Pietraincatenata 2005 di Luigi Maffini. Il Fiano del Cilento protagonista al ventennale di Vitigno Italia al Grand Hotel Santa Lucia


Decanter Pietraincatenata 2005 – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

di Tonia Credendino

Napoli, 24 novembre. Nell’ambito dell’Anteprima di Vitigno Italia 2026, la Sala Capri del Grand Hotel Santa Lucia ha ospitato una degustazione tecnica dedicata al ventennale della manifestazione, organizzata da Maurizio Teti. Un appuntamento riservato a professionisti del settore, che ha visto Luciano Pignataro, Tommaso Luongo, Luciano D’Aponte, Chiara Giorleo e Adele Elisabetta Granieri condurre un’analisi comparata dei vini campani dell’annata 2005. «Una cavalcata nel tempo davanti a un pubblico di professionisti», l’ha definita Pignataro, sottolineando il valore di un’occasione pensata “per girarsi un attimo indietro e vedere la strada fatta”, ricordando che «il tempo è l’unica cosa che non si può comprare». Una frase che assume un peso particolare proprio nell’osservare l’evoluzione di un’annata come la 2005: complessa, irregolare, molto distante dalle condizioni che oggi consideriamo ottimali, eppure sorprendentemente capace di restituire coerenza e profondità a distanza di due decenni.

Foto gruppo – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

In questo quadro il Pietraincatenata 2005 di Luigi Maffini si è imposto come una delle espressioni più significative, tanto sul piano territoriale quanto su quello evolutivo. Per comprenderlo appieno, bisogna ricordare la storia di Luigi Maffini e Raffaella Gallo, un sodalizio che da trent’anni tiene insieme vita, lavoro e vigneto. Si conoscono negli anni dell’università, condividono la formazione agronomica e l’idea comune di interpretare il Cilento senza modelli prestabiliti, lasciando che fosse la vigna e non le tendenze a dettare la direzione. La loro è un’azienda costruita con misura, pazienza e consapevolezza: un percorso che cresce insieme alla famiglia e che trova nella continuità un valore fondamentale.

Pietro Maffini e Raffaella Gallo – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

Presente in sala, Raffaella Gallo ha ricordato con semplicità il cuore della loro filosofia produttiva:
«La nostra vita e il nostro lavoro sono cresciuti insieme al vigneto: lo abbiamo ascoltato, accompagnato, e ci ha insegnato la misura del tempo.»
Un pensiero che restituisce il senso più autentico del Pietraincatenata, vino mai nato per inseguire un modello, ma per esprimere una terra.

Servizio – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

Il Pietraincatenata nasce dai vigneti collinari di Giungano e Trentinara, un angolo del Cilento segnato da altitudini medie, forte ventilazione, escursioni termiche e una matrice calcareo-argillosa. È un territorio che negli ultimi vent’anni ha sviluppato un’identità precisa, distinta e ormai riconoscibile, capace di produrre bianchi complessi e longevi. La versione 2005, degustata in magnum, ha mostrato integrità e precisione: al naso frutta gialla evoluta, erbe mediterranee e leggere note resinose; al palato un’acidità ancora viva, una sapidità marcata, un equilibrio sorprendente, sostenuto da un uso del legno calibrato e perfettamente integrato.

Bianchi Campani 2005 – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

Valutazione colore – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

Vent’anni fa, in Campania, non si pensava ai bianchi in termini di longevità. La priorità non era quella di costruire vini destinati a sfidare il tempo, né esisteva una cultura tecnica che potesse prevederlo. Eppure, oggi, il Pietraincatenata 2005 dimostra con chiarezza che il Cilento aveva già dentro di sé questa possibilità. Dimostra che alcuni vini nascono con una direzione ancor prima che il mercato sia pronto a riconoscerla. Dimostra che la longevità non è stata un obiettivo dichiarato, ma una qualità già iscritta nella natura del luogo.

Tavolo di degustazione – La Degustazione Ventennale 20′ edizione Vitigno Italia

Nel ventennale di Vitigno Italia, il Pietraincatenata 2005 non ha soltanto superato la prova del tempo: ha raccontato un territorio che vent’anni fa non cercava la longevità, ma la portava già dentro di sé. E come ricordato in sala, il tempo resta l’unica cosa che non si può comprare. Ma c’è chi, come i Maffini, ha saputo trasformarlo in valore, identità e continuità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.