Paski 2006 Campania igt, il piccolo grande capolavoro di Antonio Di Gruttola


 

Paski 2006 Cantina Giardino (Foto di Lello Tornatore)

CANTINA GIARDINO

Uva: coda di volpe
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: legno

C’è una cosa che accomuna Luigi Moio e Antonio Di Gruttola: il fatto che i loro vini si giocano alla grande la partita del tempo. E che, dunque, dietro al loro lavoro c’è un impegno non superficiale, indifferente alle ondate, comunque non preoccupato di inseguire le mode del momento per vendere ma impostato su un atteggiamento opposto: questi sono i vini, chi vuole li beva.
Sono convinto che, al di là delle apparenze e soprattutto dell’approccio diametralmente opposto al mondo del vino, la demarcazione non è tra chi fa vini con impostazioni e sensibilità diverse, ma tra chi ha un progetto coerente e chi invece orecchia e si muove senza basi culturali.
Facevo questa riflessione dopo aver passato un pomeriggio da Moio e, dopo qualche giorno, un piacevole pranzo a casa di Daniela e Antonio Di Gruttola. Come giornalista, ça va sans dire, devo limitarmi a  raccontare. Ma se poi penso a me seduto al ristorante o a tavola, devo dire che questi vini, così diversi, mi piacciono e li alterno volentieri. E non penso sia solo un atteggiamento mio, ma di tutti quelli che non bevono con il paraocchi che si mette ai cavalli.
Il Paski 2006 è un po’ la mia felicità: Coda di Volpe, un vitigno su cui spingo sempre molto perché ha una sua personalità ben precisa, rustica, lontana dalla complessità del Fiano e dalle energia minerale del Greco. Fonde la frutta e la giusta acidità mantenendo un low profile sempre molto interessante.
Come tutti i bianchi di Antonio, ha il fascino dello stile ampliato dal tempo,  ormai sette anni: dal naso rassicurante di canfora, confettura di mele, miele di castagno, note fumé alla bocca in cui è sempre fatta salva l’acidità. Del resto, se non si mantenesse questo paletto difficilmente questi vini macerati su bucce e vissuti nei legni potrebbero reggere, sarebbero destinati a diventare ben presto molli, cosa che spesso accade quando si fanno queste lavorazioni.
La bravura di Antonio, anche questa affinata dalla esperienza e dal tempo, è proprio la capacità di mantenere bevibilità e piacevole freschezza a questi bianchi che io  trovo rassicuranti e rasserenanti sin dal colore oro che invece fa scappare i beduini in bilico psicologico tra la Coca Cola e la Red Bull.
Non sarà un caso se questi vini di marcata personalità piacciono e si muovono agevolmente nel mercato riuscendo a spuntare la giusta remunerazione per i contadini e per chi lo lavora. Oggi questo si chiede al vino: il ricordo di una emozione. E chi lo ha capito va avanti senza problemi anche se questo successo implica lavoro e sacrifici.
Ma quando il progetto di vita coincide con il lavoro, non c’è peso nel costruire il futuro ai propri figli. Perché chi si contenta, alla fine, non gode.
Sede ad Ariano Irpino, via Petrara 21/b. www.cantinagiardino.com [email protected] – Tel 0825-872288, Fax 0825-873084. Ettari di Proprietà: nessuno. Vitigni: aglianico, fiano, greco, coda di volpe, coda di volpe Rossa. Bottiglie prodotte: tra le 10.000 e le 15.000 a seconda dell’annata

 

Un commento

  1. peccato che non si sia mai aperta una grossa faglia tra gaeta e civitella sul tronto.
    no, dico, perché se il sud fosse stato in mezzo al mar mediterraneo, isolato dalla terraferma, forse la sua storia sarebbe stata all’incontrario. invece i sabaudi ci hanno sconfitti e, non contenti, torturati pure.
    il coda di volpe di antonio è profondissimo e leggero insieme. bevetevelo alla faccia dell’italia unita!

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