Una nuova moda gastronomica sta contagiando il mondo: Pokè, il food molto trendy


Ami Poke' - Poke' di riso, salmone, avocado, edamame e semi di lino. Take way

Ami Poke’ – Poke’ di riso, salmone, avocado, edamame e semi di lino. Take way

di Antonella Amodio

Cos’è il pokè? E’ lo street food healthy hawaiano, un piatto semplice, creato mixando pesce crudo freschissimo con insalata, frutta esotica, frutta secca, fiori di loto, alghe, semi di sesamo, riso e tanti altri ingredienti. E’ un piatto molto versatile, a scelta del cliente, che si adegua alle stagioni e rende praticamente illimitate le combinazioni di alimenti. Dopo l’era degli hamburger arrivati dagli States e quella del sushi, che arriva dal Sol Levante invadendo anche i paesini sperduti, il pokè – l’insalata tagliata a cubetti, colorata e ricca di vitamine e sali minerali – sta scalando le posizioni nelle aperture di locali in tutte le città del mondo.

Dopo Los Angeles, New York e Londra, a Milano, per esempio, le pokèrie sono già tante, tutte bellissime e arredate con richiami esotici, atmosfere calme e rilassate che fanno sognare le bianche spiagge hawaiane. Il Botanical Club, che conta diverse aperture in città e propone nei suoi locali cucina fusion, ha fatto da apripista circa due anni fa. La pokèmania spopola, anche nelle consegne a domicilio per soddisfare le grandi richieste. Alcuni Pokè hanno aperto da qualche mese anche nelle città di Torino, Bologna e Roma. In quest’ultima si chiama Ami Pokè, ed il primo hawaian bar d’Italia interamente dedicato al poké, con servizio al tavolo e take way.

The Botanical Club - Poke' di tonno, gamberi, coriandolo, avocado, jalapeno, edamame, ceci soffiati e salsa teryaki

The Botanical Club – Poke’ di tonno, gamberi, coriandolo, avocado, jalapeno, edamame, ceci soffiati e salsa teryaki

Ma vediamo come è servito il pokè. Colorate boule di diverse misure contengono i molteplici ingredienti tagliati rigorosamente a pezzi ( poké, letteralmente significa “tagliare a pezzi” ) e conditi con salsa di soia, per rimanere nella relativa cucina tradizionale. Ma – come per gli ingredienti – anche per il condimento la scelta spetta al cliente, che – oltre a quella di soia – può scegliere la salsa teriyaki, oppure l’olio extravergine, l’olio di sesamo e/o il limone.

Il successo del pokè risiede nella semplicità e nella leggerezza della preparazione. In un mondo che vira verso il “green”, nella direzione incessantemente indicata dal vegetariano, trovano sempre più spazio questi piatti delicati. Non a caso la ricetta del pokè è tra le più amate del web.

5 Commenti

  1. Antonio il pesce viene lavorato con l’abbattitore, come in qualsiasi ristorante che proporne pesce crudo. Inoltre le alternative del pokè sono tante e prevede anche pesce cotto, affumicato ecc..

  2. Scusa Antonella ma io intendevo dire che se non viene rispettata la “catena del freddo” per la conservazione poteva essere pericoloso…

  3. Antonio il tema della sicurezza che tu hai evocato è molto più complesso: basta farsi un giro sul web. Non è limitato al famoso Anisakis
    che viene facilmente debellato con l’abbattitore.
    Ma ci sono altre patologie, tra cui le infezioni tossiche che sono molto più diffuse di quel che si pensa. Fu chiuso anche un famoso stellato inglese per aver mandato all’ospedale
    centinaia di clienti per il pesce crudo.
    Spesso finisce con una scarica di diarrea.
    Quindi, secondo me, c’è sempre una percentuale di rischio quando si mangia pesce crudo.

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