Monte di Procida, Lavinum. Metti una sera di mezz’estate: Sbollando quarta edizione | Bollicine da Sud
di Giulia Cannada Bartoli
Sulla splendida terrazza “a bordo mare”, tra Torregaveta e Lago del Fusaro, in una placida serata di mezz’estate, i fratelli Michele e Mario Scotto Lavina di Lavinum hanno riunito, per la quarta edizione di “Sbollando”, un po’ di bollicine da Sud.
Campi Flegrei prima di tutto e poi Falanghina Beneventana, Asprinio di Aversa, Gragnano e blend di Inzolia e Chardonnay da Campobello di Licata (Ag).

Da dx Lavinum Zizzinella Metodo Ancestrale da Primitivo e Falanghina. Torre dei Chiusi Falanghina Extra Dry, Milazzo Classico da Inzolia e Chardonnay
Apre le danze la bolla ancestrale dei padroni di casa, “Zizzinella” un nome allegro per un vino senza pensieri, dall’aperitivo in avanti, due versioni: Falanghina e Primitivo. Il metodo Ancestrale è una tecnica di spumantizzazione diversa sia, dal Metodo Classico, sia, da quello Charmat-Martinotti, si caratterizza infatti, per la rifermentazione naturale in bottiglia. Con questa tecnica si ottengono vini frizzanti ma con carbonica meno accentuata e più morbida. E’ un vino jolly in abbinamento e che subito finisce, da qui il nome “Zizzinella”, dal proverbio napoletano, “è fernuta a zizzinella” a significare che è finita la pacchia. La beva della Falanghina è davvero piacevole Al naso le note agrumate sono deliziose, in bocca, freschezza e sapidità governano il sorso. Anche più interessante la versione da Primitivo. Naso sottile con note di frutti rossi. Il sorso è succoso, fresco e sinuoso.
A Monte di Procida, a un paio di chilometri c’è Cantine del Mare: Falanghina flegrea spumante: Brezza Flegrea 2022 tra i primi esperimenti sul territorio, con oltre vent’anni di “anzianità” sulle spalle. Metodo Charmat, da vigna in pianura, a Torregaveta, in località “Cavetiello”: perlage fine e di buona persistenza. Al naso emergono in prima battuta note di fieno e agrumate, virando poi verso sentori di mandorla e nocciola tostata, il tutto ammantato da una piacevole scia minerale e marina. Al gusto arrivano agrumi e mandorla, per sfociare in tipica sapidità dovuta al terreno di tufo giallo e all’onnipresenza del mare flegreo che è a due passi.

Da dx Gragnano e Falanghina Frizzante Antiche Radici, Paloma Metodo Classico La Sibilla, Wine for Pizza
A Baia, siamo nel raggio di pochi chilometri, da cinque generazioni lavora la famiglia Di Meo di Vini della Sibilla. La penultima generazione – i due fratelli Vincenzo e Mattia – hanno presentato, quasi un’anteprima, Paloma, Metodo Classico Spumante da uve Piedirosso. Circa 3.000 bottiglie, 24 mesi sui lieviti, è un Nature sans année. Sboccatura manuale, lo scorso aprile. In febbraio i primi campioni sono andati alle guide e a Slow Wine Fair. Decidere di spumantizzare il Piedirosso in purezza è un’operazione coraggiosa per un vitigno di difficile gestione in campo e in cantina. Si presenta giallo dorato luminoso e bollicine fini. Il naso è complesso tra crosta di pane, sbuffi agrumati e note varietali del vitigno. Bellissima freschezza flegrea al gusto, il sorso è elegante e sapido. Sicuramente è un vino che può solo migliorare con l’ulteriore affinamento.
Ci spostiamo sul Cratere degli Astroni: Cantine Astroni Rosè Brut 2023, Metodo Charmat lungo da Piedirosso (60%) e Aglianico (40%). Affinamento sur lies” in acciaio per alcuni mesi e rifermentazione metodo Charmat per 6 mesi/8 mesi. Un bel colore rubino brillante, con perlage fine e di buona persistenza. Al naso è fine con sentori di piccoli frutti rossi, prugna e melograno. Seguono delicate note floreali di rosa e violetta. Il sorso è pieno, elegante, decisamente sapido e minerale, corrispondente all’olfatto, con qualche sbuffo come di matita appena temperata.
Dai Campi Flegrei ci spostiamo nell’agro aversano: Asprinio di Aversa Spumante Metodo Classico Vitematta, Il Principe. Tra Casal di Principe, Villa Literno e Santa Maria La Fossa, qui si lavora su terreni confiscati alla camorra, con cooperative sociali per il recupero di soggetti disagiati. Il vino si presenta giallo dorato brillante e bollicina persistente. Almeno 24 mesi sui lieviti. Al naso note agrumate e tipica, leggera ossidazione. Al gusto predomina la nota minerale, tesa su piacevole scia agrumata e importante spalla acido – sapida.
Cambiamo provincia: Benevento, sulle colline di Torrecuso da oltre trent’anni Torre dei Chiusi della famiglia Pulcino, si misura su falanghina e aglianico. Michaela, Falanghina Extra Dry. Bollicina semplice e gradevole, abbastanza fresca con note varietali tipiche della falanghina beneventana.
Tre bollicine made in Gragnano: Antiche Radici Gragnano Dop Penisola Sorrentina. Il vino di Napoli, delle due giovani fondatrici Francesca e Gilda Iovine, famiglia di viticoltori da tre generazioni. Il territorio, con i Monti Lattari, la vicinanza del mare e del Vesuvio, fa del Gragnano un vino unico, fresco e gioioso. La spuma briosa viene dalla rifermentazione in autoclave. Le viti del Gragnano sono in montagna, ma respirano anche aria di mare, poiché i Monti Lattari degradano verso il Golfo di Napoli, accogliendo la brezza marina. Lo scrittore Mario Soldati: “nonostante il colore, non va bevuto a temperatura ambiente, ma freddo, e freddo di cantina, naturalmente, mai di frigorifero”. Noi abbiamo obbedito, l’abbiamo bevuto molto fresco: il calice, luminoso e trasparente, spazia dal rubino al porpora, con riflessi violacei, la spuma è soffice e tipicamente evanescente. Al naso affiorano note giovani di fragole, lamponi e violetta con qualche sbuffo erbaceo. Il sorso è sottile, sinuoso con una giusta spalla acido/sapida.
Ancora un vino frizzante da Antiche Radici: stavolta falanghina, Bollicine Frizzante, vino easy fresco, fruttato e floreale, jolly per aperitivo o antipasti di mare.
A chiudere il tris di vini frizzanti, Wineforpizza dai Monti Lattari: blend metodo charmat Aglianico e Piedirosso. Nato per la pizza: al naso profumo vinoso e di frutti rossi. Il sorso è morbido, fresco di buona persistenza. E’ andato a nozze sulle pizze in teglia, carrettiera olive e pomodoro e bianca genovese e con il “cuoppo” di pizzelle di alghe by Lavinum.
Last but not least, Azienda Agricola Milazzo Milazzo; Classico, Brut 2022 da Campobello di Licata (Ag). Chardonnay e Inzolia in regime biologico. Tre tipologie di suolo: in Contrada Fondirò, terreni argillosi neri, fortemente minerali. In Contrada Ninotta: suolo bianco con marna fortemente calcarea. In Contrada Arena Nuovo, terreno grigio franco-limoso, dal calcare bianco al medio impasto argilloso. Vendemmia dello Chardonnay nella prima metà di Agosto e prima metà di Settembre per l’Inzolia. Affinamento sui lieviti: minimo 24 mesi. Giallo paglierino delicato, perlage fine e persistente. Il naso è intrigante con sentori agrumati ed erbacei. Il sorso è pieno, decisamente sapido e di lunga persistenza.
Abbiamo affogato le fantastiche ostriche Cocollos e Insula di Latomare Bacoli, proposte dai sommelier delle ostriche di Eurofish Napoli.
A raccontare, con grande leggerezza, il gusto:
Christian Guida, resident chef, con Mattonella di riso al nero di seppia, seppia, peperoncino verde e menta, croquette di salmone e provola, e un succulento mini bun con scottona, crauti e salsa barbecue.
Aguglia, Osteria di Mare di Bacoli: lo chef – patron, Alessandro Costigliola, ha realizzato un fresco e sapido mini bun con palamita e pomodori.
Lo chef di Lavinum ha chiuso il “lato salato” con un saporitissimo Gnocchetto ai tre pomodori, peperoncini verdi , cozze di Bacoli e canestrato.
La chiusura dolce è stata affidata al noto pasticciere Giuseppe Ratto di Frattamaggiore (Sa). Piccola pasticceria a profusione: Babà, bignè alla nocciola e tartellette con mousse al limone e meringa.
Fresca e colorata la torta “Sbollando” dalle sapienti mani di Christian Guida.
Una serata ben orchestrata, armoniosa: calici sbicchierati con sorrisi e spensieratezza, come deve essere il vino di questi tempi. Servizio vino tutto al femminile, affacciati su una meravigliosa terrazza flegrea, respirando aria di mare, con tanto di chitarra e luna piena.












