Terrae 15 2009 Greco Campania igt


Orazio Parlati e la figlia Chiara

DONNA CLARA

Uva: greco
Fascia di prezzo: da 10 a 12 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

 

Dunque, allora qualcosa incomincia a muoversi anche nel profondo sud cilentano. Lontano dall’hinterland agropolese, infatti, scendendo verso Sapri e in attesa che si concretizzi il progetto che sta portando avanti Bruno De Conciliis in quel di Morigerati, si incontra l’azienda vitivinicola più meridionale della provincia di Salerno,  Donna Clara, a Licusati di Camerota, di Orazio Parlati.

Giovane realtà territoriale, operante appena dal 2002, su una proprietà di ben 120 ettari, di cui 13 di uliveti e 5 vitati. Preziosa è la collaborazione tecnica dell’enologo porticese Ciro Di Matteo, in collaborazione con l’agronomo Raffaele Grosso e di Chiara Parlati, figlia di Orazio.

Donna Clara, che prende il nome dalla madre di Orazio, aderisce al disciplinare di agricoltura integrata, secondo il piano di sviluppo rurale. Passione, radicamento alle tradizioni e spinta innovativa rappresentano i valori fondamentali ai quali si ispira il dettato di questa fanciullesca azienda. Con lodevole impegno si cerca di valorizzare un territorio, ricco di potenzialità, attraverso la ricerca della qualità all’origine.

Qui, infatti, vengono impiantati cloni autoctoni a bassa produttività e senza l’uso smodato di fertilizzanti. I prodotti di questa azienda sono curati al massimo, per meglio incontrare le esigenze di una clientela sempre più sensibile ai temi della sicurezza alimentare e del rispetto per l’ambiente.

I vini che attualmente vengono prodotti sono cinque e quello che stupisce è l’eterogeneità e la singolarità dei vitigni impiegati, che in zona quasi nessuno coltiva, a parte i canonici Aglianico e Fiano naturalmente. I rossi hanno il loro cavallo di battaglia nel Notarius Aglianico Campania Igt, seguito a ruota dal Parmenide rosso Campania Igt, un encépagement di Aglianico al 50% e poi Barbera, Merlot e Cabernet Sauvignon. I vini bianchi sono: Caracea Falanghina Campania Igt, una vera rarità per queste contrade, Pante bianco Paestum Igt, un blend di Fiano al 70% e poi Falanghina e Malvasia Bianca e il Terrae 15 Greco Campania Igt, laddove il numero 15 indica la particella catastale.

Frutto di questa degustazione è stato proprio quest’ultimo vino, che mi ha intrigato parecchio, se non altro per questa novità del Greco in terra cilentana. E’ un vino che ha visto la luce per la prima volta appena nel 2007. Il vigneto è situato sui 450 metri, all’apice di una verdissima e soleggiata collina, che si prende tutta la brezza marina in faccia. La raccolta delle uve avviene manualmente nella seconda decade di settembre. La fermentazione e la maturazione avvengono in acciaio inox con temperatura controllata. Il volume alcolometrico arriva a 13 gradi.

 Il colore è un giallino limpido e vivace, senza nessun problema di riduzioni o velature. Al naso si apre con piacevoli sentori di petali bianchi e una sottile sfumatura di erbe aromatiche, accompagnata in sottofondo da effluvi ammandorlati. In bocca fonde con perizia la dolcezza del frutto, con una spiccata freschezza dovuta ad una buona acidità, pungolate poi da una vivace vena sapida. Lungo il finale. Un vino da assaggiare assolutamente, con temperatura di servizio intorno ai 10 gradi. In questa afosa estate, suggerisco di degustare il vino in questo modo: saliamo verso il monte Gelbison e, pur senza arrivare alla sommità del Santuario a 1.707 metri di altezza, fermiamoci in uno dei tanti punti di ristoro all’aria aperta che punteggiano il percorso.

Facciamo tappa sotto la frondosa, densa, tondeggiante e ombreggiante chioma di un leccio. Prepariamo un barbecue di pesce del nostro mare e, nel frattempo, immergiamo la bottiglia di vino, già in parte refrigerata a casa, nelle gelide, pulite e chiare acque del torrente Torna (dove già è comodamente seduta una grossa anguria), che scende pigramente gorgogliando dal monte. Serviamo il pranzo e il vino alla nostra amata e prosit. Della serie “Che vuoi più dalla vita?…”.

Questa scheda è di Enrico Malgi

 Sede a Licusati di Camerota – Via D.A. De Luca, 32 – Tel. 0974/937007 – 3482253085 – 3333237497 – [email protected][email protected]www.donnaclara.it – Enologo: Ciro Di Matteo – Agronomo: Raffaele Grosso – Ettari di proprietà 120, di cui 5 vitati – Bottiglie prodotte: 20.000 – Vitigni: Aglianico, Barbera, Merlot, Cabernet Sauvignon, Fiano, Falanghina, Malvasia Bianca, Greco.

4 Commenti

  1. Grande Enrico. Anche se questa volta, ti devo onestamente dare atto, ti sei mantenuto negli “elogi sperticati”, non posso comunque non farti rilevare che è ben difficile che le acque del torrente Torna, soprattutto in questa stagione, possano raggiungere la temperatura di 10 gradi, che rappresenta la temperatura ideale di servizio di questo vino. Ma con … la fantasia e la poesia si può raggiungere questo ed altri risultati… ;-))))
    Rigorosi abbracci, Lello

  2. Impareggiabile Lello, devo confutarti due cose: 1) il torrente Torna anche in questo periodo, soprattutto verso la sua fonte, è molto freddo, più o meno sui 10 gradi o forse anche meno. Se vuoi verificare de visu mi farebbe molto piacere; 2) Stavolta, poi, sei stato un poco disattento, perché ho affermato che la bottiglia di vino è stata già in parte refrigerata in frigo e poi trasportata sul monte. Naturalmente è sottinteso che durante il trasporto il vino è stato messo in un conteitore refrigerante. Ma poi, se ci rifletti bene, tutto questo ha poca importanza,perché quello che conta è la location e la compagnia ideale, completata dall’ottimo vino. Vino che, comunque, come affermo nell’altro mio post che forse ti è sfuggito, va bevuto sempre moderatamente. Abbracci.

    1. Ok, verrò a mettere il mio ais-termometro nel torrente Torna, e se sfortunatamente il mio quasi-omonimo torrente non mi dà, con tutte le pre-refrigerazioni, con tutte le buste termiche e con tutte le compagnìe, che per inciso avrebbero un effetto riscaldante, i 10 gradi richiesti, sarai costretto , per rimediare, ad offrirmi una cena! Ci stai?

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