Matera | Al Falco Grillaio è il ristorante da non perdere
di Talia Mottola
Matera non ha vincoli nè pretese, è lì immobile, e silenziosa racchiude una storia immensa che è stata attraversata da culture e percezioni artistiche di registi e fotografi che tra i Sassi hanno girato e catturato tra le più belle immagini.
E’ una delle città più antiche al mondo, abitata fin dalla Preistoria. Famosa per i “Sassi”, solo dopo rivalutati, queste strutture abitative ricavate nella roccia sono salite alla ribalta per la prima volta grazie a Carlo Levi che nel suo “Cristo si è fermato a Eboli” ne descrisse l’arretratezza e la profonda povertà: nei Sassi uomini e animali vivevano l’uno a fianco all’altro per lottare insieme contro la miseria.
Definita in un primo momento “vergogna nazionale” dal leader del partito Comunista italiano Palmiro Togliatti che per primo giunse nel capoluogo lucano nel 1948 per guardare con i propri occhi come gli abitanti di quella civiltà contadina meridionale vivevano, è stato poi nel 2019 che Matera è divenuta capitale della Cultura Europea.
Tra le vie dei Sassi la prima sosta obbligatoria è da Giuseppe Marrakech, brigante dei giorni nostri, lui che i Sassi non li ha abbandonati ricavando nel suo un laboratorio di artigianato: impossibile andare via senza aver comprato almeno un marchio da pane.
In una Matera, contadina e rurale, il pane era ed è fondamentale. Le famiglie materane usavano timbri con iniziali o simboli per identificare il proprio pane cotto nei forni comuni, non panifici quindi ma forni. Questi timbri avevano anche significati simbolici e magici, augurando prosperità, fertilità e allontanando il male, e potevano rappresentare un dono in segno di amore e di proposta di matrimonio.
Il pane è la prima cosa che chiedo quando mi siedo a tavola da “Al Falco Grillaio”, il mio posto del cuore qui a Matera. Aperto dal 1999 porta il nome del piccolo rapace che ha reso la Murgia Materana il suo simbolo, nidificando nelle cavità degli edifici antichi e in cassette nido appositamente installate.
La cucina di questo ristorante in via Ridola ha tutto a che vedere con le tipicità lucane, non mancano contaminazioni della vicina Puglia. Io parto dagli antipasti: peperoni cruschi, baccalà fritto, fiori di zucca pastellati, fave e cicoria e polpette rigorosamente di pane con fonduta di caciocavallo podolico.
Da non sottovalutare l’olio che portano a tavola, monocultival coratina, pugliese dal gusto intenso, fruttato, amaro e piccante, con sentori di carciofo, mandorla verde e foglia di pomodoro.
La cucina è a base di carne, agnello per lo più, e lo prediligo su tutte le pietanze optando per un primo con ragù bianco d’agnello appunto e per secondo involtini di animella “iummaredde” assolutamente da provare per chi ama i sapori decisi e forti.
L’anima di questo locale si respira sin da subito: autenticità in cucina e nell’allestimento della sala. Il bianco delle pareti mette in risalto le sedie in legno curvato di faggio e le foto in bianco e nero appese alla parete a raccontare la Matera dei Sassi, della terra della Murgia, la Matera della “vergogna” poi diventata uno dei gioielli d’Italia e d’Europa.
Al Falco Grillaio troverai una cucina semplice, con un’ampia varietà anche per i vegetariani.
Il prezzo medio si aggira intorno ai 30-40 euro a persona
Al Falco Grillaio via Ridola 17, Matera








