Roma, La Piccola Amatrice e gli anni ’80 di panza e di sostanza


La Piccola Amatrice, il rosso della casa

La Piccola Amatrice, il rosso della casa

di Virginia Di Falco

La Piccola Amatrice a Roma. Siamo a due passi dalla fermata metro Libia, e arriviamo in questo piccolo ristorante di quartiere proprio nel giorno della grande nevicata. Per fortuna abbiamo prenotato: anche i proprietari, ci diranno poi, non si aspettavano il locale pieno. Fuori fa freddo, le strade sono coperte di neve, molti alberi spezzati dal troppo carico sono ancora sulle auto parcheggiate dalla notte prima.
La sala all’ingresso con i tavoli da due e da quattro che all’occorrenza diventano da sei, le pareti giallo canarino e il piccolo buffet dove servirsi in attesa del primo piatto, rimandano subito agli anni Ottanta, quando la famiglia Di Gianvito apri’ questa attività.

La Piccola Amatirce, la sala

La Piccola Amatirce, la sala

La Piccola Amatrice, scorcio della sala

La Piccola Amatrice, scorcio della sala

Su due pareti le foto di una quercia secolare, in versione estiva e ricoperta di neve: ha 600 anni ed è il simbolo di Sant’Angelo, la frazione di Amatrice dove è nato il proprietario. E’ bella e forte, tanto che il terremoto del 2016 è riuscito solo a staccarne due rami.
Da quasi 35 anni ai fornelli, Vito lo racconta con orgoglio, oggi che con la moglie Daniela in sala, aiutata dal figlio Mirko, porta avanti una cucina semplice e schietta che non ha mai smesso di guardare alle origini.
Menu recitato a voce e rinforzato dalla grande lavagna con i piatti del giorno sulla scala che conduce alla saletta inferiore: i primi sono quelli classici, spaghetti all’amatriciana e alla carbonara in testa, ma ci sono ovviamente anche gricia e cacio e pepe.

La Piccola Amatrice, spaghetti all'amatriciana

La Piccola Amatrice, spaghetti all’amatriciana

Poi trovate le penne all’arrabbiata, gli spaghetti alle vongole oppure con cozze e pecorino, il riso con la crema di scampi, mezze maniche con broccoli e salsiccia, l’abbacchio con patate, il maialino porchettato,la spigola al forno, la frittura di paranza, e così via. La sera poi c’è anche la pizza (bassa e scrocchiarella) cotta nel forno a legna.

La Piccola Amatrice, penne all'arrabbiata

La Piccola Amatrice, penne all’arrabbiata

Soprattutto, visto il freddo che fa fuori, c’è la polenta con la salsiccia e le spuntature, con il sugo bello scuro e saporito.

La Piccola Amatrice, polenta con le spuntature

La Piccola Amatrice, polenta con le spuntature

Al buffet si possono prendere piatti freddi, soprattutto verdure e contorni vari; altrimenti richiedere cicoria ripassata o patate al forno.

La Piccola Amatrice, melanzane dal buffet

La Piccola Amatrice, melanzane dal buffet

I primi piatti – avviso ai naviganti – sono serviti in porzioni da camionista: siamo sui 150 grammi almeno. L’amatriciana è ben eseguita, con sugo di pomodoro cremoso di pecorino ma non invasivo, e guanciale asciutto e croccante. Anche la carbonara ha qui i suoi fedelissimi, e a giusta ragione: la crema di uovo e formaggio ha la giusta consistenza e non si lesina certo sul condimento.

La Piccola Amatrice, la carbonara

Arrivati qui per provare soprattutto l’amatriciana, in realtà siamo rimasti colpiti piacevolmente dalla trippa alla romana: dimenticatevi dei bocconi gommosi e sbiancati. Qui il discorso si fa serio: ci sono tutti i tagli, il colore è scuro, la cottura perfetta. Una trippa vera, insomma. Con il sugo che chiama il pane anche per i più refrattari alla scarpetta.

La Piccola Amatrice, trippa alla romana

La Piccola Amatrice, trippa alla romana

Da bere qualche etichetta nazionale, birra artigianale, oppure vino dei Castelli imbottigliato dalla casa.
La clientela è composta per lo più da affezionati e funziona prevalentemente con il passaparola: dagli studenti fuori sede agli operai che lavorano nell’impresa edile vicina e fanno una pausa veloce ma sostanziosa con ancora in testa il berretto, dal vecchietto solitario ai mangiatori seriali di carbonara.
L’atmosfera è davvero familiare e informale, la vicinanza dei tavoli facilita la chiacchiera e restituisce alla parola ‘condivisione’ il significato che aveva prima dell’era di Facebook.

La Piccola Amatrice, il vino dei Castelli

La Piccola Amatrice, il vino dei Castelli

Quasi inutile aggiungere, a questo punto, che siamo di fronte alla ormai sparuta categoria dei posti dove «si mangia tanto e si spende poco»: ammesso che riusciate a far fronte alle quantità del primo piatto, per un pasto completo siamo intorno ai 25 euro.
Un’esperienza da fare se siete alla ricerca di posti autentici e familiari, dove la dimensione di quartiere e la tradizione della provincia – in questo caso della terra di origine di una delle ricette più famose d’Italia – resistono tenacemente e genuinamente alle mode.
La Piccola Amatrice
Via Tripoli 24-26
Tel. 06 8620 0266
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: domenica sera

 

Un commento

  1. Bravissima Virginia come sempre nelle tue precise e puntuali esposizioni sulla cucina della capitale. Ecco qui un altro indirizzo da tenere presente.

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