100 Best Italian Rosé celebra l’International Rosé Day


i curatori, da sx- raffaele mosca, antonella amodio, chiara giorleo, adele granieri

i curatori, da sx- raffaele mosca, antonella amodio, chiara giorleo, adele granieri

Sarà presentata il 18 Luglio al Parco Archeologico di Sibari, in occasione di Vinitaly and the City in Calabria, la quinta edizione della guida 100 Best Italian Rosé, curata da Antonella Amodio, Chiara Giorleo, Adele Elisabetta Granieri e Raffaele Mosca.

La mission è quella di promuovere i migliori rosati italiani, stilando una classifica dei migliori 100, decretati attraverso un attento lavoro di selezione, seguito dalla degustazione, svolta rigorosamente alla cieca, e consentito grazie al prezioso supporto dei partner: DsGlass, Sorì e Il Torchio.

Che si chiami rosato, blush, rosé o vino rosa, la categoria ha attirato su di sé un’attenzione senza precedenti per fascino e numeri. Il successo di mercato ha stimolato i produttori a orientarsi verso la qualità, basta solo fare attenzione a non appiattirsi su un unico modello, quello del vino esclusivamente scarico e leggero. L’Italia è il Paese che può guidare verso la declinazione di stili territoriali per vitigno, condizioni e tradizioni locali e la guida 100 Best Italian Rosé nasce proprio per dare una forma a questo movimento.

Dopo 5 anni il successo si misura in manifestazioni di interesse crescenti su tutti i fronti, corollario di un lavoro di selezione ogni anno più complesso. Oltre alle zone tradizionalmente vocate, come il Garda, l’Abruzzo e il Salento, ogni anno emergono territori e vitigni da scoprire. Questo ha portato all’idea di aprirsi ai territori di confine come Ticino e Slovenia.

L’abbinamento a tavola riscuote sempre più consensi: il rosato, infatti, offre un perfetto equilibrio tra freschezza e complessità, permettendo di spaziare con creatività tra diverse preparazioni. Le sue note fruttate, la vivace acidità e la delicatezza dei tannini lo rendono adatto sia per esaltare i sapori che per bilanciarli, creando abbinamenti armonici e sorprendenti. Le carte dei vini dei ristoranti dedicano sempre più spazio a questa tipologia, che si conferma una scelta moderna e trasversale, capace di valorizzare la cucina con eleganza e personalità.

Anche l’evoluzione nel tempo è argomento molto sentito: i rosati sono sempre stati condizionati dalla preferenza del mercato per le annate estremamente giovani e fresche, ma esistono anche vini che evolvono molto bene, come ad esempio i Cerasuolo d’Abruzzo – più scuri, concentrati e quindi longevi per natura – insieme ad altri che, per quanto apparentemente più leggeri e chiari, hanno la freschezza e il corpo giusto per affrontare il tempo.

Un commento

  1. Come non citare gli ottimi rosati lucani, soprattutto quelli ottenuti dalle viti di Aglianico del Vulture dove vengono prodotti vini di sfumature diverse: dai più chiari (es. Re Manfredi Terra dei Re – Orazio Cantina di Venosa) da bere a temperature più basse accompagnando piatti di pesce e verdure, ai più scuri (es Rogito Cantine del Notaio) che si prestano anche ad accompagnare pietanze più strutturate e ad essere bevuti a temperature meno fredde.
    Ottimi vini dal sorprendente rapporto qualità/prezzo
    Carpe Diem

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