Pizza napoletana superstar, ma ora parlano i pizzaioli


Sophia Loren in una celebre scena de L'oro di Napoli

 

Ecco quello che ho scritto per presentare l’inserto speciale sulla pizza napoletana pubblicato oggi sul Mattino. L’occasione per fare il punto della situazione.

Pizza superstar su Facebook: fotografata, analizzata, regina dei «mi piace» come poche altre cose. Davvero curioso come il cibo più antico e tradizionale sia stato rilanciato grazie ai social network e ai blog specializzati.

Già, perché quando la gastronomia, anzi, la gastromania, aveva solo il cartaceo come strumento, la pizza era un argomento che faceva capolino di tanto in tanto. Una curiosità o poco più.

Adesso, complice la crisi economica e il ritorno ai gusti condivisi da tutti, il cibo più amato dai napoletani domina incontrastato, e i giovani pizzaioli hanno colto al volo l’opportunità trasformandosi in personaggi pubblici.

È l’ennesimo cambio di passo della storia plurisecolare della pizza, non solo mediatico. Già, perché questa nuova generazione di pizzaioli è orgogliosa del proprio lavoro, gira l’Italia proprio come fanno gli chef più rinomati, partecipa a congressi gastronomici e trasmissioni, riuscendo ad aggiornarsi e a dare voce alla pizza che in questi due secoli ha parlato attraverso poeti, viaggiatori, musicisti, scrittori, critici, mai però con la bocca di chi usa le mani per farla.

Questa è la piccola rivoluzione silenziosa, meglio, strillata, in corso: c’è una gara a capire e a studiare cosa si deve mettere sopra l’impasto, dall’olio d’oliva al pomodoro di qualità, dal conciato romano alla mozzarella dop.

Un corsa affascinante che crea nuove combinazioni e sposa gusti moderni.

L’augurio è che, oltre al lievito e agli ingredienti, si approfondisca anche il discorso della farina, proprio come si fa per la pasta: tracciabilità e salubrità, oltre al gusto, sono infatti le vere carte da giocare per difendere il carattere di un prodotto nato a Napoli e che si pronuncia allo stesso modo in tutto il resto del mondo.