Lavinum, Ĵnesta 2024 | La Falanghina flegrea che sa di mare e ginestra


La vigna tra mare e ginestre

La vigna tra mare e ginestre

di Giulia Cannada Bartoli

I montesi sono da secoli popolo di naviganti, emigrati, contadini e vignaioli…

Qui il mare e la terra sono elementi straordinari, simboli di un territorio che ha visto nella coltivazione dell’uva e nella navigazione marittima le originarie risorse economiche di Monte di Procida.

I Campi Flegrei, una terra “ardente”, non solo per il magma di fuoco che bolle nel sottosuolo, ma, soprattutto, per la vita lussureggiante del “sopra” che esplode ad ogni angolo. Rischio continuo e, al tempo stesso, ricchezza marina, enologica e agricola.

Gli Scotto Lavina nascono come famiglia di armatori e, dopo tanti anni di lavoro e soddisfazioni in questo campo, decidono di riconvertirsi nella produzione di vino, forti anche della tradizione popolare di vinificazione a uso familiare propria di tutto l’areale flegreo.

Nel 2018 nasce Lavinum e con essa rinasce un vigneto storicamente arroccato sui terrazzamenti del monte di Torregaveta fino ad arrivare su in cima, alla “piana di toro seduto” (così denominata per la particolare conformazione della roccia che disegna il profilo di un capo indiano) che sembra dominare a 360 gradi la caldera flegrea.

Dal monte di Torregaveta si gode un triplice panorama: il Golfo di Napoli e il Vesuvio a Est, Procida e Ischia a Sud, il lago Fusaro, con la Casina Vanvitelliana a ovest.

Tanti gli aspetti accomunano i due mondi, diceva sempre nonno Michele “Vapuretto” (capostipite e tra i primi padroni marittimi di Monte di Procida), “chi è padron’ d”o mare è padron’ d”a terra”.

Nonno Michele, aveva una piccola imbarcazione a vela latina che trasportava pozzolana, così veloce da sembrare un vaporetto…da qui il soprannome…Vapurett

A Lavinum si arriva percorrendo “pericolosamente” una stretta e ripida mulattiera, con tanto di semaforo: due auto in senso opposto non ce la fanno!  La “strada”  panoramica preannuncia al primo sguardo il fascino unico di questo luogo.

 

Jnesta Falanghina Campania Igt

Jnesta Falanghina Campania Igt

 

Jnesta in dialetto montese significa ginestra, nomen omen: in una terra traboccante di ginestra fiorita, baciata dal sole e dal mare, nasce questa Falanghina, per il momento, Campania Igt, ma con tutti i caratteri della Falanghina Flegrea Dop.

Mario e Michele Scotto Lavina

Mario e Michele Scotto Lavina

I fratelli Michele e Mario Scotto Lavina, hanno trasformato una struttura rurale dell’Ottocento in cantina e luogo di accoglienza: un casolare arroccato sull’alto costone di tufo giallo con vista sulla spiaggia di Torregaveta e sul lago del Fusaro.

Lavinum, il casolare in tufo restaurato

Lavinum, il casolare in tufo restaurato

 

Oltre al restauro della struttura in tufo, sono stati recuperati i terrazzamenti e risistemati i vigneti.

Una parte del cellaio ospita il forno e una delle due sale

Una parte del cellaio ospita il forno e una delle due sale

Il grande cellaio dell’antica casa cantina, con pareti in tufo, ospita le due sale del ristorante. Un grande forno a legna domina la sala dalle pareti impermeabilizzate con calce e lapilli.

Mise en place mediterranea

Mise en place mediterranea

Mise en place semplice, azzurro mare con tavoli in ceramica a picco sulle onde di Torregaveta.

Christian Guida con l’inconfondibile bandana

Christian Guida con l’inconfondibile bandana

In cucina c’è Christian Guida, classe 1990, esperienze solide in terra flegrea. I suoi piatti mettono insieme le diverse identità del territorio flegreo. Tra i classici sempre in carta ci sono i bucatini al ragù di coniglio e le pennacce alla genovese.  In questo periodo, da non perdere lo spaghettone con cozze alla Nerano. L’arte bianca e le lievitazioni sono un’altra grande passione dello chef che sforna quotidianamente pane e quanto viene servito nella prima colazione, brioche, pan bauletto, fette biscottate e piccoli dolci.

A servizio del ristorante anche un orto da cui lo chef attinge prodotti di stagione, erbe aromatiche, cicerchia flegrea inclusa.

Tartare di mormora

Tartare di mormora

Il pesce freschissimo arriva da paranze e barche d’altura che da Procida attraccano a Torregaveta o ad Acquamorta.

La spettacolare terrazza a picco sul mare

La spettacolare terrazza a picco sul mare

 

Dalla bellissima terrazza, dove si fa aperitivo e ristorante nella bella stagione, s’intravedono i resti delle antiche vasche romane per l’allevamento delle anguille di Villa Vazia.

Villa Vazia, foto d’epoca

Villa Vazia, foto d’epoca

La storia di Villa Vazia è molto affascinante…

I resti delle costruzioni romane che s’intravedono sulla collina di Torregaveta possono con buona probabilità essere identificati con la Villa maritima di Servilius Vatia, lodata da Lucio Anneo Seneca («non mi sembra sbagliata la scelta di Vatia di questo sito, nel quale trascorrere il suo tranquillo otium senile» Epistole 55, 6-7) per l’ingegnosa disposizione di due grotte-ninfei (speluncae), per le peschiere, e per la felice esposizione al vento Favonio.

Costruita come tranquilla residenza al mare, la villa passò poi con il lago al demanio imperiale.

Publio Servilio Vatia Isaurico (Publius Servilius Vatia Isauricus; 120 a.C. – 44 a.C.) fu un importante capo militare e uomo politico e della Repubblica romana. Silla lo fece eleggere console nel 79. L’anno successivo fu proconsole in Cilicia, con l’incarico di sgominarne i pirati. Vatia riuscì a sconfiggerli, obbligandoli a rifugiarsi tra le montagne.  Vatia, comandante energico e risoluto, prese quasi subito la città di Olimpo in Licia, prese poi Phaselis e Corico (Corycus). Fece attraversare il Tauro all’esercito romano per la prima volta e diresse verso la capitale degli Isauri, Isaura, che conquistò facendo deviare il corso di un fiume e prendendola per sete. Fu acclamato imperator dalle truppe e ricevette l’agnomen Isaurico. Tornò a Roma nel 74 celebrando un trionfo.

Divenne uno degli uomini di maggior spicco del Senato, ed è citato frequentemente negli scritti di Marco Tullio Cicerone: in particolare fu uno dei giudici del processo contro Verre (70 a.C.). Combatté nell’ultima fase della terza guerra mitridatica, quale comandante della flotta, a fianco di Pompeo Magno. Nel 63 venne sconfitto nelle elezioni a pontefice massimo da uno degli uomini che avevano servito sotto di lui contro i pirati: Gaio Giulio Cesare; nello stesso anno sostenne Cicerone nella soppressione della congiura di Catilina; nel 57 fu tra coloro che aiutarono Cicerone a tornare dall’esilio, nel 55 ricoprì la carica di censore assieme. Non prese parte alle guerre civili, probabilmente a causa della sua età avanzata. Morì nel 44, all’età di circa 80 anni”.

Camera 'Procida'

Camera ‘Procida’

Torniamo al Wine Resort: al piano superiore ci sono quattro camere per l’ospitalità, con vista panoramica tra mare e vigneti, colori mediterranei e nomi legati al territorio: Baia, Cuma, Gaveta e Procida.

La guida enologica è di Gianluca Tommaselli, che lavora da anni con mano sicura sui vitigni flegrei. Qui vinifica uve Falanghina, Biancolella, Piedirosso e Primitivo, per quattro etichette, un bianco fresco e uno spumante da Falanghina  metodo ancestrale; due rossi entrambi da Primitivo e un Piedirosso affinato in acciaio.

In campagna lavorano i fratelli Scotto Lavina che si sono specializzati anche con corsi di potatura.

Il vino di Monte di Procida vanta una lunga tradizione: era apprezzatissimo durante il Regno di Napoli e considerato uno dei migliori in assoluto, oltre ad essere uno dei più cari.

Michele Scotto Lavina in cantina

Michele Scotto Lavina in cantina

Completamente scavata nel tufo, la cantina è stata ricavata dalle antiche cisterne del cellaio, dove una volta veniva raccolta l’acqua piovana e utilizzata anche per conservare il cibo. L’acqua veniva un tempo impiegata anche per bere: per depurarla si liberava un’anguilla che si nutriva di ogni impurità! La temperatura costante di circa 16 gradi, sia in estate sia in inverno, garantisce la conservazione ottimale del vino.

Il vigneto fronte mare

Il vigneto fronte mare

Il vigneto di circa due ettari, esposto a nord/est a circa 100 metri s.l.m., è accarezzato dalla continua brezza marina che limita anche le patologie fungine. La falanghina è allevata a sistema misto Guyot/Sylvoz.

Il giro tra i vigneti è avventuroso: in quad, guidato da Michele, sostando tra ginestre e profumi fino al vigneto di primitivo da cui s’intravedono Ischia e Procida e, nelle giornate limpide, persino Ventotene.

Vendemmia nella prima decade di settembre, affinamento in acciaio per circa 7 mesi e successivo affinamento in bottiglia.

Jnesta, giallo ginestra

Jnesta, giallo ginestra

Veniamo al vino, Falanghina e piccolo saldo di Biancolella.  A circa un anno dall’ imbottigliamento il calice si presenta giallo paglierino brillante con marcati riflessi dorati. Il naso è sottile e verticale: esordisce con sbuffi agrumati e citrini e una leggerissima nota di idrocarburi. Seguono delicate note floreali e di macchia mediterranea. Il naso chiude con tipiche note iodate e salmastre (il mare è a un passo) e succosi rimandi di pesca bianca e mela. Il sorso è fresco e pieno, corrisponde precisamente all’olfatto. Una deliziosa e persistente scia sapida e minerale, tipica del territorio vulcanico montese, governa l’assaggio.

Il contenuto alcolico moderato (12%) ne fa sia, un vino di fresca e spensierata beva da abbinare alla sapiente cucina campagnola e di mare di Christian Guida. Nonostante il leggero saldo di Biancolella, è assolutamente una falanghina flegrea con tutte le carte in regola per la Dop. Freschezza e mineralità garantiscono un calice da bere piacevolmente anche tra qualche anno.

Interessante il progetto grafico dell’etichetta che riproduce il promontorio su cui fu edificata Villa Vazia e la ginestra il cui profumo irrompe sovrano in ogni angolo.

Più che buono il rapporto prezzo/qualità: circa 10,00 € in enoteca.

I progetti sono ambiziosi: evolvere la produzione vinicola verso la Dop Campi Flegrei, incrementare il numero di bottiglie da distribuire nei canali Ho.re.ca.

Lavinum è un “buen retiro” a poco più di mezz’ora da Napoli per turisti italiani e stranieri.

Gli stranieri in particolare restano assolutamente ammaliati dalla bellezza che li circonda

L’accoglienza enoturistica va molto forte con wine tasting, visita ai vigneti e alla cantina e aperitivi nella vigna panoramica.

Bellezza Slow Flegrea

Bellezza Slow Flegrea

Da terreni abbandonati e da un vecchio casolare è nato un progetto d’infinita bellezza: Lavinum Wine Resort è uno scrigno di stupore e sorpresa, capace di emozionare e esaudire il desiderio di lentezza e pace, cui oggi tutti aneliamo.

Ora e sempre: que viva Campi Flegrei!

Via Torregaveta 137 bis, 80070 Monte di Procida (Na), Zona Torregaveta, ettari: circa 3.
Bottiglie circa 9.000, secondo l’annata.
Vitigni: Falanghina, Biancolella, Piedirosso, Primitivo, Aglianico. Enologo: Gianluca Tommaselli WhatsApp: 353.39.81.170, Cell. 353.39.81.170,
[email protected], www.lavinum.it

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