La storia del Piedirosso attraverso Colle Rotondella di Cantine Astroni: 11 annate per la prima verticale del leggiadro rosso campano prodotto nei Campi Flegrei


 

Gerardo Vernazzaro

Gerardo Vernazzaro

di Antonella Amodio

Finalmente possiamo cominciare a parlare del piedirosso con qualche certezza in più in termini di tenuta nel tempo, anche per quei vini originariamente pensati per essere bevuti nell’arco dei tre/quattro anni, come aveva in principio concepito Gerardo Vernazzaro, enologo delle Cantine Astroni, per l’etichetta Colle Rotondella.

Ma la lavorazione, l’evoluzione del vino e la natura, con i suoi tempi e misteri, non smettono mai di stupirci. La dimostrazione arriva dalla verticale di ben 11 annate – organizzata da Cantine Astroni – di un vino catalogato tra quelli “quotidiani” che, senza essere impegnativo, regala comunque all’assaggio piacevoli sensazioni.

Da più di un decennio le cantine storiche, ma anche quelle che si sono affacciate più recentemente sulla scena vinicola, sperimentano il piedirosso in diverse versioni, alcune delle quali studiate proprio per sfidare il tempo. Le stesse Cantine Astroni ne producono una versione da taglio importante: Tenuta Camaldoli, la riserva di piedirosso che – in comune con Colle Rotondella – ha la zona di produzione: la vigna di Camaldoli.

Ma, come dicevamo, è nella semplicità che si trovano i fondamenti della certezza. Così, nella degustazione condotta da Gerardo Vernazzaro e Luciano Pignataro, emerge che il “piccolo” grande piedirosso – o “per ‘e palummo” che si voglia –  Colle Rotondella ha da esprimere tante qualità acquisite nel tempo, alcune delle quali inaspettate, emerse specialmente in quelle annate bizzarre, nelle quali il clima non è stato certo clemente con le sue temperature alte o dove la pioggia è stata la colonna sonora della stagione estiva.

Alcuni lo paragonano per piacevolezza al gamay, il vitigno d’oltralpe coltivato a sud della Borgogna, altri al pinot nero, per il colore scarico e per i profumi caratterizzati da note di frutta e fiori quando è giovane, e note più fini e complesse con l’invecchiamento.

Gerardo Vernazzaro - piedirosso Campi Flegrei

Gerardo Vernazzaro – piedirosso Campi Flegrei Vintage

Il piedirosso dei Campi Flegrei “marca il territorio” e ne delinea i confini della raffinatezza e della leggiadria.  Certo è che Cantine Astroni ha dimostrato, con la semplice formula “aurea” del tempo, come il vitigno piedirosso possa essere declinato in tanti modi per mezzo della componente clima/territorio (terroir per dirlo alla francese) mantenendo quei tratti distintivi unici che riportano al vitigno e ai Campi Flegrei.

Dall’annata 2007 i tempi di macerazione sono diminuiti, passando da 15 giorni a circa 7 nelle ultime annate, ottenendo così vini lineari, snelli ed eleganti. Ecco che cosa è emerso dalle 11 annate di Colle Rotondella, più due di piedirosso Campi Flegrei extra batteria, che hanno stupito e meravigliato.

Colle Rotondella

Colle Rotondella

Colle Rotondella Campi Flegrei 2007
Granato vivo e luminoso. Ampio spettro aromatico dal quale emergono note di humus e di chiodi di garofano: fresco, magro e verticale. All’orizzonte ha ancora anni di maturazione. Consistente, ampio e lungo.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2009
Annata caratterizzata dalla pioggia. Colore granato scarico con qualche sospensione. Note fumé, castagna, nuance ferrose con accenno ossidativo. Un vino stanco, frutto di una non felice annata.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2010
Granato luminoso. Olfatto caratterizzato da note vegetali e da sottofondo balsamico. Salmastro all’assaggio, in rilievo la freschezza e la nuance di pepe nero. L’annata fredda lascia la traccia di leggero amarognolo sul finale.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2011
Granato intenso e note polverose al naso lasciano poi spazio a pellame, prugna e viola appassita. Al palato è piacevolmente fresco, salino e di bella bevibilità.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2012
Rubino con unghia granata. Luminoso e trasparente. Bella articolazione olfattiva, dalla frutta rossa matura al sottofondo balsamico. Chiude lungo e persistente con note floreali e affumicate.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2013
Rubino granato. Iniziali note di frutta rossa, come il kirsch e i mirtilli, lasciano spazio alla menta, alla salvia e al geranio. Fresco, con evidente acidità e grande bevibilità.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2015
Rubino granato. Nonostante l’annata calda, regala iniziali note balsamiche e di menta che si alternano al framboise e ai chiodi di garofano. Bocca decisamente fresca, tesa e salina.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2016
Annata scarsa e fredda. Granato scarico. Al naso si riconoscono la frutta rossa matura, l’humus, il cappero e un accenno di carruba. Salino, persistente e con buona progressione.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2017
Rubino con unghia granata. Naso variegato con prugna, corteccia e una punta balsamica. Al palato è salino, con corpo magro e di media persistenza.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2018
Rubino trasparente e luminoso. Profilo olfattivo integro e nitido con note di amarena, salvia, rosmarino e accenni boisé in sottofondo. In seconda battuta emergono sfumature di cenere e fumo. Buon corpo sostenuto dalla evidente freschezza. Chiude lungo.

Colle Rotondella Campi Flegrei 2019
Rubino con nuance violacee. Molto tipico all’olfatto con profumi di geranio e viola, poi amarena e tocchi balsamici. Sapore pieno, caldo e salino. Finale di buona lunghezza.

Piedirosso Campi Flegrei Cantine Varchetta 2003
Granato. Olfatto ampio di pietra focaia, carrube, caffè e pepe nero. All’assaggio è articolato anche se manca di freschezza. Caldo e morbido.

Piedirosso Campi Flegrei 1999

Piedirosso Campi Flegrei 1999

Piedirosso Campi Flegrei Cantine Varchetta 1999
Granato luminoso. Note di frutta rossa e di terra bagnata, mentre all’assaggio è fresco, salino e con trama fitta. Il finale è lungo e persistente.

Gerardo Vernazzaro e Luciano Pignataro

Gerardo Vernazzaro e Luciano Pignataro: vent’anni di bevute. Si chiude con un Colle Imperatrice