
di Marco Galetti
Il piatto simbolo della Chioccia d’Oro (continua… ***)

Tempo fa, grazie ad un complice fidato, ho attirato con l’inganno una coppia di amici cilentani alla Chioccia d’Oro di Vallo della Lucania, il locale, Bib Gormand Michelin 2020, che era stato scelto per motivi logistici, si è rivelato molto interessante&appagante, un indirizzo da tenere presente per l’immediato presente e per un prossimo futuro, chi ha orecchie per intendere non le faccia da mercante…
Siamo stati accuditi come pulcini dalla Chioccia di Vallo, indirizzo di riferimento dal 1979, dispone di un comodo parcheggio in prossimità del bivio per Novi Velia, dopo aver affrontato la strada in salita per l’imperdibile Santuario della Madonna del Monte Gelbison, una sosta qui sarà tutta in piacevole e rigenerante discesa…



Paccheri alla carbonara di zucca, qualche prudente tentativo di allontanarsi dal solco confortevole della tradizione, con piatti meno classici viene fatto e, come in questo caso, il risultato è davvero notevole.

Agnello, per gusto personale l’avrei preferito un po’ più succulento, ma sono dettagli.


Coniglio disossato e farcito servito con carciofi (o funghi) e patate arreganate, sottilmente affettate e cotte in forno con cipolla e origano.

Coniglio disossato, dettaglio, un grande piatto, gustoso, saporito, con la salsa tirata al punto giusto


*** nella foto in apertura di post la mia mezza porzione del piatto simbolo del ristorante La Chioccia d’Oro, I Nidi, in un tegamino di coccio, da oltre quarant’anni, vengono serviti ai fortunati avventori due rotoli di pasta fresca (farcita con besciamella, mozzarella e prosciutto) passati in forno e ricoperti di ragù di carne
Siamo stati seguiti&serviti da Rosa Politano, la cortese e appassionata figlia dei titolari, che dopo averci fatto accomodare in un bel tavolo tondo apparecchiato con cura e collocato in posizione luminosa, si è dimostrata, competente, disponibile e completamente&felicemente a proprio agio nel suo ruolo di ristoratrice, che è una bellissima parola.
La Pitta di Teodolinda, il capolavoro conservato nel Duomo di Monza, per tutti quelli che non credono alle coincidenze e pensano ci sia un filo conduttore ed imperscrutabile…

La Chioccia d’Oro
Bivio Novi Velia
Vallo della Lucania SA
Tel 0974 70004
Sempre aperto
Chiuso venerdì
Report del 26 aprile 2015











Bivio di Novi Velia
Tel. 0974.70004
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il venerdì
Ecco un posto che non conosce crisi. Niente facce tristi, camerieri sconsolati, tavoli semivuoti. Qui si lavora sodo. E bene. Così tante famiglie, anche quelle più numerose, scelgono la Chioccia d’Oro per regalarsi un pranzo d’anniversario o più semplicemente una cena tra amici.
Giovanni Positano, ormai tra i più affidabili punti di riferimento nella ristorazione cilentana festeggia i 35 anni di attività nel modo migliore: con l’aiuto in sala della figlia Rosa. Motivata, preparata, sempre sorridente, Rosa è entrata a gamba tesa nell’attività di famiglia. E lo fa con la vivacità e la curiosità della sua generazione: sempre attiva sui Social nel comunicare le iniziative del ristorante, attenta a seguire le novità del settore, ma anche consapevole di quanto sia importante la formazione continua e l’aggiornamento su cibo e vino.


Rispolverata la sala, l’hotellerie e il servizio, rese più moderne molte presentazioni, inserita qualche prudente novità nel menu, qui si mantengono comunque con rispetto le tante valide proposte che ormai sono diventate dei veri e propri classici. A partire dai “Nidi” della Chioccia d’Oro: un rotolo di pasta fresca con besciamella, prosciutto e mozzarella cotto nel forno in tegamini di coccio e ricoperto a fine cottura di ragu di carne. Piatto ricco, saporito, molto anni Settanta ma che non ha mai smesso di andare fortissimo, anche oggi.
E poi ci sono, ovviamente cavatielli e fusilli al ragu cilentano, paccheri al forno ripieni di ricotta e spinaci oppure, in stagione, serviti con i carciofi e il provolone del Monaco; un ottimo sartù di riso ai funghi servito in monoporzione: da solo vale il viaggio.


Qui si trova carne di prima qualità, proposta prevalentemente alla brace o al ragu, ma anche polli e conigli alla cacciatora, tasche di vitello ripiene di uova e formaggio, e un imperdibile coniglio imbottito con le verdure di stagione: con i funghi o con i fiori di zucca.

E ancora – come da tradizione in Cilento – un trionfo di verdure, a seconda del mercato, con chicche imperdibili, dalle melanzane “impaccate” (con pomodoro e cacioricotta di capra), alle patate “arreganate”, cioè tagliate sottili e cotte al forno con origano e cipolle, molto gustose.

Piatti semplici, della tradizione, che però a casa nessuno ha tempo o voglia di fare più.
Molto meglio, allora venire a provarli da Giovanni: sono sempre ben eseguiti e preparati al momento.
Si chiude con una bella scelta di dessert, quasi tutti fatti in proprio, come la leggerissima millefoglie con crema pasticcera e frutti di bosco; il babà, la torta ricotta e pistacchio o il classico cannolo cilentano.
Qualche buona etichetta di territorio, con un vino rosso della casa (un Paestum IGT) che Giovanni si fa imbottigliare ed etichettare da un’azienda cilentana; e un servizio di grande cordialità ma professionale, per un conto complessivo che difficilmente supera i 30 euro.

3 commenti
Angelina
27 aprile 2015 - 10:28Bravissimi….. come sempre!
Mondelli Francesco
27 aprile 2015 - 14:11Non bastassero i nidi le verdure e la mozzarella nella mortella il blogger famoso va emozionato con un “coniglio ‘ buttunato:praticamente il suo tallone di Achille.PS.Rosa ,da ragazza sveglia e intelligente è anche sommelier:per chi decide di ben lavorare in sala oggi praticamente indispensabile.FM.
Cesare luezza
27 aprile 2015 - 21:16Ma cosa dire????? Alta qualità,professionalità,cordialità….sempre costanti…e poi….viva il sartu’….
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