Vigna Camarato 1991 Falerno del Massico doc


VILLA MATILDE
Uva: aglianico, piedirosso
Fascia di prezzo: non disponibile
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Tani e Maria Ida Avallone

I miei esordi enoici e le mie prime emozioni sono legate a due vini in particolare: Gaurano di Moio e appunto Camarato. Con Maria Ida c’è un legame di affetto molto intenso perché i miei primi passi nel pianeta vino li ho mossi tra le bottiglie di questa magnifica realta’ casertana.
Domenica sera mi aggiravo in cantina a casa e mi volevo fare un regalo. La scelta non è stata semplice poichè il Camarato era in lizza con almeno cinque etichette che mi corteggiavano, pero’…Pero’ poi ho detto “mi sembra ormai giunta l’ora della verita’ anche per te” e un’ora prima di berlo l’ho stappato.
E’ una bottigllia che acquistai un giorno di Pasquetta di tanti anni fa e la pagai in lire. Avendo deciso di trovarle un fidanzato ho pensato che fosse stata cosa buona e giusta accoppiarlo ad un cosciotto di agnello da latte Laticauda rosolato al forno in un tegame di terrracotta con patate all’antica maniera.
All’aspetto non aveva ceduto di un passo con un colore rosso rubiono che solo all’unghia sembrava virare leggermente all’aranciato, al naso l’ho portato dopo una mezzora dalla stappatura e intriganti note di caffé, tabacco,vaniglia e cuoio incominciavano a solleticarmi il senso dell’olfatto che beatamente mi ringraziava.
Al palato poi un tripudio: elegante, persistente, giustamente alcolico, morbido, con un tannino suadente ma ancor ben definito e non banale e ruffiano ma semplicemente tipico, come suol dirsi un vino franco che mi ha fatto compagnia ancora dopo con un Toscano Originale rigorosamente fumato intiero perché gli “stortignaccoli” fatti a mano non prediligono la mozzatura.
Che bello riscoprire una bottiglia del cuore che non ti tradisce, ti regala emozioni per il solo fatto di saperti felice. I “ragazzi” Avallone sono dei Signori del vino, rispettano il territorio e chi si fregia di una loro etichetta. Ora ho un Caracci 2001 che scalpita ma devo star cheto perché a regalarsi sogni non bisogna prendere il vizio altrimenti non si avverano.
Caro Luciano se anche tu hai qualche bottiglia di Camarato d’annata bevila con passione, attenzione e spensieratezza perché è un vino che bisogna meritarsi. E te lo puoi godedre anche con una bella pasta e fagioli appena piccante, con carni nobili preferibilmente rosse, cacciagione, o da solo perché Camarato non è solo un vino.

Questa scheda è di Domenico Sarno, sommelier Casa del Nonno tredici

Sede a Cellole, Via Domitiana, 18, Km 4,700.
Tel. 0823 932088, fax 0823 932134.
www.villamatilde.it
[email protected]
Enologo: Fabio Gennarelli con la consulenza di Riccardo Cotarella.
Ettari: 90 di cui 62 vitati.
Bottiglie prodotte: 750.000.
Vitigni: aglianico, piedirosso, abbuoto, falanghina, coda di volpe, greco di Tufo, fiano di Avellino e aglianico docg nella Tenuta aziendale di Altavilla.

A parte l’amicizia che mi legava a Francesco e che adesso mi lega a Ninni, Sissy e Tani, questa azienda è tra le mie preferite per due motivi: la decisione di uscire con un bianco di tre anni (sono gli unici a farlo al Sud oltre Mastroberardino) e l’impegno deciso verso l’agricoltura compatibile con l’obiettivo emissioni zero entro il 2010.
Grazie dunque Domenico per queste note che documentano la longevità, direi l’eternità, di questi vini.