Cabernet 2007 Colli di Salerno igt di Mila Vuolo


cabernet sauvignon

MILA VUOLO

Uva: cabernet sauvignon
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: legno

 Un vino molto doppio, spesso, molto ricco e troppo ggiovane ancora. Va riassaggiato tra cinque anni, per decidere se riassaggiarlo tra ulteriori cinque anni.

Stasera mi andava di fare una piccola follia, così ho deciso di assaggiare questa strana boccia di Mila Vuolo. Anche se sapevo perfettamente di compiere un gesto inconsulto.

Il vino, pur essendo concepito per un lungo affinamento, è comunque bevibile già. Ma questo lo dobbiamo decidere insieme.

Il Palato. E’ tutto palato, quasi tutto palato, per ora, questo bel rosso. Palato ricco e sapido, tipico di un Cabernet red. Frutta e spezie, quindi note animali. Chiodi di garofano belli e perfettamente espressi; quindi una vena di stalla, uno sbuffo, insomma, non poco barberoso. Ma barbera non ce n’è.

Comunque sia è un infanticidio, ve lo confermo. L’ennesimo mio infanticidio. Bevevo e dicevo: va riassaggiato tra dieci anni!

Di questo vino Mila Vuolo ne fa 400 esemplari, stop. E’ meno di una produzione familiare, quindi.

Ma riprendiamo. Molto carico all’occhio, molto inchiostroso ancora, tutto sommato. Fitto, fitto, fitto ed estrattissimo (questa cosa è per permettere un lungo affinamento, ne sono certo).

All’improvviso le prime zaffate forti di terreno: Terra! Terra! Terra di Salerno! Una bella nota elegante di terreno, una nota seria: cioè ciò che assieme, ovviamente, a un bel fruttato nitido, fresco, infantile in un certo senso, è il cardine della degustazione di vini rossi provenienti da importanti mosti e vinificati da pochi anni.

Sì, ha quel gusto abbastanza rude, tipico, energico, nerboluto dei suoli argillosi salernitani. O forse è suggestione? E’ molto promettente, cmq sia, penso. E, intanto, continuo a bere..

Quindi emerge la peperonosità, questa chiara matrice che accomuna molti Cabernet, soprattutto se in purezza. Una nota verde, scura, gonfia, tipica estremamente, ma qui però non invadente. Presente ma non invadente. Asparago e fieno. Quindi feccino e caffè.

Tannino? Yes. Molto tannino? Yes. Troppo tannino? No, of course, l’enologo è in gamba ;-)

Tannino duro e rigido, da invecchiamento. Un sorso un po’ aspro e molto concentrato. Chiude con frutta secca su un finale lungo, glicerico, appena appena prorompente.

Non riesco a capire se col passare degli anni questo bel Cabernet in purezza perderà tutto questo ottimismo (evolvendo in meglio, nel caso) o se, piuttosto, questa baldanza non sia forse la sua cifra. Chiudo questo pezzo con un ?

Un attimo che riassaggio.

Sì, ci sta. Un po’ aspro, però.

Questa scheda è di Gaspare Pellecchia

Sede a Salerno, località Passione, frazione Rufoli. Tel e fax 089.281352, 089.794434. [email protected]. Enologo: Guido Busatto. Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 15.000. Vitigni: aglianico, fiano.

Un commento

  1. molto stiamo vivendo ancora nella fase in cui ogni speranza (di riuscire a vendere il proprio vino) sembra(va) poter provenire non dal terreno (!) ma esclusivamente dalla scelta giusta del vitigno da piantare, scelta che cade(va) ultimamente solo e sempre su vecchie varietà cosiddette autoctone, ma che spesso erano e sono ben più esotiche di un sangiovese, di una barbera, e perché no, di un merlot o di un petit verdot.
    parlo soprattutto per i nuovi impianti.
    non di rado, infatti, ho consigliato, quest’anno, a chi sta affrontando la scelta del vitigno ex-novo, in zone in cui non v’è una tradizione solida di una determinata varietà, di non rifarsi assolutamente a quei vitigni che magari sono sì caratteristici campani, ma magari dell’altro capo della regione.
    nel dubbio, meglio, sostengo io, piantare o ciò che si conosce davvero, o ciò che ha tradizione. e i cabernet la tradizione ce l’hanno. e tanta.

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