Lavaflava Lacryma Christi Bianco Vesuvio Doc 2016 Bosco de’ Medici


Lavaflava Lacryma Christi Bianco Doc Vesuvio 2016 Bosco de' Medici

Lavaflava Lacryma Christi Bianco Doc Vesuvio 2016 Bosco de’ Medici

di Enrico Malgi

“Le Ali di Mercurio” sono molto grandi quando si dispiegano. Raccolte sotto la loro ombra protettiva ne fanno parte una ventina di aziende vinicole dislocate in tutta Italia che si sentono al sicuro, perché l’enologo stabiese Vincenzo Mercurio non le lascia mai sole, le cura e le coccola sempre.

Anche l’Azienda Agricola Bosco de’ Medici di Pompei è entrata a far parte dell’associazione. E’ nata nel 1996 per opera delle famiglie Monaco e Palomba, che coltivano la vite (sul territorio da moltissimo tempo e quasi interamente allevata a piedefranco pre-fillossera) proprio sui dorsali sulfurei e sabbiosi del Vesuvio nei comuni di Pompei, Terzigno e Boscoreale. All’inizio dell’attività le uve erano conferite alle migliori aziende locali e poi dalla vendemmia 2014 il vino è prodotto direttamente in azienda con eccellenti risultati.

Controetichetta Lavaflava Lacryma Christi Bianco Doc Vesuvio Bosco de' Medici

Controetichetta Lavaflava Lacryma Christi Bianco Doc Vesuvio Bosco de’ Medici

In questi giorni ho assaggiato l’etichetta Lavaflava Lacryma Christi Bianco Vesuvio Doc 2016, confezionata con coda di volpe all’85% e saldo di falanghina. Maturazione in acciaio ed elevazione in bottiglia. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale intorno ai 10,00 euro.

Colore giallo paglierino, con riflessi verdolini. Frutta matura e fiori freschi di primo acchito all’olfatto, in particolare profumi di mela cotogna, pesca gialla, banana, agrumi e ginestra. L’ingresso del sorso in bocca è secco e dissetante, morbido, minerale-vulcanico, sapido, elegante, soave, armonico, leggiadro, scattante, di buona struttura e connotato da una vivezza di buon sapore.
Nel finale, accattivante ed abbastanza persistente, emergono ancora rimembranze sapide e minerali. Ottima esecuzione di un vino pulito ed essenziale, che sicuramente può durare ancora qualche anno, anche se la coda di volpe non possiede la longevità, l’esplosività e l’acidità del fiano e del greco ed in parte della falanghina, ma si difende bene comunque.  Da abbinare ad un bel risotto allo scoglio, sautè di vongole e carne bianca.

Sede a Pompei (Na) – Via Antonio Segni, 43
Tel. 081 8506463 – Cell. 338 2828234 – 339 4209163
[email protected]www.boscodeimedici.com
Enologo: Vincenzo Mercurio
Vitigni: aglianico, piedirosso, falanghina e coda di volpe