La ricetta. Risotto con la mozzarella nella mortella


Risotto con la mozzarella nella mortella @credit Carlo Cavaliere

di Carmen Autuori

Ho un debole per i prodotti che hanno una storia da raccontare, perché parlano di tradizioni antiche – quasi rituali -, di piccoli produttori innamorati della propria terra che esistono e (resistono) nonostante difficoltà, che ai più possono sembrare insormontabili, perché mossi dalla passione.

Tra questi la mozzarella nella mortella, detta re mortedda, è tra i miei preferiti.

Mozzarella nella mortella

Si tratta di un formaggio da latte vaccino a crudo, a pasta filata e conservata nel mirto, tipica dell’areale del Monte Gelbison, meglio conosciuto come Monte Sacro, meta di incessanti pellegrinaggi per onorare la Madonna del Monte, una delle sette madonne cilentane, ossia le Madonne ctonie, che sono la trasposizione cristiana delle dee della fertilità.

Il metodo di lavorazione è davvero singolare: un’ora per la coagulazione, poi avviene la rottura della cagliata che viene fatta maturare in assenza di siero, ciò rende il prodotto più asciutto rispetto alle altre tipologie.

A questo punto la mozzarella, che si presenta come una grossa lingua, viene confezionata come da tradizione in fasci da 10 pezzi e avvolta nel mirto, erba spontanea di cui è ricco tutto il Cilento, che conferisce al prodotto un profumo ineguagliabile. Una volta il mirto serviva a conservare il formaggio negli spostamenti per raggiungere i punti vendita, oggi l’usanza ha la funzione non solo di conferire il caratteristico profumo, ma anche di mantenere visivamente un forte legame con il passato e con il territorio.

Fino agli anni Novanta la tradizione di questo prodotto straordinario andava perdendosi, fino a che grazie alla passione di piccoli produttori come Silvia Chirico e Adolfo Valiante del caseificio Cicco Di Buono per fare qualche esempio, e a Slow Food che ha fondato un Presidio ad hoc, la mozzarella nella mortella continua a vivere e ad essere apprezzata da cuochi, chef e gente comune.

Ricetta di Carmen Autuori

  • Tempo di preparazione 10 minuti
  • Tempo di cottura 18 minuti
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Ingredienti per 4 persone

  • 350 g di riso tipo Carnaroli
  • 250 g di mozzarella nella mortella
  • ½ bicchiere di vino bianco
  • 8 fiori di zucca
  • 50 g di mandorle tritate grossolanamente
  • 4 cucchiai di cacio ricotta stagionato
  • 50 g di cipolla di vatolla
  • 1 l di brodo vegetale
  • Sale
  • Pepe
  • Olio evo

Preparazione

Soffriggere in un giro d’olio evo la cipolla tagliata a velo.
Aggiungervi il riso e far tostare a fiamma vivace e sfumare con il vino bianco.
Allungare all’occorrenza con il brodo vegetale bollente.
Raggiunta una cottura piuttosto al dente, spegnere la fiamma e mantecare con la mozzarella tagliata a dadini piccolissimi, il cacio ricotta e i fiori di zucca sminuzzati.
Aggiungere un pizzico di sale, se occorre, in quanto il cacio ricotta stagionata ha già un’importante sapidità.
Dopo aver impiattato, decorare con le mandorle tritate grossolanamente e, se gradito, un pizzico di pepe.

Un commento

  1. Sembra ieri quando giovane liceale all’uscita di scuola e in attesa dell’autobus si andava a far merenda sotto i portici di Vallo della Lucania con uno sfilatino ben imbottito “re mortedda “che allora arrivava da Novi Velia e,quando la fame era più feroce,si attraversava la piazza e in un bassofondo ti facevano un panino ben inzuppato di soffritto anch’esso praticamente dimenticato ma per noi “nostalgici “indimenticabile. FRANCESCO

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