Una storia da scongelare: il testo della sconvolgente interrogazione parlamentare di Paolo Russo sul Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana dop


Pier Maria saccani, direttore del Consorzio

C’è un fil rouge tra la proroga concessa al Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala per usare latte congelato sino al 30 giugno con la scusa del Covid e il desiderio di alcuni grandi produttori di creare proprio una dop per il prodotto congelato a forma di galbanino o candelotto di dinamite da esportare in tutto il Mondo? E cosa resta della tradizione della mozzarella di bufala? Può una dop tutelare un prodotto industriale?
Avremo modo di cercare queste domande. Intanto basta leggere il testo della interrogazione depositata ieri dal deputato Paolo Russo per capire la posta in gioco.

Riportiamo il testo integrale della interrogazione presentata dall’Onorevole Paolo Russo al ministro Teresa Bellanova

Al Ministro delle Politiche agricole

Per sapere premesso che:

la filiera della Mozzarella di bufala campana (MBC) DOP è unanimemente riconosciuta come un comparto produttivo strategico per l’alta qualità delle produzioni, sia del latte che della mozzarella;

dai dati 2018 del Consorzio MBC DOP, emerge che il settore  impegna circa 20.000 addetti, 1.850 allevamenti, circa 130 caseifici e ha un valore di fatturato alla produzione di 450 milioni di euro, che arrivano a 1,2 miliardi ove si consideri il ricarico dell’intera filiera della commercializzazione. La MBC è al terzo posto tra le produzioni DOP nazionali di formaggi, preceduta solo dal Grana Padano e dal Parmigiano Reggiano;

a fronte di un costante trend crescente dal 1993 al 2019, mediamente dell’1,44% annuo, con picchi che hanno rasentato le due cifre negli ultimissimi anni, la pandemia evidenziatasi dal febbraio 2020 ha comportato una brusca battuta di arresto per il settore. Il blocco del canale Ho.Re.Ca. e delle esportazioni ha determinato significative riduzioni del latte trasformato (sino al 65% in meno a marzo 2020), riduzioni dei ritiri anche oltre il 25% del latte prodotto presso gli allevatori, nonché frequenti casi di mancato ritiro e di speculazioni sul prezzo. Il latte di bufala non è una derrata alimentare assimilabile al latte vaccino e non può considerarsi una soluzione il ritiro di latte per farne Uht da destinare agli indigenti;

A più riprese i presentatori di questo atto hanno richiesto,  con emendamenti puntuali ai vari provvedimenti per l’emergenza Covid, soluzioni che sostenessero la parte allevatoriale (naturalmente la più fragile e la più indifesa) per garantire il prezzo ed il ritiro del latte prodotto per destinarlo a lavorazione di prodotti non freschi o alla filiera alimentare animale;

il 18 marzo 2020, con decreto MIPAAF è stata consentita al Consorzio MBC la possibilità di utilizzare latte congelato per realizzare mozzarella di bufala tutelata, in deroga  disciplinare che stabilisce l’utilizzo di solo latte fresco entro 60 ore dalla mungitura. La deroga era previsto terminasse il 31 dicembre 2020 e, oltre tale data, il latte congelato non utilizzato non si sarebbe più potuto impiegare per l’ottenimento della MBC DOP. Con successivo provvedimento del MIPAAF del 4 dicembre 2020 si è consentito di utilizzare il latte già congelato sino al 30 giugno 2021;

Nessun Consorzio di formaggi DOP, né Parmigiano Reggiano, né Grana Padano e nemmeno il Gorgonzola, l’Asiago o il Pecorino ha chiesto deroghe al disciplinare di produzione che ne minassero il valore evocativo dell’areale di produzione, semmai ha richiesto sostegni al mercato;

la deroga dà corso ad una delle richieste di modifica del disciplinare che in modo carsico da diversi anni il Consorzio MDC DOP sta avanzando per favorire la commercializzazione e la destagionalizzazione del prodotto. Tra le altre modifiche proposte, oltre la possibilità di utilizzare il latte congelato, si segnalano quelle che consentirebbero di congelare il prodotto stesso, di commercializzarlo senza l’acqua di governo, di utilizzarlo come ingrediente per ulteriori prodotti nel canale Ho.Re.Ca, di poter utilizzare anche il vapore nella lavorazione e non solo l’acqua calda, di superare il peso e i formati tradizionali;

proprio in una trasmissione televisiva gastronomica registrata presso un ristorante stellato e trasmessa nel periodo di deroga, un  pizzaiolo sul podio dell’autorevole guida on line 50TopPizza ha utilizzato un parallelepipedo di prodotto caseario peraltro congelato, denominandolo MBC DOP, per la realizzazione di pizze;

nella risoluzione 6-00246 approvata il 22 giugno 2016 sono stati approvati i risultati della Relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana (Doc. XXII-bis, n. 5), elaborata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione, nella quale sono emerse preoccupanti criticità nel rispetto del disciplinare della MBC DOP tra le quali il massiccio impiego di cagliate congelate provenienti dall’estero e a basso costo, oltre a ripetute violazioni delle norme sulla corretta etichettatura;

è di tutta evidenza che le citate proposte di modifica al disciplinare di produzione a partire dall’utilizzo a regime del latte congelato, a prescindere dalla deroga temporanea, determinerebbero il totale snaturamento della MBC DOP oltre a renderla assai più permeabile alle contraffazioni.

sembra palese il rischio che tale trasformazione industriale del prodotto gioverebbe solo ad aumentare esponenzialmente i volumi, prescindendo dalla tutela artigianale del prodotto e dalla qualità dello stesso;

viceversa il difficile periodo necessita semmai di un sostegno alla valorizzazione del prodotto artigianale, fortemente radicato in una ben definita area geografica;

per sapere

se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare provvedimenti per:

  • tutelare il disciplinare di produzione della MBC-DOP da derive di industrializzazione spinte;
  • sostenere il settore a fronte della crisi di mercato in atto;
  • consentire ai trasformatori di utilizzare le eccedenze congelate, ancora sino a giugno 2021 e comunque solo a condizione che sia evidenziato in etichetta che il prodotto finale è realizzato, in via eccezionale, a partire da latte congelato.

On. Paolo Russo

 

6 Commenti

  1. 1) Gorgonzola, Asiago e pecorino sono prodotti che possono essere stoccati per mesi o anni, la mozzarella manco per 2 ore. Quindi il paragone non è calzante. 2) Consentire la dop col latte congelato sarebbe un passo molto intelligente per il consumatore e la filiera, tanto già ve la mangiate da anni e manco lo sapete (purtroppo le bufale fanno il latte tutti i giorni, pure a natale e la domenica).

  2. Visto che sai tutte queste cose, perchè non l denunci? usare latte congelato e marchio dop è illegale.
    Dici che è intelligente farlo? Benissimo, allora fatelo ma senza il marchio dop, ottenuto sul presupposto che il latte sia fresco a tutela dei consumatori.
    Continua a difendere i truffatori, bravo!

  3. Ma non eravate a favore non troppo tempo fa? Comunque se gli dà tanto fastidio aderire al disciplinare, piuttosto che violentarlo e ridurre in modo drastico la fiducia e l’affezione dei consumatori verso il prodotto perché non si fanno la loro dop “Mazzarella” con uso di latte rigorosamente congelato scongelato col vapore e poi formato a guida di parallelepipedo? Fatto questo se la possono pure ficcare nei piatti stellati o dovunque gli procuri più piacere,

  4. Allora, una cosa è l’uso del latte congelato, che comunque deve essere comunicato al consumatore, altro il prodotto finito congelato e spedito a forma di Galbanino
    L’uso del latte congelato, se disciplinato e soprattutto se della zona e non magari dalla Romania, può essere un espediente per evitare problemi di sovrapproduzione invernale. Ma ripto, nella chiarezza e non con un trucco fatto sotto banco.
    Detto questo siamo al paradosso di un settore che cresce da vent’anni e che si lamenta più di tutti, come è possibile? Il resto del mercato del formaggio è fermo, ma i produttori di mozzarella da tempo chiedono la modifica del disciplinare e rifiutano di costituirsi parte civile contro quei membri del consiglio di amministrazione che finiscono sotto processo.

  5. Sig. Pignataro, lei crede davvero che anche se ci fosse l’obbligo di informare il consumatore questo sarebbe rispettato? Quale genio del marketing esporrebbe mai un cartello con scritto “mozzarella dop fatta con latte congelato”? Io ormai, nonostante la situazione attuale di “massima tutela” del consumatore mi sono visto costretto a scegliere i caseifici dove rifornirmi in base a quanto il loro prodotto mi faccia star male dopo aver mangiato, e guarda caso sono finito a comprarla solo da pochissimi che hanno un proprio allevamento e producono quindi pochissima mozzarella, tanto che non riesco a mangiarla più di un paio di volte al mese. Non oso immaginare che materia prima utilizzino alcuni che mi hanno letteralmente costretto a correre al bagno mezz’ora dopo aver “gustato” i loro prodotti… Figuriamoci cosa succederà quando la pratica sarà sdoganata legalmente, non lo voglio nemmeno immaginare.

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