Più di cento scatti per una storia centenaria Il fotografo Dirk Vogel racconta i 100 anni della famiglia Varvaglione


la famiglia Varvaglione di Dirk Vogel

la famiglia Varvaglione di Dirk Vogel

Nasce “Vite” un libro che celebra una famiglia, un territorio e la storia del Primitivo di Manduria

Per i cento anni la prima etichetta con la Realtà aumentata

Bellezza e territorio, radici e storia. In occasione del centenario dell’azienda Varvaglione1921, nota per essere un riferimento internazionale nella produzione di Primitivo di Manduria, è stato chiesto al fotografo Dirk Vogel di raccontare la storia intrecciata tra vino, famiglia e territorio, attraverso il suo occhio abituato a immortalare la bellezza dei volti.

Si chiama Vite la pubblicazione che sarà presentata il 6 dicembre sul palco del Teatro comunale Fusco di Taranto alla presenza del vice direttore di RAI 1, Angelo Mellone, che intervisterà l’artista e il patron dell’azienda vinicola, Cosimo Varvaglione, che ha voluto fortemente un racconto di bellezza per segnare il centenario della sua azienda di famiglia.

In Vite è fotografata la storia della famiglia Varvaglione saldamente legata a quella del territorio in cui l’azienda vinicola ha preso forma ed è cresciuta e da cui è partito un viaggio che porta i vini pugliesi in più di 60 Paesi nel mondo.

Vite di Dirk Vogel

Vite di Dirk Vogel

Da qui è nato un bellissimo libro fotografico che racconta le tante Vite legate all’universo dei Varvaglione. L’azienda agricola con gli artistici e iconici alberelli di primitivo, sculture rugose che si innalzano dalla terra verso il cielo e dove nasce Papale, il Primitivo di Manduria emblema dello stile produttivo di Varvaglione; gli ulivi secolari che proteggono la dimora seicentesca dove la famiglia soggiorna e dove, nel secolo scorso, è iniziata la prima vinificazione della prima bottiglia; il mare, quello jonio ricco di vita che arricchisce di sentori i vini e al quale Cosimo Varvaglione ha dedicato una delle bottiglie della Collezione Terra, il Margrande, un fiano del Salento elegante e fresco; l’arte e la storia, quel Museo Archeologico che narra le origini antiche di Taranto e al quale è dedicato Schiaccianoci, una bottiglia la cui etichetta si ispira a uno dei gioielli più belli custoditi al museo MArTa.

«Ho amato la luce di Taranto – racconta Dirk Vogel – sono rimasto affascinato dall’autenticità dei luoghi e delle persone. Io che sono abituato a scattare foto in un mondo come quello della moda e dello spettacolo, arrivando a Taranto dalla famiglia Varvaglione sono rimasto colpito da una bellezza alternativa, mista alla purezza di quello che ho visto. Taranto Vecchia bellissima nelle sue mura e nei suoi volti; San Donato, lì dove c’è Masseria Pizzariello, con le stradine costeggiate da fichi d’india, vigneti e alberi secolari d’ulivo, è stato un viaggio che mi ha emozionato e colpito. Eravamo io e la mia macchina fotografica, senza trucchi. Perché ho scoperto che Taranto non ne ha bisogno. È la bellezza vera».

«Poter raccontare cento anni di storia – racconta Cosimo Varvaglione – è un privilegio e una profonda emozione. Guardo quanto è stato fatto da mio nonno e da mio padre con la commozione del ricordo e sono ancora più fiero di poter osservare quanto si stia continuando a costruire con la forza di una squadra in cui ho visto crescere i miei figli che sono il futuro di questa azienda di famiglia».

In occasione di questo traguardo eccezionale, oltre alla pubblicazione fotografica, la famiglia Varvaglione ha voluto ricordare i 100 anni con la produzione di un vino celebrativo. E anche in questo caso l’azienda ha scelto di associare al racconto le più innovative tecnologie in uso. È così che all’etichetta di Masseria Pizzariello, questo il nome della bottiglia del centenario, è stata applicata la Realtà Aumentata.

È la prima bottiglia di vino in Italia in cui si ha l’applicazione di questa tecnologia.

«Di fatto abbiamo voluto dare un segnale che questi 100 anni li portiamo benissimo, ce li abbiamo in termini di esperienza, di competenze e di passione – commenta Marzia Varvaglione, direttore marketing dell’azienda di famiglia – ma siamo perfettamente proiettati verso il futuro, fatto anche di tecnologia, di comunicazione e di nuovi strumenti».

Il vino: masseria pizzariello, la prima bottiglia con realtà aumentata

Un blend di Primitivo, Negroamaro e Aglianico, un single vineard, ovvero un vino prodotto dalle uve lavorate e raccolte in quello che i Varvaglione considerano il giardino di famiglia, il vigneto che circonda la loro dimora storica, appunto Masseria Pizzariello, dove, dopo anni di viaggi e studio in giro per il mondo, per la prima volta si sono ritrovati tutti insieme nei lunghi mesi del lockdown.

È per questo che il vino dedicato al centenario si chiama proprio Masseria Pizzariello, come la loro casa seicentesca, emblema della storia della famiglia Varvaglione e simbolo del sentimento che lega le diverse generazioni a un luogo iconico da cui è iniziata la storia vitivinicola del nonno di Cosimo; quello stesso luogo da cui è partito il progetto che trasla il loro vino nel futuro.

«Nei lunghi mesi trascorsi in masseria durante il lockdown abbiamo avuto modo e tempo per studiare e per riflettere – racconta Marzia – ed è nato così Masseria Pizzariello il nostro vino del futuro; un vino che rappresenta la nostra casa che apriamo al pubblico attraverso la tecnologia della Realtà Aumentata. Io e i miei fratelli siamo la quarta generazione di questa famiglia di vignaioli, da nostro padre abbiamo ereditato passione e amore per la terra, con i nostri studi ci siamo posizionati su un fronte di conoscenza e curiosità che ci porta a guardare oltre e con la nostra visione vogliamo essere avanguardisti e non smettere mai di essere visionari».

Quella di Varvaglione è una storia antica 100 anni che viene mixata con quelle che sono le più evolute tecnologie a disposizione. Vino, vitigni autoctoni e realtà aumentata.

La grafica del progetto è stata realizzata dall’illustratrice Lucia Emanuela Curzi Creative Director & Illustrator, nota per firmare i lavori per grandi brand nel mondo della moda e del beauty, e la regia nonché lo sviluppo della tecnologia sono state affidate a Frankie Caradonna, che ha l’abilità di trasformare i concetti in progetti narrativi, lavorando nell’industria dell’arte, del cinema e della pubblicità.
«Per realizzare il progetto di realtà aumentata che celebra il centenario di Varvaglione1921 ci siamo immediatamente ispirati all’antica magia e alla stravolgente eleganza dei territori che ospitano i tre vitigni che compongono questo vino» commentano i due professionisti.

«Il mondo floreale e la fauna invisibile che abitano l’area dove sorgono i vigneti sono diventati in qualche modo protagonisti dell’esperienza narrativa: un viaggio sensoriale che non solo evoca la creazione del vino per via di un atto magico condotto da un grillo, una farfalla ed un bombo, ma anche l’armonia fra uomo e natura, e soprattutto la cura, l’amore e la dedizione che la famiglia Varvaglione da generazioni dedica ai propri prodotti vinicoli. Al fine di mantenere un forte senso materico all’interno di un’esperienza che prevede l’utilizzo di tecnologie innovative, abbiamo pensato di partire da una illustrazione disegnata interamente a mano e di creare ogni singolo elemento della composizione con una tecnica mista di acquerelli, china e pastelli; animarli poi nello spazio di realtà aumentata combinando lavorazioni bidimensionali a ricostruzioni tridimensionali ci ha permesso di generare una sorta di empatia che invoglia gli utenti a seguire la storia entrando nel magico mondo illustrato e che ne enfatizza gli aspetti più artistici e ludici.» Spiegano così l’esperienza artistica Frankie Caradonna, Art Director del progetto, e Lucia Emanuela Curzi Creative Director & Illustrator.