#stwEATterature / Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva Salmariano 2016, Marotti Campi


Verdicchio Castelli Jesi Salmariano 2016, Marotti Campi

Verdicchio Castelli Jesi Salmariano 2016, Marotti Campi

di Fabrizio Scarpato

Salmariano, sembra la classificazione di un’era geologica, un riferimento perso nella notte dei tempi. Con una certa allure peraltro, che si riverbera su un flacone che non si tira indietro in termini di possanza e corposità. Insomma mi piace l’idea, che come spesso accade mi fa disinteressare dal reale significato di un appellativo: suggestioni, che vanno a cozzare con un certo fastidio quando sulla carta di un ristorante la referenza è riportata come San Mariano. Ti crolla un mondo, diciamo. Ma il bicchiere se ne sbatte e lampeggia di intensità oroverde, fatta di nespole, pompelmo e fiori gialli di campo. In bocca è ampio e di corpo, pieno, senza dimenticare una certa freschezza e soprattutto una sapidità lontana, al fondo, quasi che salmariano derivasse da sale marino, qualche residuo, quello sì perso nelle ere geologiche, di queste terre affacciate sull’Adriatico. Resta la sensazione di un vino ponderoso, cui il passaggio in legno conferisce una vaga patina di antico, di non stretta contemporaneità. Ma vattelo a spiegare mentre ne apprezzi la spalla morbida e possente alle prese con una pasta allo scoglio, citronella e gratin di pomodori. E’ quel che ci vuole, senza se e senza ma.