A Felsina la verticale di Chianti Classico Rancia dal 1993 al 2001
di Monica Bianciardi
Fèlsina si trova a pochi chilometri da Castelnuovo Berardenga, lungo la strada che conduce verso Montalcino, la Maremma e infine il mare. In questo antico comune, immerso nella campagna senese, nasce la Fattoria di Fèlsina: una realtà vitivinicola che oggi si estende per 500 ettari, di cui 72 coltivati a vigneto. La tenuta fu acquistata nel 1966 da Domenico Poggiali, imprenditore ravennate, proprio negli anni finali del sistema della mezzadria. Questo fenomeno, che per secoli ha segnato l’economia agricola e la vita sociale del centro Italia, subì un duro colpo con la gelata del 1956, che colpì in particolare la Toscana e l’Emilia-Romagna, accelerando l’abbandono delle campagne. Era il tempo in cui pane, olio e vino erano prodotti per la sussistenza quotidiana, semplici ma profondamente radicati in una cultura millenaria.
La mezzadria aveva plasmato il paesaggio rurale, gli insediamenti e i comportamenti delle comunità. E proprio mentre questo patrimonio rischiava di scomparire, l’agricoltura moderna e la vitivinicoltura in particolare contribuirono, nonostante alcune inevitabili trasformazioni del paesaggio, a preservare le colline dal degrado e dall’abbandono. Questo se da una parte ha trasformato le colline di grano in immensi vigneti e modificato il lato agreste delle campagne, dall’altra ha permesso il recupero dei vecchi casolari restituendo lustro e splendore a tutta la zona e cambiando il destino dei piccoli borghi divenuti odierne mete turistiche.
«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» Antoine-Laurent Lavoisier
Domenico Poggiali acquistò inizialmente Fèlsina attratto dalla bellezza del luogo e per farne una riserva di caccia. La trasformazione avviene di conseguenza, così da una piccola cantina scavata nel tufo, con le volte a mattoni e, in un momento particolarmente difficile nasce Fèlsina. Un posto con un grande potenziale agricolo posto in un angolo di terra irradiato dal sole, “terra di luce” perfetta per la maturazione delle uve, in particolare del Sangiovese. I terreni in cui si sviluppa l’azienda, proprio per la loro posizione, sono eterogenei: si passa da quelli di origine sedimentaria composti da galestro e alberese, tipici del Chianti, alle Crete Senesi, suoli argillosi ricchi di minerali e altri nutrienti. Un confine dettato anche dalla paesaggistica chiantigiana con forti declivi, contornata da boschi che lascia spazio scendendo verso sud ai paesaggi erbosi e argillosi delle Crete Senesi che incarnano l’ideale collettivo tipico della Toscana nel mondo.
Una continuità passata di generazione da Domenico Poggiali al figlio Giuseppe i quali investono nell’acquisizione di nuovi ettari e tecnologie, trasformando Fèlsina in una moderna azienda vitivinicola di cui Giuseppe diventa amministratore delegato. Dagli anni ’90 entra in azienda Giovanni Poggiali, primo figlio di Giuseppe Poggiali, che oggi è alla guida di Fèlsina. Originaria di Ravenna, la famiglia Poggiali con Giovanni, oggi alla guida dell’azienda, racconta di aver vissuto fin da piccolo tra i campi e i vigneti seguendo il nonno e il padre. Dopo un breve percorso universitario a Siena, ha scelto di dedicarsi al vino, formandosi sul campo. Dal 1983 l’azienda ha lavorato insieme all’enologo Franco Bernabei su selezioni massali le cui varianti sfruttano le peculiari diversità dei vari appezzamenti e sottosuoli.
“Rancia” Chianti Classico Riserva DOCG Cru Nel 1983 esce la prima annata, di questo vigneto che posa le sue radici nell’omonimo podere, nella zona di Poggio a Rancia dove si può ammirare un antico monastero benedettino. I terreni di matrice calcarea, sono ad un’altitudine tra i 400 e i 420 metri s.l.m. La vinificazione prevede una rigorosa selezione manuale delle uve, seguita da un affinamento di 18-20 mesi in barrique di primo e secondo passaggio.
La verticale di Rancia Chianti Classico
Gran Selezione 2021 100% Sangiovese rubino luminoso ha concentrazione e frutto dettato da tonalità nere, arancia sanguinella, spezie dolci. Pienezza fruttata in bocca il palato è mosso dalla grande freschezza con una trama tannica giovanile ed in evoluzione, nel finale riemerge l’agrume e nota balsamica.
2018 Rubino trasparente ha un apertura dettata da frutti rossi e neri, speziatura elegante, molteplici sfumature floreali, menta, erbe aromatiche. Il palato integrato nelle componenti fruttate ha tessitura tannica distesa e finitura fine. Vino emblematico che incarna appieno l’espressione del Sangiovese e del legame con il territorio nel quale è prodotto.
2015 Colore rubino con sfumature granato, il bouquet è determinato dalla ricchezza del frutto nero, spezie nere, tabacco, il palato ha materia viva e struttura tannini rotondi ed un finale equilibrato.
2009 Colore trasparente ma meno vivace, sottobosco, rosmarino, spezie e fumè di tabacco. In bocca colpisce per una freschezza ben conservata ed tannini spessi ma ben distribuiti, finale frenato con note china.
2005 Profondità e compattezza tonicità i profumi sono sostenuti da note di pot pourri, violetta, fumè, resina, boisè. Conduce il palato una pienezza gustativa composta e coesa, tannicità integrata e sviluppo fresco che avvolge un lungo finale.
Uno stile completamente diverso connota le annate più vecchie, i vini risultano meno concentrati ed un frutto meno in evidenza, tuttavia risultano entrambi dotati di grande bevibiltà e di una longevità inusuale.
1999 Rosso granato, trasparente, i profumi vertono su tonalità agrumate con buccia di arancia, fiori secchi, cannella, nipitella, tè verde. In bocca reattivo e modulato da progressione agrumata, tannicità scorrevole, la persistenza si affievolisce nella scia sapida dai rimandi di sensazioni pietrose.
1993 Colore rubino granato vivido. Inizialmente ritroso all’analisi olfattiva ha un risveglio repentino a distanza di qualche minuto, un ventaglio olfattivo dinamico scandito nelle tonalità di fiori rossi appassiti ed agrumi , balsamici di corteccia e mentuccia, cipria, spezie orientali. Integrità e completezza il frutto ha conservato la sua aromaticità, sviluppo fine e sollevato, aereo e sferzante di freschezza spalmata sul sorso, grana tannica sottile levigata dagli anni in bottiglia.
Colonia Chianti Classico Gran Selezione Docg Prodotto solo nelle annate eccezionali con solo 6000 bottiglie e punta di diamante aziendale. Situato sulla sommità del Poggio a Rancia, circondato dal bosco in un terreno difficile estremamente sassoso. Un progetto del 1966 particolarmente sentito da Domenico Poggiali e dal figlio Giuseppe, venne abbandonato per la difficoltà dello scasso che neppure le esplosioni con la dinamite riuscirono ad ingentilire. Il progetto fu ripreso anni dopo dal nipote Giovanni, il quale completò l’impianto nel 1993, mentre la prima vendemmia fu nel 1997 terreni.
Vino sontuoso e concentrato ha componente fruttata matura riccamente intrisa di balsamici eucalipto, menta, alloro, fiori viola e rossi carnosi, sentori ematici. In bocca esuberante e potente tessuto tannico definito e spesso.
Vin Santo del Chianti Classico 2007 Occhio di Pernice appassimento naturale, dopo la pigiatura il mosto viene trasferito in caratelli sigillati di rovere. Giallo ambrato luminoso, i profumi si alternano tra dolcezza e freschezza, mallo di noce, spezie, miele, cioccolato, iodio. Una prova golosa e performante per questa bella versione di vin santo.
l’olio.
Nelle 3 zone produttive identificate dall’azienda, su terreni profondamente diversi tra loro, vengono coltivate quattro varietà di olive: Pendolino, Leccino, Moraiolo e Correggiolo.