Paglierino&dorato nel Sannio, laboratorio Fisar sui colori della Falanghina


di Alessandro Marra

Da sinistra: Alessandro Marra, Giuseppe Rillo, Achille Antonaci e Gabriele Calabrese (Foto di Domenico Vetrone)

VinEstate 2009 a Torrecuso: il vino che veste l’abito

Paglierino&Dorato: questo il nome del laboratorio sensoriale che ha aperto l’ultima edizione di VinEstate, svoltasi dal 4 al 6 settembre scorsi a Torrecuso, nel Sannio.
Primo di una mini-serie di tre momenti di degustazione, l’incontro – condotto dal delegato provinciale FISAR Giuseppe Rillo e dei sommeliers Achille Antonaci e Gabriele Calabrese- si è svolto nella sala consiliare del palazzo comunale, recentemente ristrutturato, ed ha visto la partecipazione di circa 40 eno-appassionati. Un momento per sottolineare una volta di più il pregio delle caratteristiche organolettiche e sensoriali dei vini ottenuti da uve falanghina,nelle diverse interpretazioni delle cantine del territorio e con le diverse sfumature di colore, dal paglierino al dorato; e un’occasione per porre ancora una volta l’accento sulla grande versatilità di accompagnamento “a tavola”. Significativi i campioni prescelti e – come detto – infinite le possibilità di abbinamento gastronomico: due spumanti metodo charmat extra-dry per l’aperitivo, gli antipasti e le cruditè o da azzardare su qualche dessert; due vini classici per l’abbinamento ai piatti di mare o di carni bianche; una vendemmia tardiva “ad uso meditativo” o da sorseggiare con qualche formaggio; due passiti, da centellinare sui dolci o, perché no, ancora sui formaggi.
FALANGHINA SPUMANTE EXTRA-DRY, AZIENDA AGRICOLA IL POGGIO Timido colore giallo verdolino e buona luminosità. Perlage abbastanza fine, bollicine non numerosissime e piuttosto evanescenti. Si lascia apprezzare per i profumi di frutta e fiori, di discreta intensità ed eleganza; ma, soprattutto, per la grande facilità di beva. Un sorso snello (dopotutto il titolo alcolometrico è dell’11%) e leggermente abboccato, abbastanza morbido e certamente coerente con l’analisi olfattiva. Un vino abbastanza armonico, pronto da bersi; persistenza piacevole anche se un po’ corta (si sa, il metodo di produzione non dà grandi risultati quanto a perlage e intensità di sensazioni al palato).
FALANGHINA SPUMANTE EXTRA-DRY, TORRE DEI CHIUSI Saliamo leggermente con il tenore alcolico che si attesta sui 12%; allo stesso modo, il colore è giallo paglierino, anch’esso di buona luminosità. Il perlage è fine e abbastanza persistente; bollicine poco numerose. Cambiano i colori, cambiano le percezioni: maggiormente intense che nel precedente campione, vicine alla frutta leggermente più matura, tra cui si distinguono la pera e la banana. Compare anche un sentore erbaceo, con sbuffi di salvia. Anche qui, grande piacevolezza di beva grazie alle ottime doti di freschezza e sapidità. Al palato è più persistente ed elegante del precedente. Armonico ed abbastanza equilibrato (le durezze sono giustamente predominanti).
FALANGHINA 2008, AZIENDA AGRICOLA LA DORMIENTE, TABURNO D.O.C. Le tonalità cromatiche del giallo paglierino sono intermedie rispetto ai due campioni precedenti, contraddistinte da buona luminosità e pari consistenza. Al naso ha un profumo intenso e discretamente elegante. Non particolarmente complesso, più fruttato che floreale. Coerente in bocca, dove ritroviamo tutte le peculiarità del vitigno quanto a freschezza e sapidità (potrei quasi fare a meno di dirlo). Qui il sorso è secco e di deciso tenore alcolico. I 13 gradi e mezzo si sentono tutti ma sono ben bilanciati. Credo meglio in bocca che al naso.
FALANGHINA 2008, OCONE – AGRICOLA DEL MONTE, TABURNO D.O.C. Ci rimettiamo in marcia verso le tonalità del dorato. Il giallo paglierino è più intenso e leggermente più luminoso del precedente. Ci aspettiamo un vino più succoso data la consistenza e il colore dell’abito; e così è. I profumi sono eleganti e intensi, di maggiore complessità: frutta esotica, banana e pere più mature. Al palato, è secco e inaspettatamente meno caldo (i gradi sono 12 e mezzo). L’ingresso è leggermente più morbido, sempre accese acidità e sapidità. La persistenza è più lunga, ancora una volta in sintonia con il bouquet dei profumi. Equilibrato ed armonico. Probabilmente diverse le modalità di vinificazione rispetto alla falanghina precedente.
KISSòS 2007, CANTINE TORA, TABURNO D.O.C. FALANGHINA Abbandoniamo il giallo paglierino e ci sintonizziamo sulle frequenze del colore dorato. Nient’affatto influenzati dal nome – “kissòs” – che in greco significa “edera”, il vino non è nemmeno lontanamente verdolino. Apprezziamo un colore più brillante ed una maggiore consistenza. è una vendemmia tardiva. Ce ne accorgiamo – colore a parte – per i profumi di papaja e mango, per le sfumature mielose e per i sentori di uvetta e di fichi secchi, e per la nota di pasticceria. Tutti profumi che ritroviamo poi puntualmente al palato. Il sorso è caldo (14%) e amabile, sempre sorretto da freschezza e sapidità. L’ingresso è vellutato, sinuoso. Gusto pieno ed elegante, intensa la persistenza.
LACRIME DI LUNA 2007, TORRE DEL PAGUS, BENEVENTANO I.G.T. FALANGHINA. Il giallo dorato è di quelli che colpiscono quanto a brillantezza. Consistente, altro che! I profumi sono intensi ed eleganti: confetture di frutta, fichi secchi e uva passa. Apprezziamo la complessità del ventaglio olfattivo, arricchito da una bella nota ferrosa, testimonianza di una marcata mineralità che ritroviamo poco dopo nel sorso, comunque pieno, coerente e morbido. La persistenza è leggermente inferiore a quella che ci saremmo aspettati, ma per il resto ha eleganza ed armonicità da vendere.
PASSITO DI FALANGHINA, annata non in commercio, TERRE D’AGLIANICO Dulcis in fundo, l’ultimo vino passito di un giallo dorato ancora più intenso del precedente. Maggiore consistenza. Alla prima olfazione sembra quasi ricordare un “vin santo”, anche per via dell’importante nota alcolica. I profumi sono intensi e di buona eleganza: amaretto, uva passa e miele. Il sorso è caldo; dolce ma non stucchevole (ecco, secondo me, il grande pregio dei passiti di falanghina). Le persistenze sono perfettamente in scia ai profumi già percepibili al naso; il finale è un po’ più lungo del precedente, ugualmente piacevole: albicocca matura. Non ricordo l’annata; ma non preoccupatevi perché tanto non è ancora in commercio.