Sicilia en Primeur 2011, gli assaggi


Il banco di Arianna Occhipinti

dall’inviata Marina Alaimo

I quattro giorni trascorsi all’evento Sicilia en Primeur 2011 sono stati molto intensi e formativi. Devo lodare l’organizzazione, impeccabile ed attenta ad ogni piccolo particolare. La location scelta, il Donnafugata Resort, ci ha avvolti nella sua bellezza ed eleganza. Ho apprezzato molto il modo in cui sono stati ideati i vari momenti di degustazione dei vini proposti, c’era la possibilità sia di degustarli in presenza dei produttori, per me cosa graditissima perché mi dà la possibilità di conoscere a fondo il loro lavoro e la loro personalità, in più era stata organizzata una sala con servizio sommelier AIS dove gli ospiti potevano degustare i vini senza alcun confronto con i produttori, in totale libertà.

I vini

Io ovviamente ho optato per la prima formula di degustazione, anche se porta via del tempo in più perché si è portati a fare molte domande, ma non avrei mai voluto perdere l’opportunità di conoscere i vari personaggi del mondo del vino siciliani, alcuni per me costituiscono un vero e proprio mito e poterci interloquire è stato veramente interessante e stimolante. Le realtà delle aziende proposte sono diversificate e ritengo anche questa scelta molto valida, ognuno ha la sua storia, il proprio territorio da raccontare, c’erano i pionieri della produzione isolana che hanno fatto da apripista oltre i confini regionali ed esteri, come Vinzia Firriato, splendida e fiera come sempre, disponibile al dialogo e ottima comunicatrice della sua terra, poi Josè Rallo dell’azienda Donnafugata, solare, forte e passionale, Arianna Occhipinti ottima espressione della nuova vitivinicoltura in Sicilia, piccola artigiana molto attenta al rispetto dell’ambiente, che sa ben coniugare tradizione ed innovazione. Ho nominato tre donne, una sentita minoranza tra i produttori presenti, ma sono state soprattutto loro a saper tenere la scena, a comunicare in modo marcato ed inciso la forte identità di questa isola continente, la cui storia è intrisa dell’odore e del sapore del vino.

Vinzia Firriato

Feudo del Pisciotto è la nuova creatura dell’imprenditore Paolo Panerai che ha sentito il forte richiamo della sua isola ed ha realizzato una splendida azienda nella parte interna della Sicilia, tra Piazza Armerina e Caltagirone. E’ molto ambizioso e valido il suo progetto, con parte dei ricavati ha finanziato, e continuerà a farlo, il restauro di importanti opere d’arte presenti sull’isola, in collaborazione con l’Assessorato ai Beni Culturali della Regione. Il Feudo risale al 1700 ed è dotato di un antico palmento, splendido e ben restaurato, entrandovi l’aria mistica e la bellezza tolgono il fiato. La produzione mira sia ai vitigni del territorio che a quelli internazionali per poter abbracciare un’ampia fetta di mercato. Grande attenzione è stata dedicata anche alla realizzazione delle etichette, ognuna è stata disegnata da un importante stilista italiano e sono tutte molto belle: Valentino, Versace, Missoni, Blumarine, Alba Ferretti, Gianfranco Ferrè, Carolina Marengo. Quest’ultima ha scelto due bottiglie realizzate con vitigni autoctoni, un Frappato ed un Grillo in purezza, ovviamente sono quelle che ho preferito, in particolare il grillo, ben profumato con sentori di salvia, mimosa ed albicocca e di facile beva, il secondo è un po’ troppo sovrastato dall’uso del legno.

Grillo 2010 di Centopassi. Realtà completamente diversa rispetto alla precedente, di grande valore sociale, non sto a raccontarne la storia ormai ben nota a tutti, su terreni sequestrati alla mafia quest’azienda ha riportato la vita e la dignità. I vini realizzati sono tutti molto interessanti e ben fatti, questo Grillo è l’ultima creatura, proviene dai vigneti in Contrada Pietralunga a Monreale, con terreno fatto di argilla sciolta ed ad alto contenuto si sostanze minerali, posto a 500 metri s.l.m. e’ intenso nei profumi agrumati ed erbacei, sottile la mineralità di pietra marina. Il sorso è agile, molto piacevole per la decisa spinta sapida e la buona freschezza.

I vini Centopassi

Laeneo 2009 di Tenuta di Fessina. Finalmente conosco di persona Silvia e l’enologo Curtaz. Ho colto l’occasione per chiedere a Curtaz cosa ci facesse un valdostano in Sicilia e lui mi ha spiegato che non trova grandissime differenze tra i due territori, specie per la notevole altitudine raggiunta dall’Etna, e poi in effetti se pieghi in due la cartina dell’Italia, le due regioni combaciano, quindi per lui in qualche modo sono legate tra loro. Laeneo è alla sua prima uscita, è un nerello cappuccio in purezza realizzato con solo acciaio e grazie alla passione per la sperimentazione di questo enologo, posso provare per la prima volta un vino di questo tipo. Il rosso rubino nel bicchiere è molto vivace e trasparente, il naso è particolarmente intrigante, è improntato su profumi ferrosi e di pepe verde, timido è il frutto di ciliegia croccante. In bocca è sottile, tannini decisi ed eleganti, buona spinta acido sapida. Ho provato anche un bianco non ancora in commercio, ‘A Puddara  Etna bianco 2009, nome localmente dato alle Pleiadi, in dialetto vuol dire “la chioccia”, simbolo degli affetti domestici, infatti le Pleiadi, poste proprio sull’Etna per i pescatori che rientrano dal mare verso la costa, costituiscono il loro punto di riferimento. Proprio sotto le Pleiadi, sull’Etna in Contrada Cavaliere a Santa Maria di Nicodia c’è il vigneto di carricante con il quale è realizzato questo vino bianco vinificato in acciaio e leggermente affinato in barrique. Delicato e chiuso al naso, è lento e timido nell’aprirsi, vuole tempo e sul tempo batte il suo dinamismo in continuo divenire. Sono delicati i profumi di buccia di agrumi, poi la ginestra e l’erba fresca di campo, decisi i sentori di ghiaia. In bocca è spigoloso e vibrate, marcatamente sapido e minerale.

Silvia Maestrelli di Tenuta di Fessina e l'enologo Curtaz

Lighea 2010 Donnafugata. E’ questa una delle aziende che ha scritto la storia della vitivinicoltura in Sicilia, nell’affascinante territorio del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, uno dei libri italiani più letto non solo nel nostro paese, ma anche all’estero. Lighea è il nome di una sirena, i siciliani sono maestri nello scegliere nomi affascinanti, legati alla mitologia o al territorio. E’ un vino prodotto con uva zibibbo in purezza, proveniente dal vigneto allevato ad alberello pantesco a Pantelleria. Il vino è realizzato in solo acciaio, è un interessante espressione di zibibbo secco. Ha un colore giallo paglierino brillante, sprigiona l’intensità olfattiva che ci si aspetta da questo vitigno aromatico, è ampio con profumi di tiglio, buccia di agrumi, un tocco di miele ed albicocca. In bocca è avvolgente, esprime buona sapidità, è fresco e lungo sui sentori agrumati e di miele di acacia. Il vino ideale per la tipica cucina siciliana, spesso molto profumata e fatta di sapori agrodolci. Mi piacerebbe provarlo sui bucatini con sarde, uvetta e finocchietto, ma anche su una deliziosa caponata.

Josè Rallo di Donnafugata

Rovittello Etna Rosso 2005. E’ stata dura riuscire a trovare libero il banco di degustazione di questa azienda, letteralmente preso d’assalto. Quando è stato il mio turno la persona addetta a ricevere i degustatori era letteralmente sfinita e scazzata, per cui ho dovuto rinunciare a fare domande. L’azienda, dopo il grande successo raggiunto, ha notevolmente ampliato il numero di etichette. La mia attenzione si è soffermata sul Rovittello realizzato con il tipico uvaggio etneo per i vini rossi, 80% di nerello mascalese e 20% di nerello cappuccio, provenienti da vigneti posti piuttosto in alto sul vulcano, siamo a quota 900 metri s.l.m. Viene vinificato in acciaio e affina 18 mesi in barrique. Ha un buon colore rosso rubino luminoso e trasparente. Al naso è estremamente elegante, è intenso, esordisce con note fumè e speziate di pepe nero, ha un buon corredo di sentori minerali, poi la ciliegia croccante ed i piccoli frutti di bosco. Anche in bocca è molto interessante, è sottile il sorso, l’impronta tannica è graffiante e molto piacevole, ha grinta di un giovane corridore su lunghi percorsi, buona la verve acido sapida. Sarà interessantissimo riprovarlo tra qualche anno.

Il Rovittello di Benanti

Frappato 2009 di Arianna Occhipinti. E’ questo il vino della giovane Arianna che preferisco.  Piccola artigiana che in appena 6 anni di attività ha saputo carpire l’attenzione degli appassionati del mondo enoico. Ha grande energia, non teme di sporcarsi le mani in vigneto od in cantina. La sua piccola e virtuosa azienda, molto attenta ai temi del rispetto dell’ambiente, si trova in Contrada Fossa di Lupo sulla piana di Vittoria. E’ rosso rubino luminoso, l’impatto olfattivo è intenso ed intrigante, esprime sentori di resina, tè verde, poi i piccoli frutti del sottobosco, ancora il muschio ed un delicatissimo sbuffo di eucalipto, poi le sottili note speziate di pepe verde. Il sorso è sottile, con tannini delicati, la buona freschezza invoglia a sorseggiarlo più volte.

L’Ecrù 2008 di Firriato. E’ proprio Vinzia Di Gaetano ad accogliermi e versarmi il vino nel bicchiere. E fiera e splendida come sempre, il suo sguardo è intenso e penetrante. Il vino è un passito bianco dolce prodotto con uve zibibbo e piccola presenza di malvasia, provenienti dai vigneti della Tenuta Borgo Guarini, nel trapanese. E’ un passito molto interessante, dal colore giallo dorato intenso. Il ventaglio di aromi è ampio ed intrigante, datteri e fichi secchi, poi zeste di arancia e miele, ben descritta la matrice mediterranea delle erbe aromatiche tra le quali prevale la salvia. In bocca la dolcezza non è invadente, ma discreta e ben equilibrata dalla spinta sapidità.

9 Commenti

  1. L’enologo che ha fatto il Grillo 2010 di Centopassi è un “picciotto” che è uscito dal mio corso di laurea in Viticoltura ed Enologia di Marsala!!
    Bravo Aldo Viiola!!

      1. In questo momento ho un giovane studente di 56 anni!!
        P.s. caro Lello, purtroppo nessuno mi vuole (solo mia moglie!)
        Un abbraccio

  2. Caro Umberto mi fa molto piacere che concordi con i miei appuntidi degustazione. Avrei voluto scrivere molto di più, ma non volevo peccare di presunzione o essere pedante.
    Un caro saluto.
    Marina

  3. Seguo Centopassi da un pò e i prodotti sono molto validi. Ho degustato nuovamente i loro vini al Fusaro la settimana scorsa e l’impressione è sempre quella di un buon vino con delle belle potenzialità espressive. Brava Marina per l’articolo.

  4. Si dice “en primeur”, non en premier, che ci ricorda tristemente il nostro attuale…

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