San Giorgio del Sannio, Mavian


Via dei Sanniti
Tel. 0824.338034
www.maviansteakhouse.it
Aperto la sera. Venerdì, sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso lunedì

Maria Serino (foto Michela Guadagno)

Il Sannio ha assistito impassibile alla rivoluzione gastronomica degli anni ’90 in Campania. Poi, per fortuna, il vento è cambiato sia grazie al ripensamento di trattorie ragionate come la Frangiosa a Ponte e La Pignata a Pontelandolfo, sia per la linfa vitale giovanile e pimpante che, dopo il Foro dei Baroni, ha visto altri giovani diventare protagonisti (Locanda della Luna, Kresios,Barry e Villa Gioia).
Non è facile lavorare nella provincia meno popolosa della Campania (ci sono complessivamente più o meno i residenti del Vomero), ma la voglia di spazio, l’essere di passaggio obbligato quando si va verso le Puglie, la rinascita di una viticoltura consapevole, offrono nuove possibilità e anche la risposta alle esigenze del consumo moderno.
Il Mavian, acronimo delle iniziali dei nomi dei tre fratelli Maria, Vincenzo e Andrea Serino, è il classico locale polifunzionale moderno dove tu puoi entrare, divertirti con le crocchette di baccalà piuttosto che con l’involtino di bresaola o il fiore di zucca con la patata dentro, bere una birra artigianale e andartene (sui 15 euro).
Oppure scegliere una delle trenta pizze di Silvestro De Cristofaro, a lunga lievitazione, leggerissima e digeribile (mai oltre i 10 euro).
Oppure sfrenesiare alla brace con marchigiana in vari modi (tagliata, taglio alla fiorentina, filetto), costata di bufala, e l’entrecote di Angus (da 12 a 22 euro).
Oppure cenare regolarmente scegliendo tra un primo (cavatelli con ragù bianco, tagliatella con provola e salciccia, cavatelli con fiori di zucca e zucchine, spaghetti alla chitarra con pomodorini e basilico), e per secondo il coniglio porchettato con fagiolini, il petto di anatra caramellato (max 30 euro).
Oppure cenare a base di pesce, acquistato in Penisola. Soprattutto nei fine settimana (35-40 euro)
Oppure spararvi l’insalatona da yuppie (9 euro) e i contorni vari (parmigiana, verdure grigliate, tortino di patate, flan di zucchine a 4 euro).
Oppure arricrearvi con le fritture (da 3 a 6 euro)
Insomma è un grande spazio poligastronomico di nuova concezione, stile ormai molto diffuso in Europa e nelle grandi città, che rispetto al ristorante è assolutamente open, accoglie immediatamente come, sebbene con dimensioni di gran lunga ridotte, Fabbrica dei Sapori a Battipaglia. Ma il concetto è lo stesso. Arredamento semplice, hotellerie adeguata, gusto femminile nei particolari.
Non sappiamo se questi locali sono figli della crisi quanto piuttosto del nuovo modo di mangiare, assolutamente diverso dal passato, ma una cosa è certa: qualunque sia la forma, la differenza viene fatta dalla qualità della materia prima, dal servizio e dalle preparazioni.
La prima qualità qui è da manuale: la stessa famiglia Serino ha un proprio orto dove attinge, San Giorgio è rinomata per un paio di macellerie, siamo nel cuore dell’Appennino Meridionale dove davvero non manca nulla, a cominciare dai formaggi proposti in un carrello a parte.
La cucina del giovane chef Emanuele Mongillo, prima a bottega al Foro dei Baroni, è lineare, semplice, senza sbalzi e virtuosismi, molto delicata nell’approccio ai prodotti e alla materia prima. Le tecniche di cottura seguono il principio dell’alleggerimento.r
A 20 minuti da Avellino e Benevento, un’ora da Napoli, da Salerno e da Foggia.

Come arrivare
L’uscita è Benevento sulla Napoli Bari. Prendere il raccordo e uscire a San Giorgio del Sannio dopo un paio di chilometri. Girare a sinistra, il locale è dopo un grande distributore di benzina.