Paul McCartney: meno carne per salvare la Terra


di Chiara De Felice

L’appello dell’ex Beatles al parlamento Europeo: Ogni secondo, per allevare bestiame e dargli da mangiare, scompaiono sei campi da calcio di foreste. Per una fetta di carne si utilizza una quantità di acqua pari a una doccia di 4 ore. Senza contare che l’allevamento è una delle principali fonti di inquinamento delle acque
(ANSA) – BRUXELLES, 3 DIC –
Se di lunedì non mangerete carne aiuterete il pianeta a non morire: potrebbe presto essere il testo di una sua canzone ma per ora è lo slogan della sua campagna per combattere i cambiamenti climatici, perchè Sir Paul McCartney, a meno di una settimana dalla conferenza di Copenaghen, riscopre il giorno di magro e chiede all’Europa di cambiare dieta per il bene dell’umanità.
Tra l’apertura del suo tour ad Amburgo e la tappa di stasera a Berlino, l’ex Beatles ci teneva a far sapere all’Europa che non saranno solo le azioni dei governi a salvare la terra dal surriscaldamento.
E davanti alla platea del Parlamento europeo spiega che anche noi, nel nostro piccolo, dobbiamo fare qualcosa. Ad esempio smettere di mangiare carne, o almeno ridurne il consumo. Perchè «non sono i trasporti i cattivi, ma l’industria della carne», ha detto McCartney, secondo cui una bistecca inquina più di un’automobile.
L’industria del bestiame, spiega citando uno studio della Fao, produce più gas serra (18% della cifra totale) di tutto il settore dei trasporti (13%). «Ogni secondo, per allevare bestiame e dargli da mangiare, scompaiono sei campi da calcio di foreste. Per una fetta di carne si utilizza una quantità di acqua pari a una doccia di 4 ore. Senza contare che l’allevamento è una delle principali fonti di inquinamento delle acque», ha aggiunto.
E forse in pochi sanno, racconta, che non bisogna sottovalutare nemmeno le emissioni del bestiame stesso:«Il loro apparato digerente è tale per cui producono molto metano che è più pericoloso del CO2», in quanto maggiormente clima-alterante.
Una molecola di metano ha una capacità di trattenere il calore 20 volte superiore a quella del CO2. In più, resta nell’atmosfera molti più anni.
Anche Rajendra Pachauri, uno degli scienziati Onu leader della lotta ai cambiamenti climatici, ha abbracciato la campagna di McCartney. «L’80% delle emissioni dell’agricoltura sono dovute all’allevamento, che negli ultimi anni si è intensificato», spiega Pachauri puntando il dito contro quei Paesi come l’America Latina dove le bestie da macello aumentano e le foreste si abbattono per creare pascoli o campi dove far crescere mangime.
Sarebbe meglio, secondo lo scienziato, «produrre tofu che inquina meno della carne e fa più bene alla salute».
Anche McCartney ricorda gli studi che condannano la carne rossa: «I vegetariani hanno il 28% di patologie cardiache in meno di chi mangia carne, muoiono di cancro il 39% in meno e soffrono di diabete il 50% in meno».
Scettico il presidente del Parlamento Ue, Jerzy Busek, a cui sembra quantomeno eccessivo chiedere a tutti di rinunciare alla carne. «è una buona idea, magari non per tutti e non subito», ha detto davanti al palco dei vegetariani eccellenti.(ANSA).