Mihao, Portici: lo street food giapponese nato da un viaggio di rinascita
di Ornella Buzzone
Con Emanuele Raniello ci conosciamo da anni, al Granatello il suo Primo Piano è stato una casa comune per tanti. La nostra amicizia è fatta anche di strade difficili, di una malattia che logora prima la mente e poi il corpo, e di quella scelta ostinata di rimettere insieme i pezzi e tornare a inseguire un sogno. La sua ripartenza ha un timbro preciso: ventiquattro giorni da solo in Giappone subito dopo un’operazione, un gesto radicale per ricominciare a vivere, sorridere e assaggiare tutto ciò che la cucina di strada potesse offrire. Da quel viaggio nasce Mihao, a Portici, un posto che non è solo ristorante, non è solo cocktail bar, non è solo rifugio musicale, ma un ibrido consapevole dove si può venire per bere bene, ascoltare vinili, mangiare e ritrovarsi.
Il nome racconta già molto. Durante la visita a un tempio, mentre fotografava i famosi gatti portafortuna, un monaco lo ferma e gli chiede se conoscesse davvero la storia di quel simbolo. Poi gli dice che lui ha oltrepassato la tempesta. Lui si è riconosciuto in quelle parole e ha pensato di chiamare il locale con il nome giapponese del gatto, ma era troppo lungo. Ne è nato Mihao, un richiamo al miagolio e a quell’icona beneaugurante che ricorre in tanti dettagli del locale.
La visione è chiara: un Hi-Fi bar sul modello giapponese, dove la qualità dell’ascolto è centrale, e una cucina che guarda alla strada asiatica partendo dal Giappone e aprendosi a Cina e Thailandia. La squadra è ampia e competente. L’impianto audio, progettato a mano dall’ingegnere del suono Antonio Ruggiero, monta un mixer valvolare rotary e gira solo vinile dal martedì alla domenica, con serate che passano dal jazz al sabato più disco fino ai classici italiani della domenica. La casa di Mihao custodisce una cantina che presto ospiterà degustazioni e sakè, un giardino con un agrumeto di mandarini e due orti. In uno, in collaborazione con Slow Food, si coltivano verdure del territorio da affiancare ai piatti nipponici. Nell’altro crescono le botaniche del bar, rosmarino e basilico in primis, che profumano la mixology.
Mihao è una società fatta di persone e ruoli chiari. I soci e le figure che danno forma quotidiana al progetto sono Emanuele Raniello, ideatore e cofondatore; Valerio Cozzolino, responsabile di sala con esperienza in ristoranti giapponesi all’estero; Davide Totaro, Dat Boi Dee, produttore musicale che ha curato identità sonora e set-up; AlessioOlivieri, bar manager e guida della mixology; Carmine D’orsi, sommelier e riferimento sulla cantina; Antonio Improta, socio anche di Primo Piano e spalla gestionale quando Emanuele non c’è. A completare il quadro, l’impianto audio firmato da Antonio Ruggiero e una brigata di cucina che unisce disciplina giapponese e sensibilità mediterranea.
C’è anche una nota che merita un posto speciale. lo chef Pasquale Formisano, che per dieci anni ha guidato la cucina di Primo Piano al Granatello oggi, dall’apertura di febbraio, affianca la brigata di Mihao e si occupa soprattutto dei cibi caldi.
La mia esperienza da Mihao è cominciata a tavola e ha seguito il filo del viaggio di Emanuele. Il primo incontro è stato con il Nigiri Wagyu, un boccone di riso sushi sormontato da una fetta sottile di Wagyuappena scottata, morbido e sapido in equilibrio, il grasso che fonde e lega il riso.
È arrivato poi il Tiradito Nikkei, sottili fette di pesce crudo e una salsa tiradito all’aji amarillo, agrumata e piccante al punto giusto, l’esempio più limpido dell’abbraccio tra Giappone e Perù.
L’Onigiri di cernia ha portato in tavola la semplicità perfetta: triangolo di riso avvolto da nori, cuore di pesce sodo e marino, un boccone pulito che sa di viaggio in stazione e di pausa in strada. I Gyoza di maiale, cotti al vapore e poi dorati, hanno offerto la doppia texture che crea dipendenza, con un ripieno profumato di verdure e fondo saporito.
I Gyoza di gamberi hanno cambiato passo grazie alla bisque di gambero rosso, profonda e avvolgente, che amplifica la dolcezza dello gnocco e ne allunga il morso. I Takoyaki, palline di pastella e patata ripiene di polpo, fritte e lucidate con salsa teriyaki e maionese giapponese, sono arrivate ornate da scaglie di katsuobushileggere come respiro caldo, quel movimento che incanta e che a Tokyo ti ferma sotto un’insegna.
Il percorso ha avuto un momento scenografico con l’Oshizushi, lo sushi pressato: strati armonici di riso e pesce, astice al vapore e salmone, a cui si unisce la copertura di hamachi scottata. È una geometria che mette ordine ai sapori e ricompone in un unico morso consistenze diverse.
I Rolls con ventresca di tonno sono un esercizio di opulenza ben gestita. Fuori la ventresca e il gambero rosso di Mazara, dentro spigola, tonno e avocado, un’alternanza di mare grasso e verde burroso che riempie senza appesantire.
I Noodles con gamberi e verdure, saltati al wok, hanno il respiro della strada, calore vivo, verdure croccanti, mazzancolle succose, il profumo del fumo che resta appena un attimo e poi scompare. In chiusura, la Fluffy Japanese Cheesecake ha pulito l’insieme con la sua leggerezza aerea, un dolce che non stanca e che invita al secondo cucchiaio.
Mihao è nato dalla testardaggine di trasformare una tempesta in occasione. Portici non è sfondo, ma scelta. Qui un format internazionale mette radici in provincia e diventa un luogo dove passare per un drink, fermarsi per un disco, sedersi per un piatto e magari ritornare per scoprire un dettaglio in più. Nel piatto e nel bicchiere c’è il Giappone della strada, nel suono c’è il vinile che riscalda i ricordi, nel giardino c’è l’orto che parla la lingua di casa. È la prova che ricominciare è possibile, e che a volte le grandi città non hanno il monopolio della qualità. Qui, tra mandarini e giradischi, l’idea di Emanuele ha trovato la sua forma e io, nel raccontarla, ho ritrovato il senso di un viaggio condiviso.
Mihao World
Via Salvatore Pagliano, 5, 80055 Portici NA
Tel. 081 775 2502
Prezzo medio a persona 50 €
https://www.mihao.it/













@Ornella, bel pezzo, anche le foto sono decisamente sopra media
Ma grazie mille