Vigna Caracci 2006 Falerno del Massico doc


Il Falerno a emissioni zero

Vigna Caracci 2006

Diventa sempre più importante capire quanto costa all’ambiente una bottiglia di vino. Già, perché, strano a dirsi, il prodotto spirituale e poetico per eccellenza della terra è anche quello che inquina e consuma di più. Per capirci, il settore in Italia contribuisce all’inquinamento con l’emissione di circa 200.000 tonnellate di anitride carbonica l’anno e il consumo di almeno 400 gigawatt l’ora. Il discrimine per l’appassionato sarà dunque la scelta strategica delle singole aziende per ridurre l’impatto ambientale, in vigna con l’abbassamento delle sostanze chimiche che stressano il terreno e alla lunga abbassano la qualità, in cantina attraverso operosi e accorti accorgimenti.
In Campania Villa Matilde ha rotto gli indugi con il progetto Emissioni Zero, obiettivo da raggiungere entro la fine del 2010 curato dal professore Giovanni Perillo e dagli agronomi di «Preparatori d’uva». Il primo step, è stato spiegato proprio ieri durante una intensa riunione al Parker’s (al quale hanno partecipato, oltre a Maria Ida e Tani Avallone, l’agronomo Roberto Merlo e altri specialisti del settore) sarà il completamente entro il 2009 degli impianti di energia solare, mentre la produzione di energia termica pulita è garantita dall’uso di caldaie a biomassa. L’obiettivo strategico è arrivare all’impatto zero. L’investimento complessivo, circa tre milioni di euro, spiega come in realtà siano le aziende di medie e grandi dimensioni l’avanguardia del ritorno all’agricoltura ecocompatibile e questo dato rovescia necessariamente molti luoghi comuni maturati negli ultimi anni, spinti dal neopauperismo figlio della crisi.
L’antico Falerno, dunque, sarà il primo vino ad emissioni zero. Proprio in queste settimane ha visto la luce il cru aziendale, il Vigna Catacci da uva falanghina che costituisce forse il massimo equilibrio mai raggiunto in Campania tra qualità e prezzo, tale da iscrive questo fantastico bianco al club dei classici, capace di allungare il passo con lo scorrere dei mesi e degli anni, come è avvenuto con il 2005. Caldo con Falerno bianco d’autore dunque, firmato da Riccardo Cotarella, sapido, fresco, decisamente lungo nonostante l’annata non sia stata favorevole altrove, ma si sa che la conca di Mondragone è comunque uno dei posti più caldi del Tirreno.
Ah, si: anche affinarlo in una bottiglia che pesa 550 grammi invece di 650 contribuisce a raggiungere l’obiettivo a emissioni zero.
Da bere sull’ultimo risotto di Gennaro Esposito della Torre del Saracino.