Spaghetti del cafone con acciughe e peperoncini verdi


Spaghetti del cafone

A Napoli “cafone” non vuol dire solo maleducato come in italiano. Nella declinazione dialettale significa sostanzialmente “non cittadino” perché la psicologia ancestrale partenopea divide tutto il mondo in due categorie: chi è di Napoli città e chi non lo è perché è della provincia.
Il cafone, 'o cafone, è nell'immaginario un po' Bertoldo e un po' ingenuo.
Gastronomicamente parlando il termine cafone è assolutamente positivo: il pane cafone è quello più buono e in genere tutto quello che mangia il cafone è più genuino.
Il cafone non ha i gusti raffinati della città, ha gusti più rozzi e forti ma è guardato con invidia a tavola anche dalla decadente aristocrazia cittadina che lo sfotte ma che vorrebbe abboffarsi di parmigiana, friarielli, pane, pasta e fagioli e via dicendo.
Ecco allora perché ho pensato di chiamare questi spaghetti così: un gusto forte, ingredienti miserevoli.
'O cafone c'est moi, povero cilentano inurbato.
Ah, ovviamente gli ingredienti devono essere di grande qualità.

  • Tempo di preparazione 15 minuti
  • Tempo di cottura 30 minuti
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Ingredienti per 4 persone

  • 400 g spaghettoni Verrigni oro o anche integrali
  • 4 peperoncini verdi (chiamati friarielli nel Cilento)
  • 4 acciughe sottolio
  • 4 cucchiaio di olio extravergine
  • 2 pomodori
  • 1 sfoglia di cipolla bianca fresca
  • Pecorino di Filiano, o Carmasciano, Canestrato, anche caciocavallo podolico stagionato

Preparazione

Si tratta in sostanza di una preparazione a crudo.
In una zuppiera taglio finemente la cipolla a piuma, a listarella i peperoncini, scompongo le acciughe, aggiungo metà olio e spremo il succo di due pomodori.
Metto l'acqua a bollire con la pentola coperta dalla zuppiera lasciando cuocere a vapore per un paio di minuti.
Tolgo, faccio cuocere la basta che scolo perfettamente al dente trasferendola in una padella dove ho fatto riscaldare due cucchiai d'olio, aggiungo un cucchiaio di acqua di cottura bella densa di amido, giro velocemente versando il contenuto della zuppiera
Giusto un minuto, tolgo dal fuoco e aggiungo il pecorino mescolando ancora.
Il formaggio non deve coprire gli altri elementi, ma deve servire a legare un po' e soprattutto ad esaltare la forza dei sapori.

Vini abbinati: Fiagre Caggiano