quotidiani
Aglianico del Vulture Grifalco 2011 – Grifalco
L'Atto 2011 – Cantine del Notaio
Sarà possibile degustare questi vini, insieme a tutti quelli delle altre regioni d'Italia che hanno ricevuto un riconoscimento, il prossimo 26 ottobre a Venezia, in occasione della presentazione di Slow Wine 2014.
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