Castelvenere/Telese Terme (Sannio) – La Pineta: la verace pizza napoletana di Umberto Mauriello nella cittadina termale


Pizzeria La Pineta alle Terme di Telese
Parco delle Terme, Piazza Minieri, 1
Telefono: 0824 941301 – 347 1308461
Aperti pranzo e cena. Chiusi il martedì

La pineta

La Pineta Umberto Mauriello

Musica nuova alla Pineta che la settimana scorsa si è presentata in veste completamente rinnovati dai suoi clienti: una spolverata necessaria dopo 30 che restituisce al locsale la verve e la passione della nuova generazione al timone, Umberto al forno e Antonella in sala. Parliamo di forno e non più di cucina perche il focus è concentrato sulla pizza: impasto semplice ed efficace, diretto, 24 ore secondo il protocollo Coccia, con una idratazione al 65-70 per cento a seconda della stagione. Una pizza tradizionale napoletana, ricordiamo che la pizzeria è affiliata all’Associazione Verace Pizza Napoletana, molto efficace.
Ottima la classica margherita, spettacolare la salsiccia e friarialli, decisamente da urlo il calzone con la scarola fresca dell’orto. Completano l’offerta i fritti, asciutti e puliti, un panino con una buona parmigiana di melanzane e la pastoera fatta in casa dalla mamma di Umberto e Antonella.
Non dimentichiamo però il vino, siano in zona di viticultura, nella Valle Telesina e Antonella è una brava sommelier che ha selezionato le bione propste di territorio con altre curiosità. Un bel bancone bar domina la sala con la birra da spinare, qualche distillato e, perchè no, anche un cocktail.
Una nuova vita per la Pineta insomma, che torna ad essere riferimento assoluto per chi visita Telese e gode delle sue termel, ma anche per chi gira fra cantine di Catelvenere e dintorni.

Un inno alla efficacia della semplicità di cui si avverte un grande bisogno in questo mondo di cornicion i un po’ troppo gonfi a volte.

E per chi rimpiange la buona cucina? La domenica e i giorni festivi ronano i piatti della buona tradizione sannita.

La pineta

La Pineta, i vini

La pineta

La pineta, la sala

La pineta

La Pineta, la margherita

La pineta

La Pineta, carciofi e patate viola

La pineta

La Pineta: calzone con la scarola

La pineta

La Pineta, salsiccia e friarielli

 

Scheda del 31 agosto 2023

Umberto-Mauriello

Umberto Mauriello – La Pineta

di Antonella Amodio

Umberto Mauriello e la sorella Antonella ereditano il ristorante La Pineta di Castelvenere, il borgo sannita alle porte della turistica Telese Terme, nella Valle Telesina, continuando così la strada tracciata dai genitori, indissolubilmente legata alle tradizioni della cucina locale. Umberto, pizzaiolo, è al banco e al forno, ed Antonella sommelier è in sala, curando il servizio dal tenore caldo e familiare. Da qualche tempo la proposta gastronomica si è spostata solo sulla pizza napoletana verace (prima era anche ristorante), con una offerta che vede continui richiami al territorio e parallelamente alla lista dei vini, che sposa in primis il Sannio. Le competenze dei due fratelli sono vincenti insieme, tanto da far crescere l’attività di famiglia, ristrutturare lo storico locale e puntare ad un progetto più funzionale, bello e accogliente, che sarà operativo ad ottobre.

Terme-di-Telese

Terme-di-Telese

Per adesso e fino alla fine di settembre è possibile mangiare la pizza de La Pineta alle Terme di Telese, nella cornice dei giardini dello stabilimento, tra le fontane di acqua sulfurea e le piscine termali, dove la pizzeria, da diversi anni si trasferisce da maggio a settembre.

Parco-delle-Terme-di-Telese

Parco-delle-Terme-di-Telese

Fontane-di-acqua-minerale-Terme-di-Telese

Fontane-di-acqua-minerale-Terme-di-Telese

La-Pineta-alle-Terme-di-Telese

La-Pineta-alle-Terme-di-Telese

La-Pineta-alle-Terme-di-Telese

La-Pineta-alle-Terme-di-Telese

Ed è proprio l’acqua minerale delle Terme di Telese, rinomata e apprezzata da secoli per le proprietà e per gli effetti curativi, l’ingrediente prezioso per l’impasto della pizza verace preparata da Umberto Mauriello (fa parte dell’AVPN dal 2017), che a detta del pizzaiolo reca maggiore morbidezza al disco. L’acqua in questione è ricca di sali minerali e di zolfo bivalente (simile a quello contenuto nel corpo umano) e durante la lavorazione dell’impasto e poi della cottura della pizza, perde la caratteristica nota sulfurea e a livello strutturale-gustativo emergono solo i requisiti della pizza e degli ingredienti impiegati per la farcia (analogamente a nessuna altra presenza, come confermato dalle analisi effettuate sui panetti nel 2022 dall’ Istituto Zooprofilattico Spermentale del Mezzogiorno).

Cosa si mangia a La Pineta alle Terme di Telese

La protagonista dunque è la pizza, servita con un buon impasto diretto a 24 ore, col panetto che sfiora i 260 grammi, bordo basso e morso ricco e gustoso, farcita poi con ingredienti di ottima qualità, che abbracciano il disco ed evidenziano i vari areali di eccellenze culinarie del Sannio. Un modo per fare cultura della gastronomia locale, riportata da Umberto in modo equilibrato sulla pizza, senza cadere nel cliché del gourmet e restituendo appunto veracità e classicità, che vanno a fidelizzare il cliente in cerca di semplicità, tipicità e identità. Salsiccia di Castelpoto, Caciocavallo di Castelfranco in Misciano, patate interrate del Taburno, porcini del Matese, fior di latte di San Salvatore Telesino, sono alcuni degli ingredienti presenti nella dispensa de La Pineta, che si alternano con le stagioni.

Dal menù:

Un gustoso paninetto preparato con l’impasto della pizza e farcito con la parmigiana di melanzane, frittatine di pasta alla Nerano, frittatina del Sannio e panzarotti ( questi ultimi molto buoni).

Paninetti-di-parmigiana-di-melanzane

Paninetto-di-parmigiana-di-melanzane

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Frittatina-di-pasta-alla-nerano, frittatina-di-pasta-Sannio, mozzarella-in-carrozza-e-panzarotto

La pizza Margherita – banco di prova di qualsiasi pizzaiolo – è un classico e che mette tutti d’accordo.

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Pizza Margherita

Tra le pizze più richieste c’è la ricca e robusta Sannio, un must della pizzeria; a seguire la proposta speciale “Estate”.

Sannio-fior-di-latte-salsiccia-rossa-di-Castelpoto-funghi-porcini-del-Matese-e-caciocavallo-di-Castelfranco-in-Miscano

Pizza Sannio: fior-di-latte, salsiccia-rossa-di-Castelpoto, funghi-porcini-del-Matese, caciocavallo-di-Castelfranco-in-Miscano

Estate-fior-di-latte-pomodorini-gialli-e-rossi-con-cipollina-novella-e-scaglie-di-cacioricotta

Estate-fior-di-latte-pomodorini-gialli-e-rossi-con-cipollina-novella-e-scaglie-di-cacioricotta

In carta tante varianti creative, oltre ad un repertorio di fritti e qualche dolce artigianale.

Bon-Bon-di-pasta-fritta-con-confettura-di-limoni

Bon-Bon-di-pasta-fritta-con-confettura-di-limoni

La carta dei vini è all’altezza e le etichette sono selezionate dall’appassionata Antonella Mauriello. Non mancano birre e bibite in generale.

Costo della pizza da 6,00 a 10,00 €

Pizzeria La Pineta alle Terme

Parco delle Terme, Piazza Minieri, 1 Telese (BN)

Telefono: 0824 941301 – 347 1308461

Aperti pranzo e cena. Chiusi il martedì.

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report del 17 agosto 2019

di Pasquale Carlo

Da circa trent’anni ‘La Pineta’ costituisce uno dei punti fermi per la pizza e per la cucina casereccia dei telesini, dei turisti che giungono alle terme e dei tanti avventori che periodicamente frequentano la cittadina termale per motivi di lavoro. Tutto questo è favorito anche dalla posizione del locale, ubicato in territorio di Castelvenere, alla contrada Olivella, ma praticamente alle porte di Telese Terme. Una contrada che sorge a circa trecento metri dal cancello di ingresso del complesso termale, facilmente accessibile dalle varie arterie di accesso a Telese Terme.

Umberto Mauriello con il logo dell'AVPN

Umberto Mauriello con il logo dell’AVPN

Umberto Mauriello e la sorella Antonella da qualche anno conducono in prima linea il locale fondato da papà Giuseppe che, dopo la carriera in divisa, nel 1992 decide di aprire le porte di questo ristorante-pizzeria allestito nel piano inferiore della propria abitazione. I giovani figli lavorano sotto l’attento sguardo del papà, che non può fare a meno di adeguarsi alle novità che l’energia e la passione dei due giovani Mauriello vanno introducendo.

Antonella è alle prese con un corso sommelier dell’Ais, consapevole che la cucina tradizionale de ‘La Pineta’ viene esaltata da ricercate etichette del territorio. Umberto è invece impegnato in una vera e propria rivoluzione del concetto pizza. Fin da piccolo attratto dalla maestria dei pizzaioli, dall’età di 14 anni dà una mano al reparto pizza. Nel 2017 la decisione di partecipare ad un corso di formazione della ‘Verace Pizza Napoletana’, l’associazione che da trentacinque anni promuove e tutela la vera pizza napoletana. Alla fine del corso, grazie all’esame superato, Umberto fa del locale di famiglia la prima pizzeria della Valle Telesina a fregiarsi del Pulcinella con la pala di pizzaiolo, che rappresenta l’immagine dell’associazione.

Umberto Mauriello al lavoro con Gino Sorbillo

Umberto Mauriello al lavoro con Gino Sorbillo

Ma questo è solo un ulteriore stimolo a fare sempre meglio, ad alimentare ancora di più la passione per lo storico disco di pasta. Una passione che è alla base dei continui studi intorno a quei pochi semplici ingredienti che costituiscono l’impasto: farina, acqua, lievito e sale. Il suo impasto parte da Farine Caputo: Umberto preferisce la Blu, utilizzando la Rossa nei periodi dell’anno di maggiore caldo. Idratazione intorno al 60%. Lievitazione che si protrae per circa 24 ore.

Le pizze che abbiamo degustato non ostentano cornicioni “dopati”, ma si caratterizzano sicuramente per un’estrema digeribilità. Del resto, questa tecnica di impasto gli è valso il secondo posto nella categoria ‘Mastunicola’ alle recenti Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana svoltesi un mese fa nella città all’ombra del Vesuvio. La categoria ‘Mastunicola’ ha visto competere i pizzaioli nella preparazione di un semplice disco di pasta condito con strutto o olio extravergine di oliva, basilico, cacio e pepe, per dare vita ad una pizza storica napoletana, atta proprio a valorizzare l’impasto (alla stessa competizione Umberto ha conquistato il podio anche nella categoria ‘Pizza per celiaci’). A fare il resto sono le farciture con ingredienti di ottima qualità.

La Pineta - Margherita Doc

La Pineta – Margherita Doc

La Pineta - Margherita con cotto

La Pineta – Margherita con cotto

La Pineta - Mortadella con pistacchio

La Pineta – Mortadella con pistacchio

La Pineta - Il Calzone

La Pineta – Il Calzone

La Pineta - Calzone con cotto e champignon

La Pineta – Calzone con cotto e champignon

Il menù propone le pizze tradizionali, con alcune incursioni interessanti fortemente ancorate al territorio, come ad esempio la ‘Sannio’, preparata con Salsiccia rossa di Castelpoto, i porcini di Cusano Mutri e il Caciocavallo di Castelfranco in Miscano. In carta anche la ‘Polpettine e patate al forno’, la ‘Parmigiana’ e la ‘Mortadella e pistacchio’.

La pizza completa l’offerta di una cucina che tra i piatti da non perdere offre un classico ‘Tagliarielli con fagioli’, che primeggia in una interessante lista di primi piatti. La scelta dei secondi cade quasi sempre sull’ottima carne alla griglia dei vitelli e degli agnelli allevati su pascoli sanniti.

La Pineta - Tagliariell con fagioli

La Pineta – Tagliariell con fagioli

Ristorante Pizzeria Braceria ‘La Pineta’ – Via Tre Senete, 3  Castelvenere (Benevento) – Tel. 0824.941301 – Aperto pranzo e cena – Chiuso il martedì 

Un commento

  1. Mi soffermo su questo passaggio dell’articolo:
    “Il suo impasto parte da Farine Caputo: Umberto preferisce la Blu, utilizzando la Rossa nei periodi dell’anno di maggiore caldo. Idratazione intorno al 60%. Lievitazione che si protrae per circa 24 ore.
    Le pizze che abbiamo degustato non ostentano cornicioni “dopati”, ma si caratterizzano sicuramente per un’estrema digeribilità”.
    (Dall’articolo)
    __
    Questa è un altro ottimo esempio di Pizza Napoletana Classica.
    È stato fatto, opportunamente, un confronto con la pizza con canotto che è diventata una “moda”, “gonfiata dai food blog” , negli ultimi anni.

    Le dimensioni del cornicione di questa pizza sono agli antipodi del canotto.
    Anche per la coloritura/cottura,
    mi ricordano il cornicione delle pizze di Enzo Coccia, che ho mangiato due volte. Vi dissi, in un altro articolo, che rimasi colpito ma, qualche giorno dopo (non era ancora esplosa la moda del canotto) capii che era una scelta intelligente da parte di Coccia, anche perché molti lasciano il cornicione(non soltanto perché è gommoso o crudo ma anche per motivi dietetici) e poi perché, secondo me, aiuta la cottura.
    (Nei canotti si hanno problemi di omogenea cottura per le grosse dimensioni e, per ovviare, si tende a biscottare il cornicione, perdendo così una delle caratteristiche essenziali della gloriosa pizza napoletana) .

    La “MODA del CANOTTO” è stata travolgente anche perché ha avuto un supporto mediatico notevole da parte di food blog napoletani:
    un POMPAGGIO delle Qualità di queste pizze
    impensabile a Napoli, pari alle dimensioni gonfiate del cornicione.
    La pizza a canotto è stata glorificata con tutti gli strumenti classici della RETORICA di PROPAGANDA.

    E, tra le qualità, hanno magnificato la DIGERIBILITÀ delle pizze a canotto.

    I food blog, anche napoletani,
    nel DELIRIO PROPAGANDISTICO, non si sono accorti del danno di immagine che infliggevano alla Classica Napoletana,
    declassandola a pizza di serie B, cioè inferiore alla pizza con i gommoni.

    L’articolo dice, invece, che, pur non avendo i cornicioni “dopati” queste pizze sono digeribilissime.

    Mi sembra assurdo che dobbiamo stare a ribadire che il CONCETTO DI DIGERIBILITÀ non c’entra un c…. con il gommone.
    La digeribilità, poi, non la risolve nemmeno una LUNGA MATURAZIONE: questo un altro MANTRA che circola nelle recensioni.

    La COTTURA che conclude il percorso di produzione è molto importante e contribuisce in modo rilevante sulla digeribilità
    di una pizza.(ma anche su altri prodotti da forno lievitati)

    Tanto è vero che, con questa farina blu, si può arrivare a una buona maturazione anche con 12 14 ore(dipende dalla temperatura e dalla quantità di lievito).
    E ottenendo ottime pizze digeribili… se ANCHE BEN COTTE.
    __
    Conclusione.
    Non storcete il naso se il cornicione di queste pizze è agli antipodi del canotto.
    Non si va in pizzeria a mangiare pane(100 gr di canotto) e pizzella(disco di pasta con condimento circondato da 100 150 gr di pane).
    Concentratevi sul fatto che sia un buon cornicione: ben cotto e digeribile. E lo è.

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