Roma celebra la Calabria e i suoi vini da Idylio by Apreda

Stefano Carboni con Giuseppe Iiritano, Dirigente Arsac (Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese)
di Marina Betto
Il settore vitivinicolo calabrese è in netta ripresa in questi ultimi anni. Ci sono molti giovani che producono e propongono prodotti di qualità per cui da secoli questa regione è conosciuta, ma lo fanno con uno spirito imprenditoriale nuovo. Diffondere e conoscere i vini calabresi è l’obiettivo che si è posta la Calabria per l’imminente 2026, favorendo una serie di iniziative cominciate a Roma con una cena stellata al ristorante Idylio by Apreda, per promuovere l’agro-alimentare di questo territorio.
I piatti ideati dallo chef Apreda: Baccalà cocco e cime di rapa, Pasta e patate con astice e curry, Petto d’anatra alle spezie albicocche e cacao, Dolce mozzarella di Bufala, più una serie di finger food per aperitivo sono stati concepiti per esaltare i vini in degustazione.
Uno spunto nuovo lo fornisce l’assaggio di 4 Metodo Classico calabresi a dimostrazione dell’assoluta ricerca e valorizzazione delle uve da parte dei produttori che consci della storia passata, in cui il vino calabrese ha fatto da trait d’union con tutto il Mediterraneo ora cerca nuovi modi e strade per attirare i consumatori. Uno dei vitigni emblema è certamente il Greco di Biancodi cui per esempio è composto “Ferdinando” dell’azienda Statti di Lamezia, uno Spumante Brut duttile che ben si addice all’aperitivo, mentre altre tre aziende propongono Spumante Rosé Metodo Classico da uve Aglianico come il “Dovì Rosé” dell’azienda Ferrocinto di Castrovillari (Parco del Pollino), da uve Gaglioppo con cui è fatto il “Prestige Rosé” Az. Francesco Malena di Cirò Marina (Crotone) dal profilo aromatico complesso figlio della Calabria Ionica mentre da uve Nerello Mascalese nasce ”Centocamere rosé” dell’azienda Barone Macrì di Gerace, bollicina molto fresca e minerale. Questi spumanti fatti con 4 vitigni tradizionali sono certamente tutti da costruire ma già si sta tentando di raggrupparli sotto la dicitura Magna Grecia Metodo Classico. Si cerca così di aprire con questi spumanti nuovi scorci organolettici, diversi e più identitari rispetto per esempio alla Franciacorta dove predomina lo Chardonnay, cercando di coinvolgere in questo progetto altre regioni del sud.
Un’altra qualità del vino calabrese è la biodiversità. Nella Locride per esempio è stato studiato un campo- catalogato che ha 50 diversi eco-tipi di uva con DNA sconosciuto. Queste viti sono oggetto di ricerca che permetterà di far fronte meglio al cambiamento climatico. Un altro punto a favore della regione è il territorio stesso che possiamo definire fresco-sud, un territorio simil-alpino di cui emblema è la Sila, dove le viti danno vini delicati. I vitigni bianchi rappresentativi sono il Mantonico,
che ha il DNA più antico, usato per vini secchi e passiti e il Greco Bianco entrambi originari della Locride ma ce ne sono diversi altri meno conosciuti come Il Pecorello.
Il Greco di Bianco di Antonella Lombardo “Particella 58” è un esempio brillante di viticoltura calabrese, fresco, morbido e vellutato è anche sinonimo di Malvasia delle Lipari.
“Efeso” Az. Librandi di Cirò da uve Mantonico fresco ed erbaceo con leggera sapidità.
Tra i rossi il Gaglioppo e il Magliocco come quello di “Lice” Az. Caparra & Siciliani Cirò dai sentori agrumati e mediterranei e il “Vigna Savuco” Az. Serracavallo di Bisignano rosso strutturato e intenso.

Lice Cirò Az. Caparra & Siciliani, Vigna Savuco Az. Serracavallo di Bisignano, Grisara Az. Ceraudo di Strongoli, Aramonì Zibibbo IGT Az. Artese
L’assessore alla regione Calabria Gianluca Gallo, da anni in prima linea nella promozione del patrimonio enogastronomico calabrese, ha ribadito quanto tiene a dare continuità alla tradizione vitivinicola calabrese, alla sua autenticità che è espressione dell’identità stessa dei luoghi e delle persone. La qualità dei vini è una sintesi di storia passata e visione del futuro e l’interesse di tanti giovani in questo settore spingerà ad impegnarsi per conquistare anche i mercati internazionali. Confermata la presenza al ProWein 2026, dove la partecipazione è ormai una consuetudine da diversi anni grazie anche al consolidato interesse del mercato tedesco verso il vino calabrese così come verrà ampliato lo spazio nella manifestazione Wine Paris. Anche Vinitaly 2026 sarà teatro di incontri, presentazioni e dibattiti così come la terza edizione di Vinitaly and the City che si terrà a Sibari alla fine di luglio. “E’ importante anche che i principali player del vino vedano da vicino i nostri luoghi, conoscano il nostro territorio, solo così potranno toccare con mano l’autenticità della nostra narrazione” ha ribadito ancora l’assessore Gianluca Gallo.



