Moccia, il Piedirosso degli Astroni


Queste volpi passano e spassano tra il bosco degli Astroni e una vigna confinante di Piedirosso, mangiano l’uva e fanno disperare Raffaele Moccia che, astuto partenopeo, da questo problema ha tratto vantaggio chiamando Vigna delle Volpi il suo cru di Piedirosso dei Campi Flegrei doc.Evviva, il vitigno tanto più tipico quanto ancora poco valorizzato della Campania si esibisce in una fermentazione in acciaio con passaggio in barrique per circa otto mesi perché così ha deciso l’enologo Maurizio De Simone. Quell’altra volpe di Umberto Mastricano, suo tutto il Taurasi di Celia Romano, profonde fascino e sapienza di vendita come solo lui sa fare ed ecco, finalmente, un prodotto da amare e da bere.Il naso, a differenza del solito, è ricco, floreale e con note speziate mentre in bocca c’è sicuramente la freschezza ma il legno regala la giusta spalla al bicchiere. Così il terreno nero del vulcano spento registra un’altra azienda, la seconda dalle parti di Agnano a testimonianza di come le cose stiano cambiando: la città recupera in parte la dimensione rurale grazie all’esempio delle zone interne. E in effetti Raffaele ha preso in conduzione l’azienda fondata dal padre Gennaro nel 1960, quasi quattro ettari di cui la metà vitata a piedirosso e falanghina. Dopo aver conferito l’uva per tanti anni ha deciso di etichettare in proprio e il 2002, anno di nascita di numerose aziende, è la sua prima vendemmia. La Falanghina, confermiamo quanto scritto in precedenza, si esprime bene nonostante l’anno difficile mentre il Piedirosso base vinificato in acciaio conferma le sue caratteristiche tipiche. Noi l’amiamo perché in questo periodo siamo decisi sui bianchi. Raffaele vive in campagna dentro la città più antica d’Italia, coltiva la vite e alleva conigli la cui tracciabilità è ben chiara, essendo l’azienda agricola dotata di un macello proprio. Va bene il coniglio di fossa all’ischitana con il piedirosso di D’Ambra, ma qui l’abbinamento è una bella sorpresa, un segno della nuova civiltà rurale di cui tutti avevamo bisogno. A proposito, civiltà sono anche vini con soli 12 gradi.