Vini Iovine 1890: vigne e vini attorno al Gragnano


Aniello Iovine, Vini Iovine 1890, tra le sue vigne a Pimonte (foto di Sara Marte)

di Sara Marte

Visti da lontano quei monti sembrano così fissi e immobili.  Verde misto a verde e nulla pare cambiare fuorché le sfumature. Poi a Pimonte, due grandi uomini di lavoro e passione, Aniello Iovine e suo padre Luigi, mostrano che cosa vuol dire conoscerne ogni singola pennellata e allora quel colore assume vita e forma. Sono lì dal 1890 e la famiglia si è sempre occupata di vino, ormai da quattro generazioni.

Luigi Iovine, sorridente tra le alte vigne che dominano Pimonte (foto di Sara Marte)

Oggi, infatti, assieme ad Aniello Iovine, enologo, ed i fratelli Giuseppe e Raffaele, lavorano le rispettive mogli e fanno capolino le nuove leve come Luigi, figlio di Aniello. Una vera e propria conduzione familiare che unisce ogni membro con dedizione e coesione. Arrivati presso l’Azienda Vinicola Iovine, si fa una breve ricognizione di sopravvivenza: “Soffri di vertigini? Hai messo le scarpe adatte? Se avrai paura, dillo. Spesso è capitato che a metà strada non se la sentissero di proseguire”. Molto rassicurante!  Montiamo su una panda vecchio modello, indistruttibile trattorino, e ci avviamo alla conquista di quelle vigne aggrappate agli stretti terrazzamenti strappati ai Monti Lattari.

La strada che conduce ai vigneti (foto di Sara Marte)

Man mano che si sale sembra tutto così inaccessibile eppure ogni mattina, ogni singola vendemmia, ogni pioggia, freddo o potatura loro sono lì a trasformare quelle terre accessibili.  La strada è striminzita e franosa. La panda viaggia a passo d’uomo e Aniello, sempre più rassicurante: “Tranquilla! Fino a quando senti lo sportello che struscia la montagna, significa che siamo in carreggiata!” già, perché la strada affaccia su un bel salto dal lato passeggero, il mio. Al ritorno, a posizioni invertite, ne riparliamo! Tutto si regge su un equilibrio delicatissimo e precario fra uomo e natura. Alberi di ulivi stanno sostituendo quelli di noccioli poiché economicamente donano produzioni più vantaggiose e intanto radici forti e grande vegetazione servono a mantenere su tutto.

Inerpicandosi su per i vigneti attraverso la fitta vegetazione e la strada strettissima (foto di Sara Marte)

 Arrivati in vigna è coinvolgente ed emozionante capire la fatica e i sacrifici di questi uomini. Ora comprendiamo cosa dice sempre Aniello “ Per fare il vino qui c’è bisogno di tanta passione”e ci spieghiamo anche come le uve per il gragnano siano tra le più care in Campania.

La vigna, così alta, è soleggiata durante il giorno e gode di forti escursioni termiche durante la notte (foto di Sara Marte)

 

Pasquale Petrucci sui ripidi vigneti (foto di Sara Marte)

Risalendo minuscole scalette che attraversano le viti fitte fitte miste ad altre sporadiche colture di stagione per il sovescio e storici alberi da frutta, incontriamo Pasquale Petrucci, che si occupa fisicamente della vigna e di coordinare  i 25 conferitori. Mentre parla delle piante non riesce a stare fermo e intanto taglia, sistema, assesta. Siamo a 450 metri s.l.m. con una pendenza del 45%. Le piante, allevate a pergola sorrentina, hanno un’età media di 40 anni . Per ogni singola vigna e parcella, oltre alla classica “calatoia”, ci sono piccoli vivai per preservare il corredo delle microzone.

La tipica calatoia (foto di Sara Marte)

 

Un altro esempio di calatoria nelle vigne di Pimonte di Aniello Iovine (foto di Sara Marte)

 

I piccoli vivai presenti in ogni vigna per preservare il corredo delle singole microaree (foto di Sara Marte)

Con le immagini della vigna negli occhi la degustazione ha un sapore nuovo. Ogni vino, buono e rappresentativo di per sé, ha una storia. Quando sfiorare luoghi e persone lascia una sensazione di arricchimento, allora il bicchiere assume un gusto di compiuta consapevolezza che lo completa. Tra le novità che troviamo quest’anno, c’è un “gragnano rosato” molto sfizioso.

Il Pompeiano IGT Rosato Frizzante 2011

Il Pompeiano IGT Rosato Frizzante 2011 (foto di Sara Marte)

E’ propriamente un Pompeiano IGT Rosato Frizzante 2011. Prodotto per salasso dalle uve del gragnano, quindi piedirosso, aglianico e sciascinoso, ha colore chiaro e luminoso con bollicine fini e lievi. Il naso ha un primo impatto minerale e intenso. Man mano si offre con sentori croccanti di frutta turgida e gustosa. E’ appagante e pulente. Ho trovato la gamma dei bianchi molto giusti e composti, dalla coda di volpe alla falanghina passando per la mia nuova passione: Un bianco frizzante che, come spiega Aniello è un gragnano che si è sempre fatto qui anch’esso propriamente Pompeiano IGT frizzante 2011.

Il Pompeiano Frizzante 2011 di Iovine (foto di Sara Marte)

Falanghina, greco, coda di volpe e cacamosca, è fresco, agile, giusto, elegante e sapido sarà il mio bicchiere lungo un’estate. Propongo infine il Gragnano base, Penisola Sorrentina DOC 2011. E’ una vera filosofia il gragnano. E’ un vino a tutto pasto di stupenda completezza ed eleganza. Basta dire che sono vini semplici! Sono invece vini tipici, territoriali e rappresentativi.

Penisola Sorrentina DOC Gragano 2011 (foto di Sara Marte)

La spuma ricca scompare e lascia il bicchiere mosso ma non smodato stile “idrolitina” o aggressivo come se ne trovano in giro. Il tannino è presente ed il sorso è morbido e vellutato. Ha buona freschezza e sapidità con quei sentori di frutta appena colta e petali di rosa, lungo e gustoso. Nota a margine: ogni splendido vino qui in degustazione costa circa 6,00.  Fa pensare.

 Ciò che prima era parzialità di una bottiglia si tramuta in somma e sinfonia di fronte alla totalità che offre l’onore di aver conosciuto Luigi Iovine e il piacere di aver compreso attraverso gli occhi di Aniello la coesione familiare, le vigne ed il vino che fanno un territorio.

L’azienda Vinicola Iovine è in via Nazionale  46, Pimonte. Tel 0818792123. Fax 0813934273. Sito: www. Iovine.eu . email: [email protected] . Ettari: 5 di proprietà. Enologo: Aniello Iovine. Uve: falanghina, coda di volpe, cacamosca, greco, aglianico, piedirosso, sciascinoso.

6 Commenti

  1. Ci sono molte storie da raccontare attorno al vino, ma troppo poche sono attorno al gragnano e invece bisogna parlarne. Vedere le immagini dei vigneti è l’unico modo che puo’ spiegare fin nel cuore della questione un territorio difficile e vocato. Io sono di castellammare, come la mia famiglia e i miei nonni e abbiamo visto molti gragnano. Questo di Iovine è uno di quelli che va raccontato, capito e assaporato. Bellissime foto, bellissima esperienza ottimi vini.
    Francesco

  2. Il Gragnano di Iovine, di qualsiasi colore è una bontà incredibile. Venite a Pimonte, fatevi una passeggiata da queste parti per mangiare i prodotti semplici del territorio e bevetevi un bicchiere di gragnano di Iovine e capirete il territorio. State senza pensieri e vedrete che vi farà rinascere.

  3. Da sempre il Gragnano è il mio vino di beva (se fatto bene). E che beva non vada confuso con semplicità. E che semplicità non vada mai biasimata. E’ un vino complessamente semplice (se fatto bene). E’ vino da bere senza tema di “postquam biberat” dolorosi passati a pensare al proprio stomaco in rivolta ovvero agli amori andati o che verranno (se mai verranno…). E’ un vino da convivio, allegro e compiacente ma anche serio (se fatto bene). E se pure te lo bevi da solo e pensi a quell’amica che tanto ti piace, poi ti succede che te la vedi magicamente accanto e ne senti il profumo (se fatto bene.. sempre il gragnano of course!). E di Raffaele, di Giuseppe, di Aniello e del loro papà Luigi che cosa posso dire: che il Gragnano lo fanno proprio, ma proprio bene! Gino Oliviero. Oste Gatto matto.

  4. Emozioni dei luoghi dell’anima. Quando ero piccolo questi terreni erano lo sfondo delle mie scorribande, successivamente il Gragano è diventato il compagno ideale delle mie scorribande “enologiche”. Grazie a lei che mi riposta con la mente in certi luoghi ed alla famiglia Iovine che costantemente e con passione realizza un prodotto eccezzionale, che rappresenta un territorio e tutti noi.

  5. Il Gragnano è vino da festa , da amici, da famiglia e anche da quotidiano. Il suo essere così versatile lo rende un vino completo ed in effetti il termine semplice non gli si addice io direi da compagnia. Non ho ancora provato il rosato di Iovine ma i prodotti di quest’azienda sono sempre qualitativamente altissimi e aderenti al territorio quindi non mi aspetto nulla di diverso. Curioso di provarlo.
    Che belle quelle vigne e quel lavoro così estremo a quelle altezze.

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