Vinitaly 2019. “Il Vesuvio da bere e da mangiare. A tavola con il cuore italiano: Lacryma Christi e vini Doc, pasta di Gragnano e pomodorino del piennolo”


Confagricoltura Vinitaly

Confagricoltura Vinitaly

“Il Vesuvio da bere e da mangiare. A tavola con il cuore italiano: Lacryma Christi e vini Doc, pasta di Gragnano e pomodorino del piennolo”. E’ questo il tema dell’incontro promosso da Confagricoltura Napoli che si terrà al Vinitaly di Verona, il prossimo 7 aprile dalle ore 11, nella Hall D stand E2-E3/F2-F3. E che rilancia un tema oggi attualissimo nell’enologia internazionale, quello dei vini vulcanici.

Cogliamo un trend che in questa fase va fortissimo sui mercati internazionali, la rivalutazione dei vini ottenuti da viti allevate lungo le pendici dei vulcani, e vogliamo che questa edizione del Vinitaly possa essere una vetrina della qualità di tutto l’agroalimentare tipico prodotto lungo i versanti del Vesuvio – così Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Napoli commenta l’iniziativa.

Dopo l’introduzione del presidente Marzano e i saluti di Franco Alfieri, consigliere delegato per l’agricoltura del presidente della Regione Campania, si confronteranno sul tema, coordinati dal giornalista enogastronomico Luciano Pignataro:

Francesco Ranieri – Presidente Gal Vesuvio Verde

Agostino Casillo – Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio

Ciro Giordano – Presidente Del Consorzio Tutela Vini Vesuvio Dop

Cristina Leardi – Presidente del Consorzio del Pomodorino del Piennolo Dop

Il Consorzio tutela della Pasta di Gragnano Igp porterà i saluti istituzionali della neo presidente Aurora Casillo.

Seguirà una degustazione guidata e commentata da Luciano Pignataro di vini del Vesuvio abbinata ai semi di melone e agli spaghettoni al Pomodorino del Piennolo con pasta di Gragnano, ricetta realizzata da Paolo Barrale, chef stellato e Presidente nazionale Associazione Charming Italian Chef.

Il presente comunicato stampa vale come invito a partecipare per i giornalisti, i fotocine reporter ed i blogger in mailing list.

Ecco chi sono i Consorzi partner e le realtà che sono parte di questa iniziativa ad alto dosaggio di tipicità.

Il Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano Igp nasce nel 2003 dall’unione delle aziende storiche produttrici di Pasta di Gragnano. L’azione congiunta dei soci ha portato nel 2013 all’ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta, primo riconoscimento comunitario di qualità assegnato alla pasta in Italia e in Europa. La sua mission è oggi la tutela e il rilancio del prodotto Pasta di Gragnano Igp in Italia e nel Mondo, come ambasciatore del Made in Italy e di uno stile di vita sostenibile, sano e naturale. L’IGP vincola ulteriormente la Pasta di Gragnano al suo territorio, dove solo il peculiare microclima di questo altopiano, collocato tra il mare e i monti Lattari, e l’acqua pura e sorgiva che da qui sgorga creano un prodotto unico quando si uniscono alla semola di grano duro. Elementi che i Gragnanesi sfruttano per la produzione di pasta fin dall’antichità, creando nel XVI secolo i primi pastifici a conduzione familiare e ottenendo nel 1845 da Ferdinando II di Borbone l’alto privilegio di fornire la corte di tutte le paste lunghe, atto che sancisce formalmente la nascita della Città della Pasta.

Il Consorzio del Pomodorino del Piennolo Dop provvede dal 2013 alla tutela e valorizzazione di questo pomodoro noto per la sua serbevolezza se adeguatamente conservato all’aria aperta in luoghi ombreggiati e ventilati e dal retrogusto vagamente amarognolo, tipico dell’areale vulcanico. Si tratta di un prodotto molto antico ben descritto da Francesco De Rosa, professore della Scuola di Portici, su “Italia Orticola” del novembre 1902, dove precisava che la vecchia “cerasella” vesuviana era stata via via sostituita dal tipo “a fiaschetto”, attualmente in uso, più indicato per la conservazione al piennolo. De Rosa è anche il primo ricercatore che riporta in modo esaustivo l’intera tecnica di coltivazione dei pomodorini vesuviani, facendo intendere così che si stava sviluppando nell’area un’intera economia intorno a questo prodotto, dalla produzione delle piantine da seme alla vendita del prodotto conservato.

Il Consorzio tutela vini Vesuvio è nato nel 2007, oggi conta quasi 114 soci suddivisi tra viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori. Il “Consorzio tutela vini Vesuvio – Consorzio tutela dei vini Dop Vesuvio e Igp Pompeiano” è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con D.M. del 24 giugno 2015. Decreto che ha conferito al Consorzio l’incarico a svolgere le funzioni di tutela, di valorizzazione e di cura generale degli interessi connessi alla denominazione di origine protetta Vesuvio e indicazioni geografica protetta Pompeiano. Con tale decreto il Consorzio ha ricevuto anche il conferimento dell’incarico di Vigilanza, in quanto la rappresentatività della compagine sociale del consorzio è superiore al 40 per cento dei viticoltori e al 66 per cento della produzione certificata.

 

2 Commenti

  1. Avanti così.Con costanza nella produzione ed un minimo di organizzazione e ce la giochiamo alla pari con gli amici dell’Etna e di tutto l’universo mondo dei vini vulcanici.Ad maiora da FM.

  2. In effetti i vini ottenuti da uve coltivate alle pendici dei vulcani hanno una marcia in piu’: Vulture, Vesuvio, Epomeo, Etna…
    Carpe Diem

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