Perchè non stronco i locali che fanno schifo? De culis non disputandum est


Pasta zucchine e speck

Pasta zucchine e speck

di Marco Contursi
Capita spesso che alcuni lettori chiedano a gran voce stroncature di locali su questo blog e ogni volta siamo chiamati a dare la seguente spiegazione: “Non c’è editore che paghi cause per diffamazione che oggi qualsiasi locale intenta, non appena critichi qualcosa.”. Ma a ben riflettere c’è anche un altro motivo per cui io evito di criticare pubblicamente un locale: perché a molti quel locale potrebbe piacere.

Può sembrare un paradosso ma è così: lo stesso piatto che io giudicherei irricevibile, a qualcun altro piacerà sicuramente e allora chi sono io per togliere il piacere di quel piatto?

Questa considerazione mi è venuta dopo che il titolare di un locale da me recensito in passato, mi ha scritto dicendo che un cliente si era lamentato con lui per come aveva mangiato, e aveva criticato anche il sottoscritto, reo di aver scritto la segnalazione di quel posto, che l’aveva indotto ad andarci e aggiungendo “ io ho mangiato bene da X, ma nessuno mai ne parla perché non caccia soldi”.

Il mio primo pensiero, in puro idioma milanese (da quando ho un caro amico brianzolo mi viene da pensare in meneghino), è stato “ Va a ciapà i ratt, testina”.

Risotto pescatora

Risotto pescatora

Poi però mi sono andato a vedere le foto di questo fantomatico ristorante X che “non è segnalato perché non paga” e ne ho estrapolate due (ok, ne ho prese due bruttine ma indicative) che qui riporto, prese da trip. Il locale è effettivamente sempre pieno e centinaia le recensioni positive. Sono felice per lui. Dico serio, perché un locale pieno crea economia e lavoro.

Ora, ritornando al cibo, qualsiasi persona che capisce un minimo di cucina si rende conto che quello, non è un risotto alla pescatora, ma riso e brodo con qualche animale marino, e che l’altro primo presenta zucchine scaldate e filone similprovola.

Volete sapere i commenti sotto i due piatti? Buonissimo, eccellente.

Quindi, una mia eventuale stroncatura, avrebbe privato queste persone della possibilità di mangiare una cosa, per loro, così buona. Perché mai avrei dovuto fare una simile cattiveria?

Parimenti, io mi limito a consigliare un posto dove io ho mangiato bene, e forse un tantino di cucina e prodotti ne capisco, ma, se chi mi legge, mangia, a parer suo, male, due sono i casi: o ha beccato una serata storta, o ha gusti diversi dai miei. Ergo, eviti in futuro di provare i locali da me consigliati, senza, possibilmente, abbandonarsi a congetture complottistiche o truffaldine, del tipo “chi non paga non viene segnalato”, o “segnalano solo i loro amici”, o ancora “non lo segnalano perché invidiosi del loro successo.”

Io l’unico successo che voglio evitare, è quello su cui si asside il mio didietro dopo essere stato in certi locali, ma evito di parlare di questi posti perché a qualcuno, anche questo, potrebbe piacere. Come dice il proverbio: De culis non disputandum est.

p.s. Prima che qualche mio ex docente di latino dal paradiso mi fulmini, in latino culo si dice Nates….la  mia è stata licenza poetica.

12 Commenti

  1. Mi limito a farvi lo stesso appunto al riguardo che vi ho fatto nell’altra discussione al riguardo: davvero pensate che il vostro target di riferimento sia la persona che ha fatto quel commento? O l’utente medio di TripAdvisor? O chiunque possa considerare quella minestra di riso? Poi ribadisco che non si chiedono stroncature, ma solo il racconto veritiero e completo dell’esperienza, altrimenti non si tratta più di una recensione ma di qualcos’altro, che magari va anche bene, ma solo se ne risulta ben chiara fin dall’inizio la modalità. Esempio banale, le recensioni de “L’uomo senza tonnoh”, semplicemente sincere e nient’altro.

  2. É questo il post di critica più feroce e raffinata mai fatto da Contursi ma pochi l’hanno capito. Leggere e comprendere il non scritto è arte di pochi come il capirne di cibo. Semplificando: ha dato del mangiatori di cacca a parecchi con ironia, e detto che non serve che lui la chiami cacca se loro continuano a chiamarla cioccolata e a mangiarla contenti. Ho forse sbagliato nella mia analisi?

    1. Ah, quindi il fatto che esistano individui non in grado di distinguere tra buon cibo e robaccia vuol dire che si è autorizzati a nascondere, perché di questo si tratta, gli eventuali lati negativi. Qui le cose sono due, o si pensa che il proprio pubblico sia stupido e non in grado di pesare ciò che legge (e qui torniamo a ciò che scrivo nel mio commento, ci si rivolte al target sbagliato che meglio si trova con le stelline di Trip), o sarebbe meglio scrivere ad inizio articolo che non si tratta di una recensione ma della descrizione della sola parte positiva di un’esperienza vissuta, così, giusto per onesta intellettuale, che ormai nell’era del chiunque può scrivere su internet è da dare per definitivamente defunta temo. Per qualcuno può anche essere un pregio, sia chiaro, ed anche a me piace la prosa del Sig. Contursi, ma a quel punto poca è la differenza tra un testo del genere ed un bel romanzo, che a ragione può ignorare la realtà per tenere su carta solo ciò che serve allo sviluppo della storia che si desidera raccontare.

    1. Me: ma neanche dopo che il sign Massimo ha spiegato il senso del mio articolo lo si riesce a comprendere?Era una presa in giro, era voler sottolineare con ironia che troppe persone, anche lettori di questo blog stanno al cibo come io alla dieta e si permettono pure di criticare. I miei pezzi sono come devono essere, ossia di segnalazione di locali validi, con qualche osservazione critica (legga questo ad esempio https://www.lucianopignataro.it/a/osteria-a-casa-mia-trecase-vesuvio/134895/), ma il problema è chi legge, che a volte non sa leggere e a volte non sa mangiare e poi protesta. I miei pezzi non sono esercizi letterari fini a se stessi, tanto è vero che metto sempre qualche info utile (come ad esempio riconoscere le vongole veraci ecc) ma se io parlo di vongole e il lettore va e prende una fiorentina a due passi dalla spiaggia e poi dice che io scrivo cazzate, che devo fare io? Prendere la mazza?

      1. Io sinceramente in questo articolo ci leggo lei che si lamenta perché i poveri ignoranti di cibo non la capiscono, giustificando con questo il fatto che non possa permettersi di scrivere qualche critica perché poi queste persone potrebbero fraintenderla, wow che critica feroce. Davvero le dà così fastidio che un deficiente si sia lamentato perché ha mangiato male in un ristorante da lei segnalato e se la sia presa con lei? Ma ha presente che non sta scrivendo su di una guida ma su internet, dove il 99% dei frequentatori del mezzo ha problemi a comprendere un semplice testo scritto, figuriamoci capirne nel dettaglio di qualcosa? Penso che dopo tanto tempo dovrebbe aver compreso cos’è un target ed essere capace di adeguarsi di conseguenza, se poi la sua speranza è continuare a scrivere ciò che scrive nel modo in cui lo scrive, e che possa prima o poi comprenderla l’amante della pasta zucchine e provolone o, almeno, se non capirla non darle fastidio, beh, buona fortuna per il suo fegato.

  3. Contursi latineggia:mala tempora currunt.Le sue foto in bruttezza superano quelle della margherita stellata.Complimenti.PS.Se è vero che non si può discutere dei gusti questo non toglie che ce ne siano di buoni e di cattivi e se la maggioranza delle persone va a mangiare per soddisfare un bisogno primario che è quello di riempire la panza e parlando con creanza non va oltre il grasso salato e dolce non bisogna abbassare la guardia ma indicare la giusta direzione che porta a destinazione piacere e soddisfazione.FM.

    1. La critica feroce è dire, mangiate merda chiamandola cioccolata? ok, allora continuate a essere coprofagi che seppure vi dico che in realtà è cacca, voi continuerete a mangiarla. Premesso ciò, io cerco di rivolgermi a un pubblico piu vasto di quei pochi che forse come Lei già capiscono di cibo, perchè sennò verrebbe meno la funzione didattica di un articolo. Se nota io cerco sempre di mettere qualche nota di “cultura del cibo”, non solo dire che un piatto è buono.E ripeto, dove c’è da fare una critica a qualcosa, in un pasto però buono di fondo, io la faccio. Dove invece fa tutto schifo, non vale neanche la pena scriverne, eprchè quello schifo epr qualcuno è buono. E se lei mi chiede come fa a evitare fregature,io le rispondo che basta leggere le recensioni qui riportate per evitare un buon 70% di mal di fegato. Il 100% non lo può garantire nessuno.

      1. Per critica feroce intendevo quella che sembra le abbia fatto l’avventore con quel commento, che a giudicare dall’articolo che ha scritto sembra l’abbia colta davvero nel vivo. E non dovrebbe perché, ribadisco, può magari sperare di riuscire ad interessare anche a persone gastronomicamente rozze, ma se oltre a non capire di cibo sono anche stupide al punto da aspettarsi che la stessa qualità provata da lei sia riproducibile all’infinito e che le sue recensioni possano garantirlo, beh, non pensa sia meglio perderlo che trovarlo un lettore così lei, ed un avventore così il ristorante? Io ho sperimentato inchiappettate considerevoli anche in ristoranti stellati, ma uno lo mette in conto perché la perfezione non esiste, ed parte la soddisfazione dello sfogo momentaneo poco ci ricaverei ad insultare chi l’ha recensito, ma non tutti la pensano così e da dietro una tastiera è più facile rendersi ridicoli, ma questa è internet, piaccia o meno. Poi io scrivo a volte di tecnologia, e se dovessi farmi il sangue amaro per ogni insulto ricevuto perché ho toccato la marca preferita di qualcuno dovrei essermi già sotterrato da tempo, e non le dico cosa capita quando la gente si trova i banner del prodotto recensito non sapendo come funziona adsense, gente che è capace di minacciare di morte uno sconosciuto perché secondo loro si è venduto… Ripeto, distingua chi le fa critiche che vogliono essere costruttive, che comunque può anche non condividere, ci mancherebbe, da chi ha solo poco cervello e non dia loro peso che non ne vale la pena.

  4. @ Me
    Rimani così e non farti mettere l’anello al naso da nessuno…nemmeno dai food blogger simpatici.

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