Lsdm 2018: Alfonso Caputo, Atelier Think Green in collaborazione con D’Amico


Alfonso Caputo

di Antonella Petitti

Tre generazioni, cinquant’anni di ricordi ed avventure alla Taverna del Capitano. Lo chef Alfonso Caputo sa bene cosa significhi stare in cucina, merito della sua storia di famiglia ma anche della caparbietà e del talento che gli ha fatto meritare la prima stella Michelin a soli 23 anni.
Protagonista dell’Atelier “Think Green”, moderato da Marco Lombardi, si è divertito a svelare le dietrologie di alcune delle “invenzioni” che finiscono nel piatto. E’ il caso dei ricci di mare che tostati ben bene “per sbaglio”, sono poi finiti nella moka, portando in tavola un caffè decisamente inusuale.
Così ad LSDM 2018 Alfonso Caputo ha presentato una “Triglia cruda con moka di ricci di mare, brodo di cavolo nero e pomodoro secco D’Amico”.

Un piatto nato di certo non per incontrare il consenso di tutti, ma per riflettere e ragionare davvero su cosa c’è dietro la scelta dei tanti particolari necessari a dargli vita.
“Mi sono divertito a mettere i ricci tostati al posto del caffè e l’acqua e limone nella base, se avessi scelto di servire la triglia cotta sarebbe stato un piatto più semplice, ma io amo il pesce crudo”.
Di recente alla Taverna del Capitano si è affacciata la quarta generazione, “la presenza dei nostri ragazzi mi sprona a fare meglio, ci sono i timori che appartengono a noi adulti ma è normale. Ci tengo sempre a ricordare loro che gli chef devono stare in cucina, se vogliamo continuare a servire alta ristorazione non possiamo perderci dietro ai riflettori. Io manco poco, programmo bene, perché la cucina è l’espressione di quel momento dello chef e se non ci sei cosa esprimi?”