Sergio Miccù (Apn), dieta mediterranea: seguirla anche a casa per stare bene e valorizzare la filiera agroalimentare campana


Sergio Miccu' e Giancarlo Galan

Sergio Miccu’ e Giancarlo Galan

 

“Esattamente 10 anni fa, con il riconoscimento Unesco per la Dieta Mediterranea, viene attestato in maniera universale il valore di quell’insieme complesso di pratiche e tradizioni agroalimentari di alcune comunità, prima tra tutte quella Cilentana e per estensione campana, che possono garantire elevatissimi standard di salute. Si tratta, paradossalmente, di cibi poveri che quindi possono essere facilmente consumati da tutti.”

Un punto di partenza imprescindibile anche per la pizza… 

“Il 16 novembre del 2010 quando viene inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale Unesco la Dieta Mediterranea inizia anche il nostro percorso per il riconoscimento dell’arte del Pizzaiuolo che, come è noto, è culminato nel dicembre 2017 con il suo inserimento  nella lista Unesco quale patrimonio immateriale dell’umanità. Il 16 novembre quindi, è una data storica perché la dieta mediterranea e l’arte del pizzaiuolo napoletano costituiscono il meglio della tradizione, dell’identità e del senso di appartenenza delle nostre Comunità. Io ero presente a Palinuro quando si tenne l’evento storico per l’inserimento nella lista Unesco della Dieta mediterranea al quale partecipò l’allora ministro Giancarlo Galan. Portammo anche un forno per fare le pizze, pensando già che anche questo straordinario prodotto di cui siamo orgogliosi e che valorizziamo ne facesse in qualche modo parte. In realtà, in termini estensivi, possiamo dire che stare bene a tavola è un’arte”.

Oggi, in tempi Covid e quindi di difficoltà di un intero settore, ha ancora senso parlare di Dieta Mediterranea e arte del pizzaiuolo? 

“Certo. Acquistano un valore ancora maggiore perché rappresentano il fondamento dello stare bene a tavola. La Dieta Mediterranea è un modello, un modo di vivere. Uno stile di vita che affonda le sue radici negli usi e costumi del passato, nelle tradizioni di un popolo ma che può aiutarci ad avere un futuro sano e sostenibile. Così come anche la pizza. E ci riferiamo all’utilizzo, ad esempio, di uno straordinario prodotto quale è il pomodoro le cui proprietà benefiche e salutari sono ormai arcinote”.

Qual è allora il suo invito? 

“Invito ad acquistare dai produttori locali o anche, al supermercato, a stare attenti alla provenienza di frutta e verdura e scegliere ortaggi di casa nostra. E ad ordinare, in questo particolare momento storico, pizza a domicilio dal pizzaiuolo sotto casa che segue sempre il disciplinare, non utilizza conservanti e ha un ph basico, in linea con i principi della dieta mediterranea e con quel codice della nostra tradizione. È fatto di gesti di amore che appartenevano ai nostri nonni” .

Come si inserisce la pizza a tavola? 

“La pizza è pienamente parte della Dieta mediterranea. È perfettamente allineata con i suoi principi alimentari: è fatta di farina di cereali nell’impasto e per il topping utilizza nella maggior parte dei casi pomodoro e si condisce con olio d’oliva. È inoltre importante sottolineare che mentre il riconoscimento della Dieta Mediterranea coinvolge più realtà territoriali e più comunità, l’arte del PizzaiUolo Napoletano nell’elenco Unesco viene identificata solo ed unicamente con la nostra città. E’ questa una specificità fondamentale che evidenzia tutta l’unicità di un’arte antica e profonda, che ci proietta a livello internazionale e ci impone di continuare la nostra importante opera di divulgazione”.

C’è però il rischio che l’arte del pizzaiuolo possa cedere il posto ad automatismi… 

“È per questo che, attraverso la PizzaiUoli School, tramandiamo nel mondo il mestiere del pizzaiuolo napoletano. Tra i nostri docenti, a Napoli in via Michele Parise, i maestri di questa antica arte”.