Pietramara 2005 Fiano di Avellino docg


I FAVATI

Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Come già sottolineato dal sottoscritto in occasione di BianchIrpinia: “questo vino ha tutte le carte in regola, veramente tutte, per esser un buon vino. Eppure non riesce ad emergere sul gruppo”. Mi ero così riproposto di riprovarlo al più presto, con maggiore calma, a casa, semmai abbinandoci una piacevole cena in famiglia. La conferma. Questo vino soffre tremendamente i confronti in batteria quando si trova inserito in una degustazione comparata. Ha bisogno della sua temperatura di servizio e dei suoi tempi. Sicuramente questo può rappresentare un limite piccolo ma evidente che, però, non condiziona più di tanto la qualità del prodotto quando lo si porta, invece, in tavola. Contrariamente a molti vini che per la delicatezza degli aromi si giovano di temperature di servizio più elevate questo bianco irpino sembra di contro preferire temperature un attimino più basse per raggiungere, solo successivamente, e gradualmente, la sua temperatura ottimale. In questo modo è possibile apprezzare meglio quelle sue peculiarità olfattive che si sprigionano più lentamente e compiutamente. Trova, così, una sua migliore definizione aromatica. Il naso è, infatti, sì varietale, rigoroso ed austero, ma difficile da afferare. Gli manca l’intensità e la forza di altri prodotti più concentrati e ricchi di ciccia. La vendemmia 2005 non ha aiutato in tal senso. Se da un lato si avverte nel finale una lievissima diluizione dall’altro, però, la freschezza si rivela un ottima arma per abbinarlo ed accompagnarlo al cibo. Io l’ho provato su un non facilissimo cordon bleu di tacchino con contorno di friarielli, preparazione quest’ultima temuta dalla maggior parte dei vini, sia bianchi che rossi.

Questa scheda è di Fabio Cimmino

Sede a Cesinali, Piazza Di Donato. Tel. 0825.666122 e 0825.666898. Enologo: Carmine Valentino. Ettari: 6 di proprietà. Bottiglie prodotte: 50.000. Vitigni: fiano, aglianico.