Stati Uniti e recessione, dove va la ristorazione italiana?


 

di Irene Virbila

Restaurant critic del Los angeles Times

Il Minestraio, All’Angelo: così cambia il menu

Colpita dal ristagno economico la ristorazione italiana svolta verso piatti più economici con diversi risultati.
Tempi duri, soprattutto per uscire a cena. Piuttosto che fossilizzarsi sui piatti d’alta ristorazione ed aspettare tempi migliori, alcuni ristoratori italiani hanno avuto il coraggio di trasformarsi da locali gourmet di alto livello a trattorie di medio livello.
I risultati sono vari: All’Angelo ha mantenuto più nettamente quasi tutte le precedenti caratteristiche, rispetto alla Trattoria il Minestraio che ha sostituito La Terza nella stessa sede.
Alla fine cio’ che conta è l’intento e la determinazione di fare del ristorante un’autentica esperienza per il cliente, a dispetto del prezzo piùbasso.
Nel caso del Minestraio, dal momento che il primo ristorante del Socio Gino Angelini, l’ever green Osteria Angelini, si trova solo a pochi isolati di distanza non aveva senso realizzare un duplicato. Tuttavia il menù si concentra sulla pasta con un’offerta di circa 12 tipi di paste artigianali, i prezzi sono molto più contenuti della Trattoria La Terza, niente supera i 16 $ e le porzioni si avvicinano più allo stile americano che a quello italiano
Ma il vero colpo è vedere come si è ridotto il ristorante La Terza dopo l’abituale affollamento del Giardino dell’Olivo.
La cucina, diretta dallo chef e socio Gianluca Sarti sforna ora un accettabile tagliatella alla bolognese, dopo tutto lo Chef è di Bologna☺
Le pappardelle con il misto di funghi, sono ben condite con molta crema di funghi, certamente non un trionfo di porcini, ma poche semplici varietà di normalissimi funghi. La lasagna con ragù di manzo e bechamel è eccellente, come la parmigiana di melanzane, che non è strafarcita di formaggio, cosi’ da poter gustare tutti gli elementi del piatto.
Anche i rigatoni con melanzane e ricotta secca sono ben fatti. Si tratta di piatti che potreste trovare in qualsiasi trattoria della periferia italiana e la pasta non è mai scotta. Ma non proprio tutto funziona alla grande: l’Amatriciana del Minestraio a stento ricorda la lussuosa versione dell’Osteria Angelini, forse a causa della salsa di pomodoro, semplicemente non provoca le stesse emozioni. I tortellini in brodo non hanno sapore e se siete tentati di ordinare, le pendette alla vodka, classico degli anni ’80, lasciate stare, è un piatto del passato. Ma se avete voglia di un buon piatto di pasta ad un buon prezzo allora il Minestraio fa per voi. A giudicare dal numero delle tavolate, sembra essere diventato un locale dedicato a serate tra ragazze, feste di compleanno e cene di famiglia. Quando mi sono diretta alla toilette un ragazzino mi è passato accanto urlando “ è occupata c’è la mia mamma!” Non si vedevano tanti bambini al La Terza, ora si.
Gli assaggi di antipasti comprendono piccole deliziose polpettine di vitello in salsa di pomodoro, un paio di insalate e una buona parmigiana di melanzane.
Il piatto migliore da dividere è la “battilarda” un tagliere di affettati non particolarmente abbondante ma molto buono, soprattutto la mortadella con i pistacchi ripiegata a fazzoletto. Poiché il piatto forte è la pasta, la scelta dei secondi si riduce a pochi piatti, il primo della lista per me: le salsicce grigliate con croccanti patate al forno e cotoletta di maiale alla milanese, che non è sottile come un foglio di carta, bensì spessa, fritta con una bella doratura e servita con un accettabile puree di patate. C’è anche un croccante e succulento pollo al mattone, è cibo normale ad un prezzo normale, distanza abissale dalla fantastica cucina del La Terza che all’apertura oscuro’ completamente l’Osteria Angelini.
La lista dei vini italiani, una volta fantastica, si è drasticamente ridotta, non solo è più contenuta, ma è anche piena di vini mediocri, quando potrebbe invece essere composta da vini italiani dal grande rapporto prezzo – qualità.
E’ una gran delusione per gli amanti del vino. Neanche i dessert sono particolarmente entusiasmanti, hanno più o meno il sapore di quelli serviti sui voli Alitalia. L’unico che ricordo è l’affogato di caffè con gelato alla vaniglia.
Ah, ma la cena al Minestraio non è un unico momento, il locale è aperto dalle 11 di mattina alle 23, una benedizione se vi trovate affamati alle 2 del pomeriggio sulla terza strada. A pranzo il Minestraio offre un menù ad un prezzo senza precedenti, un vero affare, tre portate per 12,99 $, a quel prezzo è quasi impossibile pranzare in città.
Anche il servizio al Minestraio meriterebbe una tirata d’orecchie. Non c’è vero servizio in sala, manca il coordinamento e si aspetta molto. Piu’ preoccupante è il fatto che il Minestraio si sente come il fratellastro dell’Osteria Angelini trascurato e dimenticato. Non dovrebbe andare così.

La tipica pizza americana
Una fermata a Melrose
All’Angelo, il proprietario, il veneziano Stefano Ongaro, ha analizzato per bene il precipizio della ristorazione negli ultimi 12 mesi e così ha trasformato l’elegante locale di fronte alla maison Valentino dopo circa 22 anni, abolendo le tovaglie eleganti e vestendosi da trattoria. Lo chef è un giovane emergente, Roberto Franzoni con esperienze al Cipriani di Venezia e New York. Il menù è totalmente rivoluzionato nei prezzi
Ongaro continua a prestare una buona attenzione al vino: un bicchiere di prosecco a 9$, un bicchiere di vino bianco o rosso a 5$ e mezza caraffa di vino di migliore qualità a 15 $. Alla Salute!
Sebbene i prezzi siano piu’ contenuti la cucina è sempre in forma e professionale. Il defunto suocero di Ongaro, Ciro Mario Marino del Ristorante Marino un po’ piu’ a ovest su Melrose Avenue,l’ha portato in cucina e gli ha insegnato come fare l’impasto per le pizze al forno.
Davvero deliziose, piccole mignon ad 8 $ con la crosta sottile e croccante.
La Trentina guarnita di vellutata fontina e speck affumicato è amore al primo morso. Si puo’ scegliere tra mozzarella, carciofi e gamberi con pancetta e melanzane o pomodorini artigianali.
Il giovedì sera, quando da Ongaro c’è la serata con Dj, la pizza costa solo 5$
Gli affettati sono tagliati alla perfezione, al momento, freschi e profumati con la silenziosa affettatrice italiana Berkel. La scelta dei salumi varia, di solito c’è la mortadella, un paio di tipi di salami, la coppa e il delizioso speck. Il prosciutto si puo’ ordinare a parte insieme al Taleggio.
Di recente Ongaro ha introdotto alcuni piatti tipici della cucina veneziana, presi da vecchi libri di cucina comprati all’asta da suo padre: i calamari alla “busara” cotti con salsa di pomodoro speziata e arricchita con parika e piselli. Suo padre trovò all’asta anche una vecchia impastatrice per fare i “bigoli” una pasta veneziana molto simile agli spaghetti che serve in salsa d’anatra. Un piatto davvero regale, la pasta al dente, la salsa ricca e robusta.
I piatti a base di pasta, ora a 15$, non sono meno buoni a causa del prezzo più basso. Provate la lasagna di agnello, o, i tagliolini saltati con prosciutto e piselli in crosta di parmigiano. Lo chef prepara anche dei buoni rigatoni alla Norma. Per 20$ potete assaggiare un tris di primi.
Come il Minestraio, anche Ongaro ha ristretto la scelta dei secondi piatti ad una manciata: tutti a 20 $. La maggior parte è molto semplice, calamari alla griglia con verdure, scaloppine di maiale o, pesce spada alla griglia. Il piu’ intrigante è il galletto al forno con zenzero, mandorle, zafferano e vino bianco, un’altra ricetta raccolta tra gli antichi libri di cucina veneziana.
Nonostante la situazione economica sfavorevole Ongaro non si arrende, fa di tutto per rendere accattivante il menu e offrire sensazioni uniche alla clientela, a dispetto dell’ austerità. Lo che ha dovuto imparare qualche trucco, ma mantenendo elevato il livello qualitativo, è sicuro che All’Angelo, con il superamento della crisi, è destinato a ritornare com’era.