La Top Ten di Barolo nel cuore organizzata da Davide Bonucci


di Gianmarco Nulli Gennari

Per una volta, il presidente dell’Enoclub di Siena Davide Bonucci ha tradito il prediletto sangiovese per il nebbiolo e ha organizzato al Radisson Hotel di Roma una ricca degustazione dal titolo “Il Barolo nel cuore”. Tra le due annate presenti in prevalenza, 2008 e 2009, la prima al momento sembra avere decisamente una marcia in più e un futuro luminoso. Belle prospettive anche per la 2010, presentata in anteprima da alcuni produttori.

Ecco l’esito degli assaggi nella nostra consueta Top Ten:

1) Barolo riserva 2007 Vigna Rionda – Massolino. Erbe aromatiche, corteccia, sottobosco, oltre le tipiche note floreali; bocca vellutata e scorrevole, verticale, tannino finemente ricamato, elegante, grande persistenza e acidità, frutto purissimo in chiusura. Interpretazione insolita, quasi borgognona, di un cru celeberrimo soprattutto per la sua potenza. Già oggi è pronto e godibile. 94/100

2) Barolo Mosconi 1996 – Bussia Soprana. Ennesima conferma di un’annata ormai leggendaria: 18 anni e non sentirli. Olfatto di bella mineralità, quasi iodato, lato selvatico, cuoio; al palato è fresco e salato, equilibrato e complesso, di notevole dinamica; lunga persistenza ancora su note minerali (dovute anche al terreno del cru, in prevalenza tufaceo) e di spezie fini. 92/100

3) Barolo Cerretta 2008 – Ettore Germano. Naso molto elegante, radici, fiori e tabacco, note minerali e di frutti scuri; polpa tannica ma molto scorrevole, bella ritmica gustativa dall’ingresso al centro bocca, si espande molto bene, grande freschezza acida, finale molto pulito. 91/100

4) Barolo Villero 2009 – Giuseppe Mascarello & Figli. Olfatto molto espressivo: frutti neri, sottobosco, menta, tamarindo; all’assaggio denota un ottimo equilibrio tra l’acidità, il tannino e la dolcezza del frutto, molto puro, succoso. Chiude lungo con toni speziati, floreali e balsamici. Ottimo anche il Barolo “Vigneti di proprietà” di pari annata, ottenuto da un assemblaggio. 90/100

5) Barolo Sarmassa 2008 – Brezza. Naso balsamico, speziato, caffè in grani, frutta secca; bell’ingresso in bocca, tannino in quantità e qualità (di seta), chiude fresco e molto sapido, con nette note agrumate (pompelmo rosa) e di fragola in persistenza. 89/100

6) Barolo riserva 2007 Vigna Rionda – Anselma. Interpretazione molto diversa da Massolino, fin dal colore molto più carico. Note balsamiche e di radici nel bicchiere, netta la viola; al palato il frutto è in primo piano, la beva è succosa, il tannino ancora un po’ ruvido ma di ottima qualità; chiude invece molto elegante sui frutti di bosco. Un “vinone”, tra qualche anno sarà al top. 88/100

7) Barolo Rocche dell’Annunziata 2008 – Aurelio Settimo. Sottili note minerali e terrose, spezie, liquirizia, cacao; al palato è ricco, molto equilibrato tra frutto dolce e freschezza, di bella dinamica, finale profondo e una grinta non comune tra i vini di La Morra. 88/100

8) Barolo Gabutti 2008 – Giovanni Sordo. Effluvi balsamici al naso, macchia mediterranea, frutta secca, spezie dolci; bel contrasto in bocca tra dolcezza del frutto e acidità agrumata, polpa sapida e di buona struttura; finale di media persistenza, ricordi di frutta gialla. 87/100

9) Barolo Margheria 2009 – Massolino. Uno dei migliori 2009 del banco di assaggio, preferibile per ora al 2010 presentato in anteprima. Esplosione di frutti rossi al naso, tabacco e sottobosco; al palato è molto saporito e corposo, il tannino è ancora scalpitante, bella freschezza agrumata in chiusura. 87/100

10) Verduno Pelaverga 2012 – Cascina Massara. Un po’… ereticamente chiudiamo la top ten, dominata da “sua maestà” il nebbiolo, con un bell’esemplare di una tipologia (meno conosciuta di quanto si dovrebbe fuori dalle Langhe) prodotta nel solo comune di Verduno e ottenuta da uve di Pelaverga piccolo. Si tratta di un vino che privilegia la bevibilità e che garantisce versatilità a tavola. Nel bicchiere c’è pepe fresco, passion fruit, noce moscata, tabacco da pipa; in bocca è molto fragrante, con un gusto spiccato di lampone, goloso e stuzzicante, chiude lievemente amarognolo con frutta secca e radici. 86/100