Trebbiano d’Abruzzo 1998 doc Valentini | Voto 92/100


Il Trebbiano d'Abruzzo di Valentini (foto tratta dal sito di Carretta Vini)


AZIENDA AGRICOLA VALENTINI

Uva: trebbiano
Fascia di prezzo: oltre i 50 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: legno

NASO 5/5 – VISTA 26/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 35/35

Mentre mi accingo a scrivere di questa azienda sono un poco emozionato, vivo una sensazione strana e, nello stesso tempo, gratificante. Quando si discute di storia vissuta, di background, di benchmark o di altro simile, bisogna sempre confrontare la realtà palese con quelle fasulle. Una di queste realtà sacrosante ci insegna che se si vuole parlare di personaggi che hanno fatto veramente la storia del vino in Italia, che hanno segnato un’epoca e hanno contribuito più di tanti altri alla produzione di vini altamente qualitativi e apprezzati anche all’estero, allora non si può prescindere dal tirare in ballo il grande Edoardo Valentini.

Edoardo Valentini, L'artista del Trebbiano d'Abruzzo, scomparso nel 2006

La storia, dunque, ci dice che questa azienda fu fondata nel lontano 1650 e già questo dato di fatto la porta ad essere la più antica d’Abruzzo ed una delle più vecchie d’Italia in assoluto. Tralasciando tutto il periodo antecedente, arriviamo al 1868, quando Camillo Valentini ricevette già allora un riconoscimento ufficiale proprio per la qualità dei suoi vini. Nel corso dei secoli si sono succeduti alla guida di questa prestigiosa azienda agricola tanti stimati professionisti. Essi non potevano dedicarsi personalmente alla conduzione manageriale e, pertanto, a questo scopo furono demandati i loro amministratori e fattori. La prima persona che si è interessata totalmente alle sorti aziendali fu proprio Edoardo Valentini nei primi anni ’50 e, successivamente il figlio Francesco Paolo dall’inizio degli anni ’80, attuale proprietario: persona questa risoluta, determinata e molto battagliera. Insomma, in lui si rispecchia fedelmente la grande personalità paterna. E sì, perché Edoardo, deceduto il 30 aprile 2006, è stato un uomo caratterialmente forte, schivo, aristocratico, affascinante e fuori da ogni schema predeterminato. Tra i tanti suoi meriti, è da sottolineare il suo incessante prodigarsi per l’acquisizione della Doc Montepulciano, tanto è vero che inviò al Comitato Nazionale Vini i campioni delle annate 1958 e 1962 di questo vino, che sono serviti come base per la stesura del Disciplinare di produzione. Inoltre, lo stesso Edoardo Valentini ha fatto parte, in qualità di esperto, delle relative Commissioni per il riconoscimento di questa Doc e di quella del Trebbiano. I suoi vini, con l’andare del tempo, sono diventati veri esempi territoriali, mitici, leggendari, particolari, longevi e diversi. Valentini non ha mai seguito le correnti modaiole.

E’ stato un produttore “artigiano”, come si autodefiniva, che ha sempre rinnegato la barrique, preferendo vinificare e far maturare i suoi vini soltanto nelle botti grandi. Il Trebbiano, poi, che solitamente è un vitigno poco nobile e che dà vini semplici e beverini, nelle sue mani è diventato il paradigma della qualità bianchista in Italia. Vino dotato di una spiccata personalità e di una propensione all’invecchiamento fuori range. Tanto che si può affermare che in Italia e all’estero sono pochi gli esempi di vini bianchi così longevi. Bisogna andare in Borgogna con lo Chardonnay per trovare validi omologhi. Le tipologie di vini prodotti da Valentini sono solo tre: Montepulciano d’Abruzzo rosso e nella versione Cerasuolo e Trebbiano d’Abruzzo. E’ utile precisare che essi sono stati premiati a varie riprese da tutte le guide settoriali, insieme alla stessa azienda.

Vini e olio di Valentini (foto tratta dal sito di Carretta Vini)

L’uva del Trebbiano 1998 è stata raccolta manualmente tra settembre e ottobre. Il sistema di allevamento è quello tipico della “pergola” abruzzese ultratrentennale, su terreno argilloso e calcareo di medio impasto, con altezza oltre i 300 metri. La vinificazione e l’affinamento avvengono in botti da 50 a 60 hl con tempi variabili secondo l’annata. Solitamente il vino sosta per un anno in legno e successiva elevazione in bottiglia per due anni. La gradazione alcolica è di 12,5 gradi. Il colore è giallo intenso, tendente all’oro. Lo spettro aromatico denota una certa complessità, con sentori floreali e fruttati, come la ginestra, la pesca gialla e nuances esotiche di ananas e litchi e poi miele, piante officinali e una spiccata mineralità. In bocca è vibrante, sapido, opulento, equilibrato e pervaso da un’acidità sottile e rinfrescante, nonostante gli anni trascorsi, e con avvolgenti note salmastre. Il finale, poi, è lunghissimo. Servire ad una temperatura sui 12 gradi, in abbinamento a portate di pesce, formaggi anche semi-stagionati, carni bianche e verdure. Un vino meraviglioso, anche se non paragonabile alle strepitose annate del 1977, 1992 e 1996, ma che a distanza di oltre dodici anni dalla vendemmia, è nel pieno della maturità e, comunque, ancora in fase di evoluzione. Un vero must! Grazie a Edoardo e a Francesco Paolo!

Questa scheda è di Enrico Malgi

Sede a Loreto Aprutino (PE) – Via del Baio, 2 – Tel. e Fax  085/8291138 – Proprietario, agronomo ed enologo Francesco Paolo Valentini – Ettari di proprietà 182 ettari, di cui 64 vitati. Bottiglie prodotte: numero che varia di anno in anno – Vitigni: Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo.