Risotto vs Pizza, piaceri di gola tra Nord e Sud


Arlecchino e Pulcinella, la maschera napoletana sembra dire, hai voluto sfidarmi, te ne pentirai, sono io il numero uno

Arlecchino e Pulcinella, la maschera napoletana sembra dire, hai voluto sfidarmi, te ne pentirai, sono io il numero uno

di Marco Galetti

Oggi c’è un incontro di cartello che tiene tutti gli appassionati incollati al monitor, manca un mese a Carnevale e sull’asse Milano-Napoli si consuma l’eterna sfida Nord-Sud, Arlecchino e Pulcinella testimonial dello scontro epico, pizza contro risotto, la Marinara in un mare di riso senza canotti per aggrapparsi, ne resterà solo uno, chi è buono, come disse Ellroy, diventa come un pezzo di formaggio destinato a essere mangiato, beh, per quel che mi riguarda, ho spazzolato entrambi i piatti.

La marinara da urlo, detentrice del titolo

La marinara da urlo, detentrice del titolo

Lo sfidante, il risotto godurioso

Lo sfidante, il risotto godurioso

Lo sfidante, il risotto godurioso e presuntuoso (sfidare la pizza fuori casa, è, da presuntuosi), l’amidoso carnaroli Gran Riserva,  buona consistenza e chicco allungato, pomodoro, parmigiano reggiano DOP e gocce di basilico, sfumato con brodo vegetale, senza vino, poi portato a cottura con amore e cronometro alla mano, una grande mano per un risotto apparentemente semplice

Le scelte si fanno di pancia, la testa sulle spalle gioca in questi casi un ruolo secondario, decisioni istintive quindi, il piatto vincitore è…

No c’è niente da fare, non ci riesco, ho bisogno di un giorno intero per decidere.

Alla faccia dell’istintivo…

Beh, se le scelte si fanno di pancia…ho pensato che un paio di questi colpi sopra la cintura non hanno mai fatto male a nessuno, anzi…tornerò Al Vigneto di Grumello del Monte a riprovare il risotto, poi, a cena farò un salto da Corrado Scaglione, al Lipen, per la sua Marinara STG, che, nella sua semplicità, è probabilmente una delle due migliori Marinare di sempre.

L’immaginaria sfida, per rendere omaggio a due piatti degustati recentemente che hanno lasciato il segno sul buco della cintura, un uno-due memorabile, senza fuochi artificiali, né artifici, semplicità nel piatto e nella testa di chi l’ha eseguito, pochi ingredienti irrinunciabili, di qualità e sapientemente dosati.

Certo, se mi dicessero, per un anno intero devi rinunciare al resto e scegliere un solo piatto da portare su un’isola deserta…

Beh, non avrei dubbi, spaghetti al pomodoro e basilico, i colori, in fondo, sono gli stessi dell’incontro di cartello di oggi.