Monacello Primitivo di Matera Doc 2012 | Voto 87/100


Monacello Primitivo Matera Doc 2012 Parco dei Monaci

Monacello Primitivo Matera Doc 2012 Parco dei Monaci

Tenuta Parco dei Monaci
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: 15,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 30/35

Non c’è da stupirsi se una volta tanto voglio parlare di un Primitivo materano, anziché pugliese. D’altra parte la provincia di Matera confina a nord-est con i comuni di Altamura e di Santeramo in Colle, che ricadono nella Doc Primitivo di Gioia del Colle, e poi fa parte del Parco della Murgia Materana, che altro non è se non la prosecuzione della Murgia Barese, un altopiano ondulato e di natura calcarea, contrassegnato da profonde fenditure nella terra come i canyons americani, chiamate Gravine.

In questo territorio è nata nel 2007 la Tenuta Parco dei Monaci, appartenente a Matteo e Rosa Trabacca, che è stata inserita nell’ambizioso progetto “Le ali di Mercurio” insieme a tutte le altre venti aziende seguite dall’enologo Vincenzo Mercurio. Il toponimo aziendale vuole ribadire il forte legame che esiste da secoli tra questa terra e la congrega dei Monaci Benedettini, che si insediarono qui nel 1500 e che nel XVIII secolo impiantarono per primi i ceppi di primitivo.

Tenuta Parco dei Monaci è una “fattoria verde”, perché adotta un approccio ecosostenibile a tutto il processo di lavorazione delle uve, dalla vigna alla cantina e fino all’imbottigliamento dei vini, potendo contare su un fabbisogno energetico di risorse naturali al 90% proveniente da fonti rinnovabili. L’azienda, in conversione biologica, produce due etichette col primitivo, un rosso ed un rosato, e/o un rosso con lo stesso primitivo ed uve internazionali.

Monacello Primitivo Matera Doc 2012: anche qui, come si può notare, il richiamo ai monaci benedettini è esplicito. Da sottolineare anche che la Doc Matera è stata introdotta nel 2005, la più giovane a livello nazionale. Maturazione in acciaio, tonneaux e boccia per circa un anno. Gradazione alcolica di quindici e mezzo.

Colore denso e scuro che vira verso un rubino concentrato. Chiare le percezioni di intensi ed ammalianti profumi del sottobosco; seguite da reminiscenze di fiori rossi; da tocchi erbacei; da effetti speziati; da infiltranti pulsazioni minerali; e da essenze di liquirizia, di tabacco e di mentolo. L’ingresso del sorso sulla lingua non fa altro che confermare le prime impressioni: questo vino ha caratteristiche identiche a quelle del Primitivo d’altura gioiese: è caldo, austero, vigoroso, strutturato, carnoso e corposo, ma è anche morbido, fresco, sensuale, rigoroso nello sviluppo ed è detentore poi di tannini nobili ed aristocratici, piacevolmente suadenti e levigati. Input finale trascinante, persistente e godibile. Gran bel vino davvero, sicuramente serbevole e specchio di un suggestivo territorio che mette in mostra l’altra faccia della viticoltura lucana, diversa dal contesto vulcanico del Vulture e che fino a poco tempo fa quasi era del tutto sconosciuta. Ottimo prezzo. Da accompagnare con i saporiti piatti della terragna cucina locale. Prosit!

Questa scheda è di Enrico Malgi

Sede a Matera – Contrada Parco dei Monaci
Tel. 0835 314044
[email protected] www.tenutaparcodeimonaci.it
Enologo: Vincenzo Mercurio
Ettari vitati: 4
Bottiglie prodotte: 15.000
Vitigni: primitivo, cabernet sauvignon e merlot