Robert Parker supera se stesso e recensisce un Chianti che non c’è


Filippo Mazzei

di Aldo Fiordelli

Nei giorni scorsi Robert Parker, penna internazionale del vino, ha recensito un vino toscano, il Chianti classico di Fonterutoli “Gran selezione” attribuendo all’etichetta un apprezzabile punteggio di 94/100.
Parker ha bruciato sul tempo tutti i giornalisti del vino, ma la fiammata rischia di far scottare qualcuno tra Castellina e via delle Campora e soprattutto il fumo dello scoop sta avvelenando l’aria del Chianti classico.
Nella zona di Sambuca infatti pare che questi fumi abbiano provocato i primi malumori, tanto da portare, secondo fonti autorevoli, la questione nel cda del Gallo nero.
A innescare la bomba è il fatto che la “Gran selezione” del Chianti classico annunciata a febbraio dal nuovo presidente Sergio Zingarelli (foto) e nuovo fiore all’occhiello della produzione del Gallo nero, superiore per intendersi alla “Riserva”, ancora non è nata.
Le commissioni di assaggio hanno cominciato a riunirsi da poco e nella prima sarebbero emersi addirittura soltanto sei campioni (su diverse decine) di vini che perfettamente incarnavano la tipologia.
Il consorzio è intenzionato a lavorare con rigore, con la Gs vorrebbe riportare tra i Chianti classico alcuni supertuscan autoctoni, vorrebbe andare al di sopra del solo invecchiamento più lungo (30 mesi) rispetto alla riserva, ma non vuol produrre solo un concetto di Cuvée alla francese, espressione spesso più di stile aziendale che territoriale.
Quando i fumi dello scoop che hanno appesantito l’aria saranno diradati, il gusto dei tecnici potrà anche coincidere con quello di Parker, ma la sua recensione di un vino che ancora non esiste rischia di portare il produttore a una sovraesposizione mediatica.