#stwEATterature / Montefalco Sagrantino Milziade Antano 2012, Fattoria Colleallodole


Montefalco Sagrantino Milziade Antano 2012, Colleallodole

Montefalco Sagrantino Milziade Antano 2012, Colleallodole

di Fabrizio Scarpato

Obliquo. In contropendenza, col peso sullo sci a valle ma, cavolo, prima o poi devi metter le punte giù. E gli sci sbattono. Non ti rilassi del tutto, ti lasci andare e subito dopo vai dove non dovresti, dove non ti aspetti. Erto. Come la salita che porta dritta alla piazza nel cuore di Montefalco. Nero. Come i vicoli stretti, le ombre dei portici medievali, gli androni, forse l’umore e il carattere del vignaiolo, che già dal nome sembra fosse tutto un programma. Cosa gli vai a dire a questo Sagrantino che annichilisce il bicchiere, accigliato, scuro e impenetrabile? Gli fai notare quei timidi riflessi granata sull’unghia? Magari non gradisce, sbraitandoti in faccia zaffate di pepe, alcol, muschio e tabacco, robetta così, che la ciliegia sotto spirito farebbe la figura della donzelletta leggiadra. Nel bere conviene stare zitti, anche perché inebriati dai tannini che volano da tutte le parti, dalla franchezza senza peli sulla lingua, dalla burbanza non scontata, con quel finale lungo e largo di liquirizia e amarena, venato da una sapidità che è quel tanto che basta a farti prendere per la gola. Ma nell’obliquità ci sta anche un diverso punto di vista, uno scarto laterale, un’improvvisa ammissione, l’affioramento di un’impronta genetica: spezzi un tòcco di cioccolato fondente 80% e lui, il sagrantino nel bicchiere, quello fieramente scorbutico e orgogliosamente scontroso, si addolcisce, assecondandoti con fare quasi carezzevole. Grande.